rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Italia

Def, il rilancio del Pil passa anche dalla Flat tax: ecco come cambiano le tasse

Nel def sarebbero stati accantonati 2 miliardi di euro per dare il via alla prima fase della riforma fiscale. Tria: "L'insieme delle misure contenute nella manovra 2019 porterà un aumento della crescita del Pil all'1,5% nel 2019, per arrivare all'1,6%"

L'insieme delle misure contenute nella manovra 2019 ''porterà un aumento della crescita all'1,5% nel 2019, per arrivare all'1,6% e l'1,4% negli anni successivi. Lo scrive il ministro dell'economia, Giovanni Tria, nella lettera inviata alla commissione Ue sui nuovi obiettivi di finanza pubblica.

Come ricordato nella nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza licenziata dal governo aveva fissato un deficit al 2,4% per il 2019 ma destinato a ritracciare negli anni successivi. Ora Tria spiega che le stime del ministero dell'economia sono agganciate ad un'auspicata ripresa dell'economia. 

La manovra di bilancio che il Governo Conte si appresta a varare ''è coraggiosa e responsabile - sottolinea il ministro - e punta alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2,4% del 2019 al 2,1% del 2020 per chiudere all'1,8% del 2021''.

L'impatto delle singole misure sull'economia del Paese 'deve essere valutato nel quadro dell'intera manovra - spiega il ministro Tria che auspica un dialogo "aperto e costruttivo" con Bruxelles.

"Maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili''.

Tria scrive a Bruxelles: pil 2019 +1,5% e nel 2020 +1,6%

Tra le misure che il governo sostiene maggiormente per agganciare gli obiettivi è quello della Flat tax che porterà ad una riduzione del carico fiscale su oltre un milione di contribuenti, almento secondo le intenzioni del governo.

Nel def infatti sarebbero stati accantonati due miliardi di euro per dare il via alla prima fase della riforma fiscale

Giù le tasse dal 2019, si comincia dalle partite Iva

Il ministro dell'interno Matteo Salvini, principale sponsor della proposta, ha più volte spiegato che intende introdurre una sorta di aliquota "piatta" e far pagare almeno a un milione di italiani il 15% del loro fatturato".

A fare le pulci alle dichiarazioni di Salvini l'ex premier Matteo Renzi che ha rimarcato già nellla legge di Bilancio 2015 sia prevista una imposta forfettaria al 15% per le partite IVA - eliminando limiti temporali e paletti di età preesistenti - ma fissando per ogni singola attività autonoma o professionale specifici massimali di reddito, che vanno dai 15mila ai 40mila euro annui secondo coefficienti divisi per tipologie di attività. "Gli ultimi dati disponibili che l'alitquota al 15% si applica già a 925mila italiani" spiega Matteo Renzi.

Ma come sarà dunque questa Flat tax?

Tra le misure allo studio del governo per la nuova legge di bilancio c'è una flat tax mini, ovvero una riforma che coinvolgerà solo le partite Iva fino a 100mila euro di ricavi.

Per il governo si tratta di una soluzione che promette di rilanciare gli investimenti nel lavoro e l’occupazione. Tuttavia, a conti fatti, a beneficiare di un vero risparmio sulle tasse saranno solo chi percepisce più di 30mila euro all'anno: per i professionisti che guadagnano meno di quella cifra, i risparmi saranno davvero pochi.

In attesa della presentazione del disegno di legge, per capire come funzionerà la nuova flat tax possiamo basarci sul provvedimento presentato in Parlamento dalla Lega. Il meccanismo di soglie potrebbe diventare il seguente: aliquota al 15% fino a 65mila euro di reddito e il 20% per la parte eccedente, fino a 100.000 euro.

In poche parole fino a 65.000 euro si tratterebbe di una imposta al 15% destinata soprattutto af professionisti, artigiani e società di persone. Si tratterà in pratica di allargare l'attuale regime forfettario attualmente imposto a 30mila euro annui.

Finisce qui insomma l'alleggerimento fiscale, almeno per questa prima fase del Governo Conte. La scommessa di Lega e 5 stelle punta a un maggior spazio di manovra dagli anni prossimi confidando che la maggior flessibilità pensionistica possa portare a un rilancio dell'economia con l'ingresso di migliaia di giovani nel mondo del lavoro.

Come spiega l'economista Carlo Cottarelli la linea di ragionamento per cui un posto di lavoro liberato dal pensionamento di un anziano viene direttamente occupato da un giovane, pecca di una serie di dubbie assunzioni implicite.

In primis assumere che il numero di posti di lavoro sia fisso equivale ad accettare una economia senza crescita: un sistema economico in crescita dovrebbe generare lavoro sia per i più anziani che per i più giovani. Anzi, all'aumentare dell’età pensionabile aumenta l’offerta di lavoro e quindi il Pil e la crescita, e questo genera nuovi posti di lavoro per i giovani

Esistono inoltre costi fissi nel licenziamento di un lavoratore più anziano, sia per motivi fiscali sia per il costo del trasferimento di conoscenze da un lavoratore più anziano a uno più giovane. Di fronte a questi costi l’impresa potrebbe semplicemente decidere di non sostituire il lavoratore anziano che va in pensione, a meno di incentivi, per esempio fiscali. Questo però aumenterebbe la spesa pubblica, aumento che a sua volta graverebbe sui lavoratori (a meno di non pensare di versare una pensione più bassa al lavoratore che va in pensione, scelta politica difficile Infine i contributi da versare per sostenere un numero più elevato di anziani aumenterebbero se l’età pensionabile diminuisse, e quindi anche il costo del lavoro aumenterebbe, rendendo più difficile l’assunzione di nuovi lavoratori.

Alcuni studi mostrano che più in un paese è alto il tasso di attività degli anziani, minore è il tasso di disoccupazione giovanile: non necessariamente le due variabili hanno tra loro una relazione causale, bensì sono segnali dello stato di salute dell’economia e sono semplicemente correlate. In sintesi, l’aumento dell’occupazione giovanile può riflettere un miglioramento della situazione economica, una riduzione della pressione fiscale, un aumento della produttività, ma non una accelerazione dei termini di pensionamento dei più anziani, soprattutto se si desiderano effetti di lungo periodo.

La scommessa giocata da M5s e Lega appare quindi un azzardo che come abbiamo visto non si basa su una solida letteratura scientifica, e su cui il governo dovrà convincere Bruxelles.

Pensioni e reddito di cittadinanza, che cosa ha deciso il Governo

Spread oggi, il divario tra Btp e Bund in tempo reale

 

Spread in tempo reale, i titoli in Borsa: peggiori e migliori

Cosa succede se l'Italia esce dall'Euro

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Def, il rilancio del Pil passa anche dalla Flat tax: ecco come cambiano le tasse

Today è in caricamento