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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Fase 2, nessun caos trasporti: ma è già tempo di pensare a soluzioni di lungo periodo

Ieri nessun caos trasporti. Il ministro De Micheli: "C'è stata grande autodisciplina". Ma cosa si dovrà cambiare in prospettiva? La diversificazione degli orari di avvio delle attività scolastiche, universitarie, lavorative, produttive sarebbe la soluzione più pratica

Nessuna vera criticità, nessun caos, a parte pochi isolati episodi dovuti alla frequenza di passaggio dei mezzi pubblici. Da ieri siamo in fase 2, con il ritorno al lavoro di alcuni milioni di cittadini e il permesso di circolazione all'interno delle regioni (e anche fuori per rientrare alla propria residenza). Traffico più intenso un po' ovunque, le auto che circolano - spiegano gli addetti ai lavori - non sono numerose come nel periodo pre-Covid ma si registra una crescita considerevole. A segnare la differenza nelle città rispetto all'epoca pre-coronavirus sono i negozi, che restano chiusi a parte poche eccezioni. Per verificare eventuali aumenti di contagi bisognerà in ogni caso aspettare 10-14 giorni. 

Esprime soddisfazione la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, dopo il primo giorno di Fase 2: "Le previsioni del governo - dice in una intervista a Repubblica - sono state confermate. Da due settimane ripetiamo che l'apertura sarebbe stata graduale e che al massimo il 10% dei 'lavoratori di ritorno', circa 300mila persone in tutta Italia, avrebbero usato i mezzi pubblici. Il monitoraggio di queste ore ci sta dando ragione: non c'è stato nessun caos trasporti". "Sui treni a lunga percorrenza - osserva la ministra - hanno viaggiato il 5% di passeggeri in più rispetto alla settimana precedente. Fino alle 15, tra Genova e Roma sono partite in tutto 160 persone: 41 in più di lunedì scorso. Sul Torino-Napoli 100 in più. Tra Roma e Bolzano 13 in più. Non proprio un esodo di massa". Sui treni regionali - prosegue De Micheli - l'incremento medio è del 7%. E sui mezzi pubblici urbani non abbiamo mai superato le 15 persone in più rispetto al lunedì precedente. In tutte le città le metropolitane viaggiano sotto la capacità programmata".

Per quanto riguarda il traffico privato in aumento, la ministra dice: "Normale che ci siano più auto in strada. Ma la nostra previsione è che anche il traffico veicolare sarà progressivo e con l'analisi dei flussi potremo governarlo". La ministra ieri di buon mattino è andata a Termini, ha controllato gli ingressi della metro e poi è tornata col bus al ministero, confortata da quando visto: "La prima cosa che mi viene da dire è chapeau per la grande autodisciplina dimostrata dalle persone. Tutti rispettano le indicazioni, siedono dove è segnato, mantengono il distanziamento e se vedono che il bus è pieno non salgono. Sono rimasta davvero impressionata. È poi da sottolineare la notevole capacità di organizzazione delle aziende" di trasporto pubblico locale.

Altra idea è quella di "verticalizzare, ossia viaggiare uno dietro l'altro su treni, bus, aerei e navi" dice De Micheli, in una intervista a La Repubblica sulle modalità di utilizzo dei trasporti durante la "Fase 2" dell'emergenza Covid-19. Con obbligo di mascherina ma senza, al momento, multe previste. Alla domanda del quotidiano sul quando ci si potrà tornare a muovere liberamente, "ogni decisione dipenderà dai livelli di contagio - risponde De Micheli -. Evitiamo di fare come in altri paesi che poi sono dovuti tornare indietro"

Che cosa si può migliorare sul fronte trasporti? Alcuni sindacati, per aumentare la sicurezza e garantire davvero il distanziamento sociale sui mezzi pubblici - oggi l'unica vera arma che abbiamo per sconfiggere il coronavirus - chiedono alle aziende di trasporto pubblico locale di ripristinare l'intero servizio (oggi non sono ancora in strada il 100 per cento dei mezzi e delle corse) per ridurre gli assembramenti a bordo dei mezzi. In questa fase è evidente che i mezzi di trasporto collettivi (ferrovie, autobus, metropolitane) sono di per sé più pericolosi dei modi individuali, a due o a quattro ruote. Per i trasporti urbani e suburbani, si dovrà ragionare se diluire le punte orarie e giornaliere per lavoratori e studenti: sarebbe la soluzione non solo meno costosa (il dimensionamento di mezzi e personale dei servizi è basato sulle punte "storiche", alle 9 e alle 5 su 5 giorni dal lunedì al venerdì), ma anche quella che potrebbe risultare efficace anche in un più lungo periodo. L'eventuale scaglionamento eviterebbe da subito l’assembramento negli orari di punta sui mezzi pubblici: la diluizione delle presenze a lavoro nell’arco delle 24 ore determinerà una diluizione degli spostamenti nell’area cittadina. Dal 18 maggio, quando potrebbero riaprire molte più attività, e ancor più da settembre quando riapriranno (ci si augura) le scuole, evitare il sovraffolamento sui mezzi pubblici nelle ore di punta sarà la vera sfida.

Non sarà semplice, se non ci sarà una diversa riorganizzazione del mondo del lavoro. Se nelle fasi emergenziali la domanda di mobilità pubblica potrebbe subire una riduzione di circa il 50%, quando l'emergenza sarà almeno parzialmente alle spalle, i mezzi pubblici torneranno a essere indispensabili per moltissimi cittadini. Non tutti hanno un'auto o uno scooter, né possono permetterseli. Non tutti - per vari motivi - possono percorrere chilometri e chilometri in bici o a piedi. La diversificazione degli orari di avvio delle attività scolastiche, universitarie, lavorative, produttive consentirebbe di distribuire gli spostamenti e, quindi, la domanda di mobilità in mondo più fluido nell’arco della giornata evitando le curve, tipiche del tpl, caratterizzate da orari "di punta" ed orari "di morbida". Questa misura è già da sola di per sé idonea a limitare gli assembramenti e a soddisfare livelli accettabili di domanda di mobilità senza produrre effetti insostenibili sul congestionamento urbano. Ma servono progettazione e confronto a tutti i livelli, perché per molte aziende sarebbe una rivoluzione a livello organizzativo. Lo si dice da settimane, c'è stato un mondo pre-coronavirus e ci sarà un mondo post-coronavirus. Il trasporto pubblico deve essere al centro del dibattito.

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