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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Dichiarazione dei redditi omessa o errata? Ecco cosa fare e cosa si rischia

Ecco tutte le alternative per i contribuenti che non hanno inviato il 730 precompilato all'Agenzia delle Entrate entro la scadenza o lo hanno inviato con dati sbagliati: si rischiano pesanti sanzioni

La data del 23 luglio l'ultima disponibile per inviare il modello 730 direttamente con l’applicazione web, o tramite Caf e intermediari. Ma cosa possono fare i contribuenti che non sono riusciti a inviare la dichiarazione precompilata all'Agenzia delle Entrate in tempo? Ecco quali sono le possibilità.

Modello Redditi

Chi deve ancora presentare la dichiarazione può ricorrere al modello Redditi, la cui scadenza rimane al 31 ottobre. Ma chi opterà per questa scelta dovrà rinunciare al rimborso in busta paga da parte del datore di lavoro, richiedendo l’eventuale somma maturata a credito direttamente all’Agenzia delle Entrate. Altrimenti sarà possibile utilizzare il credito in compensazione, recuperando quanto non utilizzato dal 730 del prossimo anno. In caso di debito d'imposta, i contribuenti potranno procedere al pagamento della somma dovuta entro il prossimo 20 agosto attraverso un modello F24 con una maggiorazione dello 0,40%.

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Come apportare delle correzioni

Per chi si fosse accorto, dopo l'invio del modello, di eventuali errori, c'è sempre la possibilità di rimediare. In base alla tipologia del caso, si può ricorrere al 730 rettificativo o integrativo, o al modello Redditi correttivo, entro il 31 ottobre. 

Nel caso in cui gli errori nel modello presentato siano stati commessi dall'assistenza fiscale è necessario ricorrere al 730 rettificativo. In caso di dati o codici sbagliati, il Caf o l'associazione professionale che ha aiutato il contribuente nella compilazione della dichiarazione dei redditi, deve compilare e rispedire un nuovo modello completo in ogni sua parte che per l’appunto rettifica quello ordinario. In caso di ulteriore somma in debito il contribuente dovrà procedere con il pagamento attraverso un modulo F24. L'eventuale sanzione sarà però a carico dell'intermediario.

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Se invece il contribuenti si accorge di non aver inserito tutti i dati necessari per il 730, la correzione o rettifica può essere inviata entro il 25 ottobre in un nuovo modello 730. Questa modalità permette un rimborso dell’eccedenza direttamente in busta paga di chi è lavoratore dipendente. Tuttavia, in questo caso bisogna ricorrere a un Caf o a un intermediario abilitato, perché il contribuente non può procedere da solo anche se era stato lui a inviare il modello originario.

La sanzioni 

Ma quali sanzioni rischia chi non  provvede a trasmettere il modello 730 o l'Unico? Ecco le multe previste:

  • Sanzione amministrativa dal 120% al 240% dell'ammontare delle imposte dovute (art. 1 comma 1 e 3 del D.Lgs. 471/97). Dal 2016 la sanzione val 60 al 120% nel caso in cui il contribuente provveda a presentare una nuova dichiarazione entro i termini della dichiarazione per l'anno successivo mentre rimane dal 120 al 240% se non provvede alla nuova presentazione. Possibile poi, usufruire del ravvedimento operoso entro 90 giorni.
  • Omessa dichiarazione senza imposte dovute: fino al 31 dicembre 2015, si applicano sanzioni da 258 euro a 1.032 euro, dal 1° gennaio 2016 le sanzioni sono da 250 euro a 1000 euro. Se si presenta la dichiarazione entro i termini dell'anno successivo, la sanzione va da 150 a 500 euro.
  • Sanzione omessa dichiarazione Irap, dal 120 per cento al 240 per cento dell'ammontaredell'imposta dovuta (art. 32 comma 1 del D.Lgs. 446/97);
  • Sanzione omessa dichiarazione Iva: fino al 31 dicembre 2015 sanzione dal 120 per cento al 240 per cento dell'ammontare del tributo dovuto per il periodo d'imposta o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione (art. 5 comma 1 del D.Lgs. n. 471/97). Dal 2016 la sanzione senza imposte dovute, va da 250 a 2000 euro. 
  • Dichiarazione infedele: sanzioni da 258 euro a 1.032 euro, solo per l’Iva, sanzione fino a 2.065 euro. Dal 2016: sanzione da 250 a 1000 euro e solo per l'IVA fino a 2000 euro. Qualora il contribuente presenti la dichiarazione entro il termine di quella dell’anno successivo, le sanzioni vanno da 150 euro a 500 euro, poiché le sanzioni si riducono in questo caso, dal 60% al 120%. Ravvedimento operoso entro 90 giorni, ammesso.

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