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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

"Google-Mastercard: un accordo segreto per tracciare i clienti"

La rivelazione shock di Bloomberg: il colosso del web e quello delle carte di credito avrebbero stretto un sodalizio per tracciare le vendite al dettaglio dei consumatori. Ma Big G smentisce tutto

Google e Mastercard avrebbero stretto un accordo segreto per tracciare le vendite al dettaglio dei clienti negli Stati Uniti avvenute negli ultimi anni. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, il motore di ricerca gigante del web e il colosso delle carte di credito avrebbero stretto un sodalizio segreto che avrebbe permesso a Google e ai suoi inserzionisti di tracciare le vendite al dettaglio dei consumatori americani, senza che i possessori delle carte Mastercard ne fossero a conoscenza. Secondo Bloomblerg Google avrebbe sborsato milioni di dollari per avere i dati da Mastercard. 

Ma Google in un comunicato ha così assicurato: “non abbiamo accesso a nessuna informazione personale dalle carte di credito e di debito dei nostri partner né condividiamo alcuna informazione personale con i nostri partner”. “Prima di lanciare questo prodotto in versione beta lo scorso anno – spiega – abbiamo sviluppato una nuova tecnologia di crittografia in doppio cieco che impedisce sia a Google sia ai nostri partner di visualizzare le informazioni personali identificabili dei clienti”. Gli utenti Google per evitare di esser tracciati possono disattivare la voce Attività Web e App, assicurano.

Il Codacons chiede l'intervento del Garante

Il Codacons è intervenuto sulla  questione dei dati raccolti online dopo la notizia diffusa da Bloomberg, secondo cui Google avrebbe pagato milioni di dollari per ottenere i dati Mastercard sugli acquisti al dettaglio dei consumatori statunitensi. 

In un comunicato stampa l'associazione chiede di escludere al di là di ogni dubbio il coinvolgimento di clienti italiani nello scandalo che sta prendendo forma in queste ore, e chiede al Garante della Privacy di intervenire in questo senso.

Il tema purtroppo non è nuovo: solo qualche mese l'Antitrust ha accolto l’esposto del Codacons – unica associazione scesa in campo in Italia per tutelare gli utenti iscritti a Facebook – e ha aperto un'istruttoria sul social network. Lo scopo era lo stesso di oggi: verificare eventuali pratiche commerciali scorrette e in particolare “informazioni ingannevoli su raccolta e uso dati”.

L'Associazione – che ha anche avviato una class action contro Facebook negli Stati Uniti con l'obiettivo quello di ”far ottenere ai cittadini il risarcimento del danno per illecito utilizzo dei propri dati personali” - chiede quindi l'intervento del Garante della Privacy a tutela degli utenti italiani.
 

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