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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Flat tax, per qualcuno esiste già

Sono più di 600mila i possessori di piccole partite Iva che nel 2016 hanno scelto il regime forfettario, potendo così usufruire di una tassazione con aliquota unica al 15%. Più o meno quello che succederebbe se entrasse in vigore la proposta del centrodestra

La flat tax, insieme al reddito di cittadinanza, è uno dei temi politico-economici più discussi del momento. La proposta che prevede l'introduzione di un modello di tassazione 'piatta' con un'aliquota tra il 15% e il 23%, è stata il cavallo di battaglia in campagna elettorale del centrodestra,  ma non trova il beneplacito del Movimento 5 Stelle, più orientato ad adottare una misura di contrasto alla povertà, come appunto il reddito di cittadinanza. 

Reddito di cittadinanza e flat tax, perché sono due proposte inconciliabili

Mentre la flat tax rimane, ad oggi, soltanto una proposta, ci sono contribuenti che già godono di un regime fiscale molto simile a quello proposto da Forza Italia e Lega. Si tratta di quei 665mila possessori di piccole partite Iva che nel 2016 hanno potuto usufruire del cosiddetto regime forfettario, che al livello tributario prevede un'aliquota pari al 15%. A rivelarlo sono i dati contenuti nell'Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal Ministero dell'Economia e della Finanza

I requisiti

Ma non tutti i possessori di partita Iva possono usufruire del regime agevolato, esistono infatti alcuni requisiti fondamentali, che sono i seguenti:

  • aver conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a determinati limiti (diversificati in base al codice Ateco sotto cui ricade l'attività svolta);
  • aver sostenuto spese complessive per lavoratori dipendenti, parasubordinati e associati in partecipazioni con solo apporto di lavoro, non superiori a 5mila euro lordi;
  • aver sostenuto spese per stock di beni strumentali di ammontare complessivo non superiore a 20mila euro.

I vantaggi

ll contribuente forfetario può applicare un’imposta sostitutiva sul reddito e pari al 15% del reddito imponibile. Tale imposta sostituisce le imposte sui redditi, le addizionali regionali e comunali e l'Irap.L’imposta sostituiva è del 5% anziché del 15% per i primi 5 anni di attività. Altro vantaggio del nuovo 'regime dei minimi' è il fatto che non sia prevista una scadenza legata ad un numero di anni di attività o al raggiungimento di una particolare età anagrafica. Infine, non bisogna dimenticare le semplificazioni burocratiche: chi aderisce a questo regime fiscale non è obbligato a comunicare all'Agenzia delle Entrate i dati delle fatture per lo Spesometro.

Flat tax, come funziona e a chi conviene davvero l'aliquota unica

I rischi

Ma non è tutto oro quel che luccica. Non ci sarebbe neanche il dibattito sulla flat tax se avesse soltanto aspetti positivi. Oltre ai vantaggi per i contribuenti, esistono anche dei limiti e dei rischi. Il primo 'scoglio' è stato sollevato dall'Acta, un'associazione di freelance che ha confrontato le partite Iva italiane con quelle europee, mostrando come molti contribuenti, spinti dalla possibilità di godere della flat tax, si siano lanciati in nuove avventure professionali, anche senza le dovute competenze, ma soltanto per avere un regime fiscale agevolato. Un fenomeno che, con il passare dei tempi, potrebbe rivelarsi negativo,  sia l'abbassamento della qualità dei servizi offerti, sia per la compressione dei prezzi.

Flat tax, cosa succede dove è applicata

Il secondo rischio è dato dalla soglia di reddito che, se superata, fa scattare la normale tassazione. Molti contribuenti potrebbero decidere di limitare i proprio introiti, per non rischiare di pagare troppe tasse. Un altro fenomeno che potrebbe avere effetti negativi sulla crescita dell'economia, locale e nazionale. Problemi che al momento non sussistono, ma che dovranno essere affrontati con intelligenza e tempismo, nel caso in cui la flat tax venisse estesa a tutti gli italiani. 

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