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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Perché è scoppiata la "guerra del latte"

Migliaia di litri di latte di pecora sono stati gettati per strada, sull'asfalto, dagli allevatori. Traffico in tilt. Polemiche feroci. La protesta ha ragioni ben precise

La strada statale 131, l'arteria principale del traffico in Sardegna, ieri è rimasta bloccata a lungo. E oggi le proteste sono segnalate in più punti dell'isola. Il motivo? La guerra del latte. Migliaia di litri di latte di pecora sono stati gettati per strada, sull'asfalto, dagli allevatori. I vigili del fuoco e l’Anas hanno dovuto lavorare a lungo per pulire l’asfalto e rendere nuovamente percorribile la carreggiata. Una protesta clamorosa: ritengono infatti sia meglio sprecarlo piuttosto che venderlo alle industrie di trasformazione, che pagano ormai pochi "spiccioli". La situazione è considerata insostenibile. "Il latte a 0,60 euro al litro è un'offesa alla dignità dei pastori, preferisco buttarlo" dice un giovane allevatore; è un prezzo che non copre neanche le spese.

I produttori e le organizzazioni agricole chiedono un intervento immediato: non possono pensare di lavorare a queste condizioni, chiedono che il prezzo del latte venga portato a non meno di 70 centesimi al litro (1 euro è considerato dagli allevatori un prezzo equo): il prezzo è calato dagli 85 centesimi al litro della scorsa stagione ai 60 di quella attuale. Le industrie di trasformazione hanno detto no, non si è giunti ad alcun accordo al tavolo tecnico che ha riunito a Cagliari tutti gli attori della filiera.

In Sardegna vivono quasi 4 milioni di ovini, praticamente la metà dell'intero patrimonio nazionale. La metà del latte ovino prodotto in Italia viene dalla Sardegna, e viene in gran parte lavorato dalle cooperative dei pastori e da piccole industrie.  La Sardegna produce anche la maggior parte del pecorino romano, prodotto non originario dell'isola, gran parte del quale è tradizionalmente esportato all'estero.

Guerra del latte, Coldiretti annuncia azioni legali

La protesta dei pastori sardi che versano il latte per strada, nei canali o in pasto ai maiali, si è diffusa in tutto il territorio regionale. Ma c'è anche chi il latte ha deciso di trasformarlo in azienda o regalarlo. "E' da tre mesi che lo diciamo che si stava tirando troppo la corda. Ancora ieri la parte industriale non è convenuta alle nostre proposte ma ha chiesto un ulteriore rinvio non rendendosi conto che il tempo è scaduto - dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - Per noi e per tutto il mondo della produzione il tavolo è momentaneamente chiuso andremo avanti con la mobilitazione. E' fondamentale l'unita di tutto il settore produttivo. La mobilitazione sta seguendo due binari: quello delle iniziative dimostrative e quello legale".

Allarme latte, prezzo minimo e costi elevati: ora i produttori si arrendono

"Ci rifaremo all'articolo 62 della legge 1 del 2012 - spiega Cualbu - in cui sono previste sanzioni oltre i 3 milioni. Lo faremo contro quegli industriali che pagano il latte sotto i costi di produzione, cioè a 60 centesimi. Abbiamo i dati certificati da Ismea che lo dimostrano". L'art. 62 al comma 2 "vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione". "Stiamo portando avanti iniziative mirate - aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Abbiamo anche altre denunce legali che metteremo in campo a tutela dei pastori. Adesso spetta ai trasformatori dare un segnale concreto e immediato proponendo un prezzo di acconto più alto di questi miseri 60 centesimi".

Confindustria alla ricerca di un'intesa 

Confindustria Sardegna con una nota in merito alla crisi del settore lattiero caseario che in questi giorni vede una forte protesta dei pastori sardi spiega quale sia la sua posizione. I pastori chiedono agli industriali che il prezzo del latte sia fissato ad un euro. Oggi è pagato tra i 55 e i 60 cent. "Si è condiviso l'impegno forte a ricercare insieme al comparto della cooperazione soluzioni comuni e praticabili che consentano di risolvere positivamente la vertenza del prezzo per la remunerazione sostenibile del latte - spiega Confindustria Sardegna - recuperando però quelle condizioni di generale serenità indispensabili anche per impostare strategie adeguate di medio e lungo periodo che assicurino stabilità e prospettive a tutti gli attori della filiera".

Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, intervistato da Sardinia Post: "Il prezzo del latte non può essere costruito a tavolino e senza tenere conto del mercato, sono dinamiche che vanno governate e le possiamo governare solo noi produttori di latte e formaggio", spiega Palitta.  "Serve un accordo serio che contenga innanzitutto una proroga delpiano di regolazione dell'offerta (Il Piano triennale regolamenta l'offerta di Pecorino Romano Dop e la scadenza è prevista nel mese di marzo Ndr), e in secondo luogo che si basi su presupposti certi, come le rilevazioni ufficiali dei prezzi". Secondo il presidente del più importante Consorzio di tutela della Sardegna, alternative soddisfacenti non vi sono perché si finirebbe con il "lasciare che il prezzo venga determinato esclusivamente dal mercato, ma il mercato non è clemente. O si può stabilire un prezzo tavolino, sapendo però che nessuno poi lo rispetterà".

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La protesta dei pastori sardi per il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna, Cagliari. ANSA/MARIA GIOVANNA FOSSATI

Guerra del latte, Ministro Centinaio: "Massima preoccupazione"

Il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Cantinaio, ha espresso "massima preoccupazione" per la questione degli allevatori sardi che stanno buttando via il latte di pecora per protesta. "Io settimana prossima sarò in Sardegna a parlare con gli agricoltori, stiamo ripensando a tutta la questione dei consorzi. Per quanto riguarda il latte di pecora abbiamo una proposta che abbiamo già messo sul tavolo del consorzio che è quella di cercare di esportare il più possibile questa tipologia di latte che è molto apprezzata in Asia, tanto che c'è ad esempio in Cina un progetto di latte in polvere che arriva dalle pecore e dare anche agli agricoltori alternative che non sia solamente quelle tradizionali".

Coldiretti, torna la "guerra del latte": la protesta degli allevatori 

Movimento 5 stelle: "Protesta sacrosanta"

"Quanto stanno subendo gli allevatori e produttori sardi non può e non deve passare sotto traccia. Il pagamento sottocosto del latte, dovrebbe essere considerato una 'pratica sleale', così come approvato pochi mesi fa a Strasburgo dal Parlamento Europeo. Un'ulteriore ragione per la quale l'Europa non può e non deve chiudere gli occhi. La Commissione Europea deve essere a conoscenza del grado di disperazione che c'è in Sardegna e intervenire con le autorità competenti". A dichiararlo è l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che chiede alla Commissione Europea a dare risposte circa il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna e le relative mobilitazioni.

"La protesta - spiega Corrao - è la sacrosanta manifestazione di una rabbia che prima o poi doveva esplodere. Il comparto è in ginocchio da troppo tempo dato che il prezzo del latte è insufficiente e inferiore al costo di produzione dello stesso. La stessa Coldiretti Sardegna ha dichiarato lo stato di mobilitazione per ribadire la necessità di un accordo con il settore della trasformazione non solo sulla formazione del prezzo del latte, ma anche per l'individuazione di un prezzo minimo d'acquisto per garantire la giusta remunerazione al produttore. I produttori di latte sardi comunicano che con questa remunerazione attuale saranno costretti a chiudere gli ovili. Per questa ragione stanno chiedendo alle istituzioni un segnale forte e regole chiare".

"A questo punto - sottolinea Corrao - ho chiesto alla Commissione Europea intanto se è a conoscenza dello stato di agitazione dei pastori sardi e quali misure immediate e a lungo termine intende prendere per allentare la pressione sui produttori del settore lattiero-caseario sardi. C'è inoltre una questione che riguarda la trasparenza che non può essere secondaria. A tale proposito, chiediamo inoltre quali sono i dati in possesso della Commissione forniti dall'osservatorio europeo del latte proprio sulla Sardegna. Ai produttori sardi - conclude Corrao - giunga la mia massima solidarietà e la garanzia di fare il possibile per cambiare le cose". In Sardegna si vota il 24 febbraio: nelle ultime settimane di campagna elettorale la guerra del latte terrà banco. Poco ma sicuro.

Perché le elezioni regionali in Sardegna sono diventate così importanti per Lega e M5s 

Una delegazione di manifestanti ha raggiunto Asseminello per chiedere la solidarietà del Cagliari Calcio, in partenza per Milano dove domani è in programma la partita contro il Milan: "Siamo qui pacificamente, vogliamo che la squadra si unisca alla nostra battaglia". I giocatori rossoblu hanno espresso tutta la loro solidarietà.

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