Perché lo scandalo Volkswagen può segnare la fine del diesel
Secondo molti esperti la coperta è corta: per le auto a gasolio sarà sempre più difficile garantire prestazioni adeguate rispettando gli standard di inquinamento
Lo scandalo Volkswagen potrebbe rappresentare l’inizio della fine per i motori diesel. All'indomani dell'ammissione da parte di Berlino di aver truccato i test anche in Europa (2,8 milioni le vetture interessate nella sola Germania), molti commentatori profetizzano il canto del cigno delle auto alimentate a gasolio.
In Europa il motore inventato nel 1892 dal tedesco Rudolf Diesel equipaggia il 53% delle auto (il 55% in Italia), ma questo dato potrebbe non bastare a scongiurarne l’uscita dal mercato.
Il punto centrale è sempre lo stesso: le emissioni. E la coperta è corta: c’è chi calcola che il diesel, adeguato effettivamente alle norme anti inquinamento, finirà per costare tanto di più alle aziende.
A meno di non sacrificare le prestazioni: in tal caso, però, si può facilmente immaginare che la clientela si dirigerà su altre tipologie di auto.
Ma c’è anche un’altra grana per i costruttori di auto diesel: per mantenere le promesse di risparmio sui consumi (e quindi sulle emissioni di anidride carbonica) si aumentano quelle di ossidi di azoto. E viceversa.
Un 'paradosso' spiegato molto bene nei giorni scorsi da Valerio Berruti su Repubblica:
"Più si abbassano i limiti più si alzano i costi. E soprattutto più diventa evidente che non è possibile abbattere contemporaneamente le polveri sottili (il cosiddetto particolato) e gli ossidi di azoto (NOx). Al punto che molti esperti sostengono che le auto a gasolio hanno emissioni in media sette volte superiori ai parametri richiesti dai regolamenti. E che oltre ai costi stratosferici per abbassare i limiti d’inquinamento, l’industria dovrebbe rinunciare alle prestazioni, elemento d’acquisto ormai fondamentale per i modelli diesel".
Anche l’Economist, in un articolo uscito oggi sul magazine, scommette sulla fine del diesel e preconizza l’avvento del motore elettrico. Se lo scandalo VW significherà la morte dei motori diesel, scrive l'Economist, "così sia".
"C’è ancora spazio per migliorare i motori a benzina o per passare a auto più pulite, a metano o a idrogeno (…) Se il comportamento di VW affretterà la morte del diesel, ciò potrebbe portare , dopo tante false partenze , all’inizio dell'era dell'auto elettrica".