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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

Crescita economica al palo: più occupati, ma solo precari

I dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica mettono in mostra come la crescita economica si sia stabilizzata negli ultimi mesi

Il 2018 sul fronte del mercato del lavoro è iniziato meglio rispetto al 2017, in linea con i dati di fine anno: aumentano infatti gli occupati nel primo trimestre del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017. È quanto emerge dai dati diffusi dall'Istat.

Più lavoro ma più precario

La dinamica tendenziale mostra, infatti, una crescita di 147 mila occupati (+0,6% in un anno), circoscritta ai dipendenti a termine (+385 mila) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato e degli indipendenti.

Crescita economica al palo: gli occupati non crescono più

I dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica mettono in mostra come la crescita economica si sia stabilizzata negli ultimi mesi: il primo trimestre 2018 infatti si caratterizza per una stazionarietà dell'occupazione rispetto agli ultimi tre mesi del 2017, in un contesto in cui il tasso di disoccupazione presenta un lieve aumento rispetto al trimestre precedente e diminuisce in confronto a un anno prima. Calano invece gli inattivi, ovvero coloro che non lavorano nè cercano un'occupazione.

Lavoro e assunzioni: i dati Istat

Nei dati di aprile 2018, in termini congiunturali, la stabilità del tasso di disoccupazione si associa alla rilevante riduzione di quello di inattività. Nel confronto tendenziale, per il quarto trimestre consecutivo prosegue la diminuzione dei disoccupati (-135 mila in un anno, -4,3%) che interessa entrambi i generi e in circa nove casi su dieci riguarda i giovani 15-34enni.

La riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-87 mila, -0,6%) è dovuta esclusivamente alle donne ed è concentrata nel Mezzogiorno.

Più occupati ma solo per lavori "a termine"

Nei dati di flusso gli ingressi nell'occupazione aumentano soltanto verso il lavoro a termine; l'incremento coinvolge soprattutto gli individui con elevato livello di istruzione e i residenti nel Mezzogiorno. Dal lato delle imprese si confermano i segnali di crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,8% sul trimestre precedente e del 3,3% su base annua, sintesi della crescita sia dell'industria sia dei servizi. L'aumento delle posizioni lavorative è tuttavia associato a una diminuzione delle ore lavorate per dipendente su base congiunturale (-0,5%), mentre queste rimangono invariate su base annua.

Continua, inoltre, la flessione del ricorso alla cassa integrazione. Il tasso dei posti vacanti, pur rimanendo stabile rispetto al trimestre precedente, aumenta di 0,1 punti percentuali su base annua.

Il macigno fiscale: cresce il costo del lavoro

Le retribuzioni mostrano una lieve crescita rispetto al trimestre precedente (+0,1%) ma rimangono stabili su base annua. Gli oneri sociali aumentano dello 0,5% su base congiunturale e dell'1,5% su base annua. Quale loro sintesi, il costo del lavoro cresce dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.

Rallenta l'export in tutte le Regioni

Nel primo trimestre 2018 le esportazioni delle Regioni italiane mostrano una flessione congiunturale in tutte le ripartizioni territoriali, dopo due trimestri consecutivi di diffusa crescita:

La flessione congiunturale delle esportazioni nazionali nel primo trimestre 2018, sottolinea l'Istat, interessa le ripartizioni territoriali con intensità diversa, risultando particolarmente marcata per il Nord-est e il Mezzogiorno e Isole.

Nel dettaglio: export -4,6% per il Nord-est, -4,4% per il Mezzogiorno e Isole, -1,8% per il Centro e -0,3% per il Nord-ovest.  Su base annua la dinamica territoriale dell'export rimane positiva anche se in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti.

Nel periodo gennaio-marzo 2018 la crescita tendenziale dell'export si conferma ampia per il Nord-ovest (+5,3%), Nord-est (+4,0%), Mezzogiorno (+3,9%) e Isole (+3,3%) e solo lievemente positiva per il Centro (+0,5%).

Nei primi tre mesi del 2018, tra le regioni più dinamiche all'export su base annua, si segnalano Calabria (+34,3%), Valle d'Aosta (+19,2%), Sicilia (+9,5%) e Campania (+8,3%) con un contributo complessivo alla crescita tendenziale dell'export nazionale pari a 0,5 punti percentuali; di rilievo la performance della Lombardia (+7,9%) che contribuisce da sola per 2,1 punti percentuali alla crescita complessiva.

Nel primo trimestre 2018 le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, dalla Lombardia e di articoli farmaceutici da Lombardia e Toscana contribuiscono alla crescita tendenziale dell'export nazionale per 1,4 punti percentuali.

Un impulso positivo alla crescita dell'export nazionale su base annua proviene dalle vendite di Lombardia verso Polonia (+45,9%), Francia (+8,6%), Germania (+5,9%), Svizzera (+14,7%) e Cina (+16,4%). Nel dettaglio provinciale, si segnalano le performance di Milano, Varese, Asti, Brescia, Bergamo e Treviso che contribuiscono positivamente all'export nazionale nei primi tre mesi dell'anno.

Le province più dinamiche come crescita dell'export sono localizzate nel Mezzogiorno, anche se sono quelle della Lombardia, Piemonte e Veneto a contribuire maggiormente alla crescita tendenziale dell'export nazionale nel primo trimestre 2018.

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