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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Economia al palo, crollano i contratti a tempo indeterminato

Tornano a crescere le persone in cerca di occupazione (+3,2%) mentre secondo l'Istat il tasso di disoccupazione giovanile aumenta lievemente e si attesta al 31,6%. A preoccupare è la ridistribuzione del mercato del lavoro, sempre più precario: persi 77mila "permanenti"

Risale a 10,1% a settembre il tasso di disoccupazione. Le persone in cerca di occupazione secondo i dati provvisori l'Istat - dopo due mesi di diminuzione - a settembre tornano a crescere per oltre 82mila unità (+3,2%). L'aumento della disoccupazione, spiega l'Istituto di Statistica, si distribuisce su entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età e il tasso di disoccupazione giovanile aumenta lievemente e si attesta al 31,6% (+0,2 punti).

Il tasso di occupazione scende al 58,8% 

A settembre torna a calare anche il numero degli occupati (-34 mila unità) - dopo la crescita registrata ad agosto - e il tasso di occupazione scende al 58,8% (-0,1 punti percentuali)

"Il calo dell'occupazione si concentra tra i dipendenti permanenti, segnali positivi si hanno invece per dipendenti a termine e indipendenti -  commenta l'Istat - Nella media del terzo trimestre l'occupazione è stabile rispetto ai tre mesi precedenti. Nell'arco dei dodici mesi la crescita occupazionale rimane positiva, spinta soprattutto dai dipendenti a termine".

Cala il lavoro a tempo indeterminato

L'istituto di statistica stima come il mercato del lavoro abbia perso nell'ultimo mese 77mila dipendenti permanenti mentre aumentano sia quelli a termine (+27 mila) e gli indipendenti (+16 mila).

disoccupazione settembre 2018 istat-2
'Istat stima un calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,3%, pari a -43 mila unità) mentre il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,1 punti percentuali), aggiunge l'Istat.

Precariato: colpa del jobs act o del decreto dignità?

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, difende il suo decreto dignità accusando dell'aumento della disoccupazione il precedente governo e in particolare la legge sul lavoro, il noto Jobs Act. 

"Dal primo novembre entra in vigore la nostra norma - spiega Di Maio - È logico che se stagna il Pil può anche esserci il rischio che aumenti la disoccupazione, ma questo dato è l'ultimo colpo di coda del Jobs Act".

Il vicepremier annuncia inoltre che arriverà alla Camera un emendamento che darà alle aziende in curatela fallimentare la possibilità di avere gli strumenti per accedere alla cassa integrazione.

Economia al palo: gli effetti sul mercato del lavoro

Contestualmente secondo i dati dell'Osservatorio mercato del lavoro Cna, curato dal Centro studi della Confederazione degli artigiani, è la piccola impresa ad essere sotto pressione. Secondo i dati della Cna l'occupazione nelle piccole imprese italiana cala sul mese precedente anche a settembre (-0,4%) dopo lo scivolone di agosto (-1,2%). Mentre la crescita su base annua segna un deciso rallentamento, scendendo al 2,7% rispetto a settembre 2017 contro il +3,7% registrato nei dodici mesi intercorsi fra settembre 2016 e settembre 2017.

Le nubi che si addensano sull'economia mondiale, e italiana, seminano incertezza. A confermarlo un altro dato: a settembre 2017 la base occupazionale era tornata intorno ai livelli del precedente maggio, quest'anno l'arretramento estivo l'ha condotta poco al di sopra di aprile.

A questo andamento non brillante dell'occupazione nelle piccole imprese probabilmente contribuisce anche il 'decreto Dignità'. A settembre i flussi di lavoratori in entrata e in uscita hanno raggiunto il tetto dal dicembre 2014, coinvolgendo il 7,6% degli addetti. Un primo effetto, forse, della reintroduzione della causale nei contratti a tempo determinato di durata superiore all'anno, che spinge le imprese a occupare la manodopera non strategica per periodi inferiori ai dodici mesi.

In un anno, le assunzioni nelle piccole imprese sono aumentate del 9,9%, le cessazioni del 15,6%. Nel frattempo, l'esigenza avvertita dalle imprese di gestire la manodopera in maniera flessibile e coerente con le proprie necessità ha facilitato la ricomposizione dell'occupazione usando le diverse tipologie contrattuali.

I dipendenti con contratto a tempo indeterminato, infatti, sono diminuiti del 6,6% rispetto a settembre 2018 mentre sono cresciuti gli assunti con le altre modalità: tempo determinato (+26,3%), apprendistato (+19,5%) e lavoro intermittente (+18,7%). Va rilevato, però, che questa spinta, più decisa fino a giugno scorso, si è poi interrotta, lasciando sostanzialmente inalterati nei mesi seguenti il livello di addetti dal contratto a tempo indeterminato (intorno al 63% del totale) e la quota di assunti a tempo determinato, prossima al 24%.

Confcommercio: "Nuove assunzioni solo di ultra 50enni"

"I dati riflettono direttamente la frenata dell'economia italiana - spiegano dall'Ufficio Studi di Confcommercio - Dopo il miglioramento di agosto si è registrata una riduzione, in termini congiunturali, degli occupati (-34mila unità) associata ad un aumento del numero di persone in cerca di occupazione (+81mila unità) riportando il tasso di disoccupazione sopra il 10%". sulle rilevazioni dell'Istat sul mercato del lavoro nel mese di settembre.

"La debolezza degli ultimi mesi, nel terzo trimestre l'occupazione è rimasta stabile,ha determinato, inoltre, un ridimensionamento del miglioramento nei confronti su base annua. Si confermano, conclude la nota, le criticità già segnalate in passato. I miglioramenti occupazionali sono, infatti, concentrati nella parte più matura del mercato del lavoro: la quota degli ultra 50enni è passata in poco più di quattro anni dal 32,6 al 36,7% dell'ultimo mese", conclude.

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