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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Nutri-Score, l'etichetta 'semaforo' per alimenti: cos'è e perché potrebbe essere ingannevole

La Nestlé ha reso noto che entro il 2019 introdurrà la nuova etichetta nutrizionale nei Paesi europei. Polemiche in Italia, Codacons e Coldiretti: "E' ingannevole e fuorviante"

Entro la fine del 2019 arriverà anche in Italia l'etichetta nutrizionale a 'semaforo' chiamata 'Nutri-Score', che dovrebbe comparire sui prodotti distribuiti in Europa dalla Nestlé. Una novità che la multinazionale svizzera introdurrà prima in Francia, Belgio e Svizzera, dove le autorità sanitarie nazionali già raccomandano il bollino che classifica gli alimenti con cinque colori e altrettante lettere da A a D secondo il loro contenuto di ingredienti 'buoni' (fibre, frutta) o 'cattivi' (grassi, zuccheri). 

Etichetta Nutri-Score: cos'è e come funziona

Le etichette nutrizionali sulla confezione degli alimenti servono per aumentare la consapevolezza dei consumatori sulle caratteristiche del cibo che stanno per comprare. Nel 2018 la rivista Nutrients ha indagato sulle differenze tra le varie tipologie di etichette, con la ricerca online che ha 'eletto' la Nutri-Score come la più chiara ed efficace rispetto alle altre opzioni. Come funziona? Molto semplice: l'etichetta fornisce un punteggio nutrizionale grazie ad una sorta di semaforo composto da cinque spazi con lettere e colori (A verde, B verde chiaro, C giallo, D arancione, E rosso).

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Tale etichetta divide i prodotti in cinque categorie, attribuendo un punteggio in base alla quantità di nutrienti contenuti in 100 grammi di prodotto, distinguendo tra componenti buoni e negativi: quelli buoni sono frutta, verdura, noci, fibre e proteine, mentre quelli negativi sono grassi saturi, zucchero, sodio e calorie.

Le polemiche sull'etichetta Nutri-Score

Le etichette nutrizionali sui prodotti alimentati sono uno degli argomenti più dibattuti ed ostici al livello europeo. Se ne discute dal 2014, quando il Regno Unito adottò un'etichetta a semaforo, per poi passare al keyhole di colore verde utilizzato nel nord Europa, fino al Nutri-Score, raccomandato in Francia dal 2017 e che dovrebbe trovare spazio anche in Spagna, oltre che in Svizzera e Belgio. Nel corso degli anni molte grandi aziende, come  Coca-Cola Company, Unilever o Pepsi, hanno cercato di proporre delle loro ipotesi di etichette alternative, senza trovare però risultati soddisfacenti. In attesa che la  Commissione europea pubblichi un rapporto che faccia chiarezza su queste etichette nutrizionali semplificate, la decisione di adottare Nutri-Score da parte di Nestlé ha scatenato le prime polemiche in Italia, con Coldiretti e Codacons che hanno 'bollato' come ''ingannevole e sbagliata' questa etichetta. 

Etichetta Nutri-Score, Codacons: "Fuorviante e ingannevole"

La prima bocciatura per il sistema del “semaforo” in etichetta annunciato da Nestlé sui prodotti diffusi nei Paesi europei arriva dal Codacons: ''Più che un sistema per indirizzare i consumatori verso una corretta alimentazione sembra uno scherzo – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il semaforo in etichetta è una semplificazione estrema, fuorviante ed ingannevole per i consumatori, con effetti negativi per tutti (agricoltori, utenti, e Made in Italy). Il messaggio lanciato dal semaforo è che alcuni prodotti facciano male a prescindere, senza tenere conto delle quantità consumate. Così facendo si confondono i consumatori e si arreca un danno ai produttori di determinati alimenti, come olio d’oliva, prosciutto e formaggi, tutti prodotti dove l’Italia primeggia rispetto al resto del mondo''.

''Semmai andrebbe incentivata la lettura delle indicazioni nutrizionali, così da far capire ai cittadini le quantità giuste da consumare ogni giorno a seconda dell’alimento – prosegue Rienzi – Per tale motivo siamo pronti a dichiarare guerra alle multinazionali dell’alimentare, anche attraverso boicottaggi mirati delle aziende che adotteranno tale sistema''.

Coldiretti: "Il Nutri-Score è intempestivo e sbagliato"

Insieme alla critica del Codacons è arrivata quella del presidente della Coldiretti Ettore Prandini: ''Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy''.  

''Si tratta – sostiene Prandini – di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il Nutri-Score francese ma anche quello a livello internazionale dove l’Italia ha recentemente sventato il tentativo di promuovere bollini allarmistici che avrebbero colpito le tipicità Made in Italy in una risoluzione dell’Onu''.

''Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sottolinea Prandini – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa Prandini – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate''.

''È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché – conclude Prandini – l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo sullo specifico prodotto''.

Nutri-Score, Federalimentare: "Contro ogni tipo di etichetta discriminatoria"

Sul tema delle etichette alimentari si è espressa anche Federalimentare, che si è detta contraria ad ogni sistema di etichettatura degli alimenti che discrimini alcuni cibi rispetto ad altri tramite colori, lettere, segnali di avvertimento o qualsiasi forma di classificazione.

''Questi sistemi, che siano i "semafori" inglesi, il "Nutriscore" francese, o gli ottagoni neri adottati dal Cile e dal Perù, non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme. Gli scienziati e i nutrizionisti più autorevoli, infatti, sono concordi nel sostenere che una buona dieta si ottiene attraverso un’alimentazione varia e bilanciata, con un’appropriata assunzione di tutti i nutrienti. I sistemi di etichettatura a colori, invece, tendono a scoraggiare il consumatore dall’acquisto di tutti i prodotti ricchi in sale, grassi saturi o zuccheri, bollandoli come nocivi per la salute. Tra questi prodotti figurano tutti i cibi più tipici della tradizione italiana e della dieta mediterranea, malgrado la loro indiscutibile qualità".

La Federazione Italiana dell'Industria Alimentare fa l'esempio dell'olio extravergine d’oliva: "E' stato penalizzato per i grassi nonostante le sue numerose proprietà benefiche, come il potere antiossidante o l’attività di prevenzione dei disturbi cardiovascolari. Nonostante ciò, l’olio EVO nel Regno Unito è marchiato con il semaforo rosso, in Cile con un segnale di pericolo per la salute e in Francia riceve dal “Nutriscore” un giudizio inferiore a quello assegnato all’olio di colza".

“Tutti i principali indicatori della salute classificano l’Italia tra i Paesi più sani nel mondo, a partire dalla longevità. – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare - Uno dei motivi principali di questo stato di grazia è la nostra alimentazione basata sulla dieta mediterranea, la cui salubrità è certificata da 50 anni di studi. Al contrario, un algoritmo come quello su cui si basa il Nutriscore, non può vantare basi scientifiche consolidate negli anni solide al punto da suggerire alle popolazioni di modificare drasticamente le proprie abitudini alimentari” – ha concluso il presidente.

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