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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Franco africano e migranti, quello che i 5 Stelle non dicono

La crociata del M5s contro la moneta garantita dalla Banca centrale francese. Di Battista: "Finché non si strapperà questa banconota le persone continueranno a scappare". A guardare i numeri però le cose non stanno proprio così

È vero che il Franco CFA, la moneta in uso in 14 ex colonie francesi, contribuisce in maniera sostanziale ad alimentare i flussi migratori verso l’Europa? È questa la tesi che sempre più spesso si sente ripetere in ambienti sovranisti e/o governativi. Per Giorgia Meloni, ad esempio, "alla base dell’immigrazione c’è anche il neocolonialismo francese in Africa e l’usura fatta con la moneta coloniale Franco CFA".

Anche Di Maio ha tirato in ballo la Francia che secondo il vicepremier "in Africa continua ad avere delle colonie di fatto" grazie alla moneta "che continua a imporre nelle sue ex colonie". Si tratta di soldi, ha tuonato il capo politico del M5s, che Parigi "usa per finanziare il suo debito pubblico e che indeboliscono le economie di quei paesi da dove, poi, partono i migranti".

Di Battista strappa una banconota in diretta tv

E il fatto che la nuova strategia comunicativa dei 5 Stelle sui migranti voglia far leva soprattutto sui sentimenti anti-francesi è stato chiaro dopo le parole pronunciate ieri sera da Alessandro Di Battista, ospite di Che Tempo che fa. Il dirigente M5s si è presentato da Fazio con in mano il fac simile di una banconota da 10mila franchi CFA che poi ha strappato in diretta. Secondo l’esponente pentastellato, i 14 Paesi africani dove oggi viene usata questa moneta "sono costretti a versare circa il 50 per cento dei loro denari in un contro corrente gestito dal Tesoro francese col quale ci pagano una cifra irrisoria del debito pubblico francese pari circa allo 0,5 per cento".

"Ma soprattutto - ha incalzato Di Battista - con questo controllo geopolitico dell'area, la Francia gestisce la sovranità di questi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, la loro sovranità monetaria e fiscale". Per cui "se non affrontiamo il tema della sovranità monetaria in Africa non se esce più".

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Cos'è il Franco CFA

Insomma, come stanno le cose? Intanto va ricordato che il franco CFA viene utilizzato oggi in sei Paesi dell'Africa centrale (Camerun, Repubblica centrafricana, Congo, Gabon, Guinea equatoriale, Ciad) e in otto Paesi dell'Africa occidentale (Benin, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Guina Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo). Il franco CFA aveva parità con il franco francese e ora 655,957 CFA equivalgono a 1 euro. La moneta è gestita dalla Banca centrale francese e pertanto le banche centrali dei 14 stati africani devono depositare del denaro per compensare eventuali fluttuazioni del cambio.

Secondo Il Post, i depositi ammontano a circa 7 mila miliardi di franchi CFA, ossia poco più di 10 miliardi di euro. Investendo quel denaro la Francia riesce a recuperare più soldi di quanti ne restituisca, ma si tratta comunque di cifre esigue e non certo corrispondenti al 50% del Pil di quei Paesi come lascia intendere Di Battista.

Il franco africano alla base dei flussi migratori? Le cose non stanno così

Da anni la moneta è al centro di controversie, tra chi ne invoca lo stop e chi invece la difende. Al di là delle complicate questioni monetarie però c’è un dato di fatto che emerge su tutti gli altri: non ha nessun senso affermare che i flussi migratori siano una conseguenza della moneta in uso nelle ex colonie francesi. Come mostra una tabella del ministero dell’Interno, degli oltre 23mila migranti sbarcati in Italia nel 2018, sono solo duemila coloro che arrivano dai Paesi che utilizzano come moneta il Franco CFA.

"Finché non si strapperà questa banconota, che è una manetta, le persone continueranno a scappare - ha tuonato ieri Di Battista da Fazio -, a morire in mare e a trovarsi altre rotte". A guardare i numeri però lo cose non stanno proprio così.  I dati dimostrano invece che non c'è alcuna correlazione tra nazionalità dei richiedenti asilo e diffusione del Franco CFA. 

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(Screenshot da Wikipedia)

Di Battista, il nuovo post su facebook

Nel pomeriggio l'esponente dei 5 Stelle è poi tornato sull'argomento con un post su facebook in cui ha provato a spiegare perché, a suo dire, il franco CFA è una moneta imposta dalla Francia. In sostanza, secondo l'esponente del M5s, nessuno - e tantomeno lo Francia - vieta ai suddetti stati di avere una propria moneta. Il problema è che rinunciare al franco coloniale, e dunque al tasso fisso di cambio con l'euro, sarebbe sconvienente per le classi dirigenti di quegli stessi stati, in quanto "non potrebbero fare determinati investimenti in Francia". 

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Parigi convoca l'ambasciatrice italiana dopo le frasi di Di Maio

E tra Francia e Italia ormai la tensione è altissima. Dopo le frasi del vicepremier Di Maio l'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo è stata convocata al ministero degli Esteri francese. "Il capo di gabinetto del ministro incaricato degli Affari europei, Nathalie Loiseau, ha convocato l’ambasciatore d’Italia (Teresa Castaldo) a seguito delle osservazioni inaccettabili e inutili fatte ieri delle autorità italiane", ha indicato una fonte del gabinetto del ministro. 

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