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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Torino

Embraco, lo spiraglio di Calenda: “C'è un'azienda straniera interessata”

Il ministro dello Sviluppo economico ha parlato di un possibile acquirente: “Lo scouting va avanti”. Gentiloni: “No a forme di dumping sociale e fiscale in Ue”

Mentre continua lo scontro tra il Governo e la Embraco, l'azienda che intende licenziare 497 dipendenti nel Torinese, arriva un barlume di speranza. A renderla nota è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che pochi giorni fa era apparso stizzito dopo un confronto con i vertici della multinazionale controllata da Whirlpool: “Invitalia, l'agenzia del ministero dello Sviluppo che si occupa di attrarre gli investimenti esteri, sta incontrando a Roma un'azienda straniera che potrebbe essere interessata a Embraco. Sta andando avanti lo scouting - ha spiegato - incontrerò i sindacati la prossima settimana e darò loro gli aggiornamenti”.

Gentiloni: “No a forme di dumping sociale e fiscale in Ue”

 "Non possiamo permetterci o almeno non possiamo permettere all'interno dell'Unione Europea che ci siano forme di dumping fiscale e sociale che rendono tutto troppo difficile. Per questo il governo del caso Embraco ne ha fatto un caso esemplare perché riguarda il modo in cui si sta nell'Unione Europea". Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha parlato a Milano durante il suo intervento in occasione dell'inaugurazione della nuova sede di Cefriel, del caso Embraco. Il premier parlando di innovazione digitale e industria 4.0 ha detto: "Conosciamo dimensioni e rischi, dobbiamo combattere per evitare che questi rischi si materializzino. Anche l'impegno con cui il governo si sta impegnando contro alcune delocalizzazioni ha questo significato".

La commissaria Vestager: “Niente delocalizzazioni con i soldi pubblici”

Le delocalizzazioni di imprese all’interno dell’Ue, come nel caso della Embraco (gruppo Whirlpool) che intende chiudere lo stabilimento di compressori per elettrodomestici di Riva di Chieri (Torino) per trasferire la produzione in Slovacchia, devono sottostare a regole europee precise quando sono coinvolto aiuti e incentivi pubblici, perché il denaro dei contribuenti, come per esempio quello dei Fondi strutturali comunitari, “dovrebbe servire a creare nuovi posti di lavoro, non a spostare posti di lavoro da uno Stato all’altro”. Lo ha detto, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo al suo incontro di ieri con il ministro italiano dello Sviluppo economico Carlo Calenda, in cui si è parlato, fra l’altro, proprio della vicenda Embraco. “Qualunque azienda può individuare nel trasferimento della propria produzione in un altro Stato membro una opportunità di business, secondo la propria logica industriale, si possono avere delle buone ragione per farlo, e questo non è assolutamente una cosa che ci preoccupi. Ma diventa una nostra preoccupazione se c’è il coinvolgimento del denaro dei contribuenti”, ha spiegato Vestager. 

Embraco, operaio si incatena ai cancelli: “Non mollo”

Tanto che, ha aggiunto, “dapprima nel 2014 e poi di nuovo l’anno scorso, abbiamo introdotto delle regole più rigorose per impedire che il denaro dei contribuenti sia usato per trasferire i posti di lavoro da uno Stato membro a un altro. Perché, ad esempio, i Fondi strutturali comunitari devono servire a creare nuovi posti di lavoro, e non a spostarli da un paese Ue all’altro”. Si tratta, insomma, di “una questione che abbiamo a cuore, e questo si riflette nel fatto che abbiamo introdotto delle regole più stringenti”. E, ha ricordato ancora la commissaria, “una delle cose che abbiamo fatto, per accertare che, per esempio, i Fondi strutturali non vadano a finanziare trasferimenti di posti di lavoro da uno Stato membro a un altro, è stato stabilire che non si possono fare licenziamenti per due anni prima di ricevere gli aiuti e per due anni dopo averli ricevuti. E questo – ha sottolineato Vestager – è un impegno che le aziende devono prendere e firmare, e che rende efficaci queste regole”.

Torino, il corteo dei lavoratori Embraco (FOTO ANSA)

Sciopero dei metalmeccanici torinesi

Dopo oltre dieci anni i metalmeccanici torinesi tornano in piazza unitariamente sul tema della crisi a partire dai casi Embraco e Comital. L’iniziativa hanno annunciato oggi i segretari provinciali Federico Bellono (Fiom) , Claudio Chiarle (Fim) , e Dario Basso (Uilm) si terrà entro il 15 marzo. Crisi, ammortizzatori sociali, ruolo delle multinazionali al centro dell’iniziativa che vuole superare , sfruttando anche l’eco e la rilevanza della vicenda Embraco, ha dichiarato Bellono “la solitudine delle singole vertenze aziendali del recente passato”. Il due marzo inoltre è prevista alla Gam , in preparazione dello sciopero, un’assemblea unitaria dei delegati dei tre sindacati sui problemi occupazionali dell’area metropolitana con la probabile partecipazione dei vertici nazionali. L’obiettivo è stato spiegato è quello di togliere il caso Embraco dalla campagna elettorale, malgrado il tempo rimasto non sia molto. E di affrontarlo come ha detto Chiarle nel quadro delle “opportunità e prospettive del territorio”.

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