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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Quota 100 e Reddito di cittadinanza, così non va: l'Fmi stronca l'Italia

La ripresa non c'è e potrebbe andare peggio con un debito pubblico gravato dai nuovi costi delle pensioni mentre dal sussidio difficilmente arriveranno posti di lavoro. L'allarme del Fondo Monetario internazionale: "Da Italia rischio di contagio globale"

Poteva andare peggio? No. Il Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto annuale sull'Italia oltre a demolire le misure adottate da Lega e Movimento 5 stelle nella manovra 2019, lancia prospettive horror per l'economia italiana

Solo per una questione di sintesi partiamo dalle note positive, anche perché si fermano ad una sola affermazione: per l'organismo monetario internazionale l'unica nota positiva nelle scelte del governo è la rimodulazione del bilancio 2019 ottenuta dopo un lungo contenzioso con l'Unione Europea facendo seguito all'invito a porre "l'elevato debito pubblico su un percorso di riduzione".

Non ce ne voglia il sottosegretario Castelli per cui tutto è opinabile, ma dal rapporto annuale dell'FMI il nostro paese esce con le ossa rotte.

"La strategia delle autorità non include le riforme necessarie per affrontare gli ostacoli strutturali di lunga data alla crescita e, di conseguenza, i rischi che rendono vulnerabile l'economia" italiana. Di qui nasce l'invito a "dare la priorità all'attuazione di un pacchetto globale di riforme strutturali, a un consolidamento fiscale solidale e inclusivo e a rafforzare ulteriormente i bilanci bancari"

A gravare sul giudizio sull'Italia è l'assenza del agognato boom economico: delle rosee prospettive annunciate da Conte, la crescita dell'Italia "dovrebbe rallentare ulteriormente e il rischio di recessione è aumentato" con "significativi rischi al ribasso".

Il fondo monetario internazionale elencando le minacce che gravano sulle prospettive economiche (dal rallentamento dell'Eurozona alle tensioni sul commercio, dalla fine dello stimolo della Bce all'aumento dello spread) prende di mira le misure decise con la Legge di Bilancio 2019 che potrebbero "temporaneamente stimolare la crescita" solo se gli interventi vengano "indirizzati su attività ad alto potenziale, come l'erogazione di prestazioni sociali alle famiglie con problemi di liquidità e la rapida esecuzione di progetti di investimento pubblico di qualità".

"Il forte aumento degli spread sovrani potrebbe limitare gli eventuali benefici" a breve termine e "se dovesse persistere, rischierebbe di indebolire ulteriormente la crescita a medio termine".

I rischi sistemici per l'Italia derivano anche dalla percezione delle possibili azioni. Occhio quindi alle scelte politiche del governo.

Fmi: "Possibile contagio da crisi Italia"

Se le pressioni sull'Italia dovessero accentuarsi potrebbero esserci "ricadute globali e significative" attraverso "una maggiore avversione al rischio a livello mondiale e il riprezzamento delle attività più a rischio". E' l'allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale, nel rapporto annuale sull'Italia in cui si riconosce come finora il contagio "è stato contenuto". Ma un'accentuazione dei problemi dell'Italia "potrebbe spingere i mercati globali in un territorio inesplorato".

Un evento scatenante potrebbe essere un eventuale "downgrade senza precedenti a livello 'spazzatura' " dei titoli di un emittente sovrano molto grande, come appunto il nostro paese. Il Fondo segnala come, dal momento che il debito italiano è detenuto da molte istituzioni a livello globale "potrebbe verificarsi un'inversione ampia dei flussi di portafoglio, anche sui mercati emergenti e l'impatto potrebbe essere ampio all'interno dell'area dell'euro". infatti, si ricorda, "le banche francesi, spagnole, portoghesi e belghe hanno esposizioni considerevoli in Italia mentre le filiali di banche italiane sono di importanza sistemica in alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale come la Croazia e la Serbia".

Quota 100 non crea lavoro ma debito pubblico

Secondo l'Fmi le modifiche al sistema previdenziale, come l'introduzione di Quota 100, "aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica, imporranno un onere ancora maggiore sulle generazioni più giovani, lasceranno meno spazio alle politiche di crescita pro-crescita e porteranno a tassi di occupazione più bassi tra i lavoratori più anziani".

"Sulla base delle esperienze in altri paesi è improbabile che l'ondata prevista di pensionamenti possa creare altrettanti posti di lavoro per i giovani".

"Anche a politiche invariate - continua l'Fmi - l'Italia dovrà far fronte a pressioni pensionistiche significative nei prossimi 2-3 anni, che metterà a dura prova i conti pubblici". Di qui "l'urgenza di razionalizzare gli eccessi all'interno del sistema" previdenziale, "ad esempio collegando strettamente le prestazioni ai loro contributi), mantenendo l'indicizzazione dell'età pensionabile all'aspettativa di vita e adeguando i parametri pensionistici" alle disponibilità.

La trappola del reddito di cittadinanza

Dal Fondo Monetario Internazionale critiche anche al reddito di cittadinanza. Nel documento si ricorda come al Reddito sia destinata una quota pari allo 0,5% del Pil ma si segnala anche i pericoli legati a un elevata livello di partecipazione ma anche al fatto che alcuni beneficiari potrebbero cercare di combinare i benefici con il lavoro in nero.

"Vista la forte evasione fiscale e le dimensioni dell'economia sommersa, sarà necessaria una grande attenzione per garantire la corretta destinazione degli incentivi".

Senza contare che un forte impatto sul reddito "con benefici generosi, potrebbe anche spingere i lavoratori a basso reddito a smettere di cercare un'occupazione" con una ricaduta "nella trappola della povertà".

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