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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Flat tax: il cambiamento che non c'è (per le imprese), e le famiglie devono aspettare

Il senatore della Lega Bagnai (sottosegretario dell'Economia in pectore) svela come la riduzione degli scaglioni Irpef - come da nuova tassazione - non verrà applicata alle famiglie prima del 2020. E per il reddito d'impresa lo scaglione unico è già in vigore

In pensione con la quota 100, un reddito per tutti e meno tasse per tutti... anzi no, la Flat tax può aspettare. Era il cavallo di battaglia della campagna elettorale del centrodestra, poi la Lega si era impegnata a farne architettura del contratto di governo con il Movimento 5 stelle, ma ora che il "governo del Cambiamento" è approdato al timone del Paese la Flat tax che avrebbe dovuto risvegliare il Paese - in combinazione con il reddito di cittadinanza - rischia di nascere zoppa.

Flat tax sui redditi di impresa

Il senatore della Lega Alberto Bagnai, parlando a "Agorà" su RaiTre dei tempi e modi di introduzione della flat tax, ha spiegato come sia possibile introdurre la cosiddetta "tassa piatta" a partire dal 2019 ma solo per le aziende. Le famiglie dovranno aspettare (quantomeno) a partire dal 2020.

"Mi sembra che ci sia un accordo sul fatto di far partire la Flat tax sui redditi di impresa a partire dall'anno prossimo. Il primo anno per le imprese e poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie".

Le parole del senatore leghista - in odore di diventare sottosegretario all'economia - hanno provocato una vera e propria tempesta mediatica tanto che un altro senatore del Carroccio, Armando Siri ad Affaritaliani.it ha dichiarato che tutto il sistema sarà a regime per il 2020. 

Flat tax, cosa c'è scritto nel contratto Lega-5stelle

Secondo quanto Movimento 5 stelle e Lega hanno concordato nel contratto di Governo la "nuova" flat tax avrà due aliquote fisse al 15% (per i redditi fino a 80mila euro) e al 20% (per quelli superiori) per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie. La misura, già soprannominata "dual tax" è stata giudicata dall'ex commissario della Spending Review Carlo Cottarelli ha bocciato giudicandola incompatibile con i livelli di spesa:"Se si vorrà introdurre la flat tax sarà inevitabile alzarla. Non la considero una soluzione saggia, non possiamo permetterci un taglio delle tasse di 50 miliardi senza limare altre spese ed evitare gli sprechi. Cinquanta miliardi sono tanti".

La Flat tax per le imprese? C'è già

Tra le altre cose che Siri confida è come in effetti una flat tax per le imprese ci sia già e che occorre solo allargare la platea.

"La Flat Tax per le imprese c'è già - spiega Siri - e noi la estendiamo anche alle società di persone, alle Partite Iva etc. Allo stato attuale posso dire che non è vero dal prossimo anno la Flat Tax entrera' in vigore solo per le imprese, ma che ci sara' anche per le famiglie. Poi tutto sara' a regime per il 2020".

"Viene trasferito a cinque milioni di operatori quello che oggi è solo per 800mila imprese, visto che solo le società di capitali hanno la Flat Tax. Poi per le famiglie cominceremo già dal 2019 con dei parametri che andranno a perfezionarsi nel 2020 fino a completarla". 

Come ricorda anche il parlamentare Pd Luigi Marattin, parlamentare del Pd. la tassazione sui redditi di impresa esiste da qualche decennio: prima si chiamava Irpeg, e ora si chiama Ires, e tassa proporzionalmente i redditi delle società di capitali.

"A ridurla dal 27,5% al 24% è stato il governo Renzi - spiega Marattin - Nel caso il futuro sottosegretario Bagnai si riferisse, invece, agli utili di impresa delle società di persone, anche quella esiste già: si chiama Iri, e l'ha fatta sempre il governo Renzi".

Come funziona la tassazione sul reddito d'impresa

Dal 1° gennaio 2018 (come disposto dalla legge di Bilancio 2018 che ha posticipato l’entrata in vigore del regime IRI introdotto dalla legge di Bilancio 2017) le imprese individuali e le società di persone possono decidere di esercitare l’opzione per il regime di tassazione con aliquota proporzionale del 24 per cento dell’imposta sul reddito d’impresa (IRI). 

La IRI è stata pensata come un'unica Imposta sul Reddito Imprenditoriale da applicare sia al reddito d’impresa, soggetto all'IRES, che al reddito di lavoro autonomo, soggetto ad IRPEF.

Addirittura la trasformazione dell'Ires in Imposta sul Reddito Imprenditoriale, era già stata prevista con la Finanziaria 2008 che però non mai entrata in vigore per mancanza dei decreti attuativi. Ora la norma, introdotta dall’art. 1, commi da 547 a 549, della legge 232/2016, si applica alle imprese individuali, le società di persone e, al ricorrere di determinate condizioni, le S.r.l. a ristretta base sociale.

L'obiettivo del Governo è quello di incentivare gli imprenditori che decidono di reinvestire i proventi nell'azienda o nel lavoro autonomo, in modo da rafforzare soprattutto il patrimonio delle piccole imprese. 

Infatti l'aliquota unica e fissa pari al 24% si applica solo al reddito d'impresa o al reddito di lavoro autonomo mentre gli utili prelevati dal titolare o dai soci continueranno a essere soggetti alle aliquote progressive dell'Irpef in base agli scaglioni di reddito.

Per esempio, se in una società costituita da 2 soci con reddito d’impresa pari a 300.000 euro, ognuno dei due soci preleva 150.000 mila euro, la tassazione della società, sarà:

sui 150.000 euro, lasciati in azienda sarà applicata l’aliquota IRI al 24%: per cui 36.000 euro

sui 150.000 euro, distribuiti tra i soci, si applicherà l’IRPEF al momento del prelievo.

Ma quali sono gli scaglioni attuali dell'Irpef

  1. Redditi da 0 a 15.000 euro: per i redditi all'interno di questo range, si applica un'aliquota IRPEF al 23% ciò significa che se si ha un reddito complessivo di 15 mila euro la tassazione dovuta allo Stato è pari a 3.450 euro.
  2. Redditi tra 15.001 e 28.000 euro l'aliquota da calcolare per questa seconda soglia è pari al 27% mentre per la parte eccedente i 15.000 euro si calcola 3.450,00 + 27%.
  3. Redditi tra 28.001 e 55.000 euro: aliquota è del 38% mentre sulla parte che eccede i 28.000 euro si calcola così: 6.960,00 + 38%.
  4. Redditi tra 55.001 e 75.000 euro: aliquota IRPEF pari al 41% mentre sulla parte eccedente i 55.000 euro si calcola 17.220,00 + 41%.
  5. Redditi sopra i 75.000 euro: l'aliquota è pari al 43% per chi guadagna più di 75 mila euro deve versare allo Stato italiano tasse per la parte eccedente pari a 25.420,00 euro + 43%.

Quindi cosa c'è di vero

Alla fine di tutti questi conti qual'è la sostanza? Dire che si introduce una tassazione piatta è una non novità perché già esiste per le imprese. Quello che si propone il nuovo Governo è di abbassare l'aliquota entro il 2019.

Più difficile arrivare ad una riforma organica della tassazione sulle famiglie, oggi come abbiamo visto predisposta su 5 scaglioni. Un'impresa che dopo la propaganda elettorale già vede allungarsi i tempi per l'applicazione "al 2020". 

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