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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Lavoro, c'è da piangere: disoccupazione su, quella giovanile è alle stelle

Secondo l'Istat, i disoccupati nel mese di ottobre erano 2.746.000, in crescita di 64mila unità su settembre. Forte calo degli inattivi. Occupati stabili rispetto a settembre

Nel mese di ottobre 2018 il tasso di disoccupazione sale al 10,6% (+0,2 punti percentuali su base mensile). E quello giovanile aumenta lievemente e si attesta al 32,5% (+0,1 punti). E' quanto comunica l'Istat, rendendo noto che per il secondo mese consecutivo cresce anche la stima delle persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +64mila unità). Dopo il calo del mese scorso, la stima degli occupati a ottobre 2018 risulta sostanzialmente stabile: il tasso di occupazione (pari al 58,7%) non fa registrare variazioni congiunturali.

Nell’ultimo mese, la stabilità degli occupati deriva da un aumento dei dipendenti permanenti (+37mila) e da diminuzioni per quelli a termine (-13mila), che interrompono il trend positivo avviatosi nel mese di marzo, e per gli indipendenti (-16mila). Con riferimento all'età calano gli occupati tra i 25 e i 49 anni, mentre si registra una lieve crescita tra i 15-24enni e un aumento più consistente tra gli ultracinquantenni. A ottobre l'Istat stima inoltre un calo degli inattivi - cioè coloro che non hanno un impiego né lo cercano - tra i 15 e i 64 anni (-0,6%, pari a -77mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne e si distribuisce in tutte le classi di età, ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di inattività scende al 34,2% (-0,2 punti percentuali).

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Ottobre era l'ultimo mese in cui era in vigore la fase transitoria del decreto dignità, quella in cui le aziende potevano prorogare i contratti a termine in essere con le regole in vigore fino all'introduzione del decreto. Dal 1 novembre il contratto a termine può essere prorogato per un massimo di dodici mesi: oltre questo periodo deve essere prevista una causale che motivi il rinnovo. Anche in presenza di causali la durata totale del periodo di lavoro a tempo determinato non può superare i 24 mesi, contro i 36 mesi precedentemente previsti, con un numero massimo di quattro proroghe totali, dalle cinque della precedente normativa.

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