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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Flat tax, solo "una provocazione": ma così Salvini rimette Siri in pista

Alla riunione economica della Lega con Salvini ci sarà anche Siri, l'ex sottosegretario "dimissionato" dopo essere stato indagato per corruzione: "Ha teorizzato la flat tax, fiducia totale in lui". Ma secondo gli esperti i maxi tagli fiscali fino a 50 miliardi di euro sono impossibili

La Lega ci punta forte, ma per più di qualcuno trattasi di promessa semplicemente irrealizzabile. Al centro del dibattito torna la flat tax. "L'obiettivo è già nella prossima legge di Bilancio fare una manovra anticiclica, investire sulla crescita e non sull'aumento delle tasse. Del resto ho visto parole diverse anche in Europa, come quella di Moscovici" dice il vicepremier Matteo Salvini, in conferenza stampa al Viminale, rispondendo a chi gli chiedeva se la flat tax sarà inserita già nella prossima legge di bilancio. Proprio sulla flat tax oggi alle 15 Salvini vedrà i tecnici economici della Lega. "Io - ha spiegato - ho il quadro di insieme, ci sono i tecnici che stanno lavorando a questo, non vorrei prevalere sul lavoro altrui. L'obiettivo è di semplificare, razionalizzare e lasciare libertà di scelta tra regimi fiscali diversi". La flat tax, ha concluso, "è nel contratto". La flat tax nei piani leghisti sarebbe al 15% per ogni nucleo familiare che guadagna meno di 50mila euro.

Alla riunione economica della Lega al tavolo con Salvini ci saranno Borghi, Bagnai, Giorgetti, Bitonci, Garavaglia "e anche Armando Siri", ha detto il ministro dell'Interno. "Lui ha teorizzato la flat tax, e ho fiducia totale nel sottosegretario per il lavoro che ha fatto e che farà". Le deleghe di Siri  sono state revocate a causa delle pressioni del Movimento 5 stelle meno di un mese fa.

Il premier Giuseppe Conte frena: "Non abbiamo ancora iniziato a discutere di manovra economica e di riforma fiscale. Fatemi riprendere dopo la competizione le fila del dialogo con gli esponenti delle forze di maggioranza e inizieremo ad analizzare i dossier". 

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"La flat tax è solo una provocazione"

Secondo molti esperti i maxi tagli fiscali fino 50 miliardi di euro auspicati da Salvini altro non sono che "una provocazione". "Salvini spara alto sapendo che non è possibile varare una flat tax da 30-50 miliardi. Queste risorse non esistono, quindi è una provocazione", dicono fonti governative all'agenzia Adnkronos. D'altra parte, che il costo della tassa piatta al 15% fosse entro una forchetta compresa tra i 30-50 mld non è una novità. Era già chiaro quando si lavorava alla stesura dell'ultima Legge di Bilancio. E il taglio Irpef trovava favorevole anche il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a patto che fosse una misura ragionata e graduale da finanziare con il riordino delle tax expenditures. Favorevole all'inserimento della tassa piatta nell'ultima Legge di Bilancio anche M5s ma la Lega in quel passaggio decise di puntare tutta la sua 'posta' su Quota 100, limitando la flat tax all'intervento sugli autonomi.

Oggi come oggi la realtà dice altro: il piano di shock fiscale è una missione impossibile, per più di un motivo, ad esempio la sfiducia dei mercati, le casse pubbliche vuote e la Ue sul piede di guerra. A breve dovrebbe infatti arrivare la lettera della Commissione europea al Mef per chiedere chiarimenti convincenti sui rialzi del debito pubblico. Una missiva nella quale Bruxelles chiederà quali siano i fattori rilevanti di cui tenere conto nel valutare il mancato rispetto da parte dell'Italia della regola del debito, cresciuto nel 2018 al 132,2 per cento del Pil, dal 131,4 per cento del 2017. Ma il momento della verità sarà il 5 giugno quando l'esecutivo Ue pubblicherà le raccomandazioni sull'Italia con le quali potrebbe aprire una procedura alla luce delle deviazioni sui conti.

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"La campagna elettorale è finita, le elezioni ci sono state ma il Governo continua a fare promesse a tutto spiano, sostenendo di non voler rispettare i vincoli europei di finanza pubblica su deficit e debito nonostante lo spread continui a salire. Già nel 2020 il deficit è previsto salire al 3,5% del Pil nel caso in cui l'Esecutivo non intenda far scattare le clausole di salvaguardia sull'aumento dell'IVA previste dalla legislazione vigente, pari a 23,1 miliardi, come giurato dai due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Un livello che eccederebbe la soglia del 3,0% stabilita dai Trattati europei. Ora, la Lega afferma di essere pronta a proporre l'introduzione della flat tax per famiglie e imprese che costa all'incirca 30 miliardi di euro. Facendo due conti, se questa fosse approvata davvero nella prossima Legge di Bilancio, il rapporto deficit/Pil lieviterebbe alla cifra monstre del 5,2%. Matteo Salvini ha anche detto che il Governo continuerà a spendere fin quando il tasso di disoccupazione non sarà sceso al 5,0% che è, tanto per fare un esempio, quello che attualmente si verifica in Germania. Temiamo che gli investitori internazionali, che già si sono rimessi a vendere i nostri titoli di Stato, non prenderanno bene quest'ennesima provocazione da parte del leader della Lega". Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

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