Ex Ilva, la nuova ipotesi per il salvataggio "arriva dall'Inghilterra"
L'azienda siderurgica britannica British Steele è molto simile all'ex Ilva a causa di varie criticità, anche ambientali. Un colosso cinese la salverà ma con precise garanzie finanziarie (prestiti e sgravi fiscali). Il governo italiano incontrerà nei prossimi giorni i consulenti
Ex Ilva, lo stallo non si sblocca. Per un possibile salvataggio si parla ora del modello British Steel. Di che cosa si tratta? Secondo quanto riportato negli scorsi giorni da più quotidiani, il governo incontrerà nei prossimi giorni i consulenti che hanno lavorato alla proposta di acquisto arrivata dalla società cinese all’azienda siderurgica britannica British Steel. L'ipotesi rilanciata in particolare dal Sole 24 Ore è che si stia ragionando sullo stesso schema anche per Taranto.
Ex Ilva, che cos'è il modello British Steele
L'azienda siderurgica britannica è considerata molto simile all’ex Ilva di Taranto a causa di varie criticità, anche quelle ambientali. Da mesi era finita in amministrazione straordinaria, perdendo un milione di sterline al giorno. Il nuovo accordo, che ancora deve essere ratificato, è un affare da 70 milioni di sterline, e prevede l’impegno di Jingye (colosso cinese) a investire 1,2 miliardi di sterline nel prossimo decennio e di salvare migliaia di posti di lavoro, con precise garazie finanziarie del Governo di Boris Johnson (centinaia di milioni di sterline in prestiti e sgravi fiscali). Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, era proprio in Cina quando è scoppiata la bomba Ilva, ma ha negato di aver avuto interlocuzioni sull'argomento.
La Cina ha messo gli occhi da tempo sull’acciaio europeo, acquisendo in Serbia l'acciaieria Smederevo, una delle più grandi dei Balcani, e ancor prima rilevando Duferco Trading, trader europeo dell’acciaio con sede in Svizzera.
Il tempo è poco. L'annuncio dello spegnimento degli altiforni per il 13 dicembre sta facendo precipitare la situazione e la battaglia legale si preannuncia lunga. "Ha firmato un contratto con lo Stato, ci dobbiamo far rispettare. Quella multinazionale deve restare lì". Così Luigi Di Maio all'arrivo all'Hotel Mediterranea di Salerno, a conclusione del suo tour campano, commentando le vicende legate all'Ilva di Taranto.
Ilva, aziende indotto protestano davanti allo stabilimento
Oggi intanto diversi mezzi pesanti si sono già schierati davanti alle portineria dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto in segno di protesta per i crediti vantati in generale dalle aziende dell'indotto (non sono dagli autotrasportatori) nei confronti dei gestori di Arcelor Mittal. Secondo quanto si apprende alpresidio sono arrivati e arriveranno anche da fuori regione. Sul posto sono arrivati il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il presidente della Confindustria Taranto Antonio Marinaro.
Boccia: "Lo Stato a Taranto ci sarà"
"Qualsiasi cosa dovesse accadere, lo Stato a Taranto ci sarà". Lo ha detto Francesco Boccia a margine di 'Tutta un'altra storia'. "Il presidente del Consiglio e tutto il governo hanno detto a Ilva che se il problema fosse stato lo scudo, quel problema sarebbe stato risolto in tempi rapidi", ha spiegato il ministro della Coesione.
"Il nodo è un altro ed è che i vertici di ArcelorMittal hanno ricattato il Paese in maniera ingiustificabile. Noi non abbiamo accettato il ricatto occupazionale, nessun Paese può accettare un ricatto di questa natura e abbiamo reagito e io penso che stia reagendo l'intero sistema Paese -ha aggiunto il ministro-. Io mi auguro che i vertici di Mittal possano comprendere che con l'Italia non si fa alcun ricatto e non si scherza. Penso stia venendo fuori la forza dello Stato di diritto e credo possano stare tranquilli tutti: qualsiasi cosa accada, ci sarà lo Stato. Io mi auguro che Mittal nelle prossime ore riveda la propria posizione, se cosi' non dovesse essere sara' inevitabile rafforzare l'amministrazione straordinaria".