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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Imu alla Chiesa, tutto tace: "Il governo ha congelato il dossier"

Secondo AdnKronos un sondaggio ad hoc avrebbe convinto l'esecutivo a temporeggiare. In realtà la Chiesa paga già l'Imu per le attività commerciali: "Non serve una nuova norma", dicono fonti della maggioranza, "è sufficiente limitare gli abusi"

Si fa presto a dire: "facciamo pagare l’Imu anche alla Chiesa". Nonostante una recente sentenza con cui la Corte di giustizia Ue ha chiesto all’Italia di recuperare le imposte non pagate dal 2006 al 2011, la nuova legge è ancora in alto mare. Secondo AdnKronos, infatti, il dossier dell'esecutivo sulla questione è congelato e verrà riaperto solo a gennaio. Insomma, il governo per ora nicchia. Il motivo? Va ricercato in una serie di sondaggi che proverebbero come gli italiani non siano favorevoli al provvedimento. Tutt’altro. "Percentuali bulgare dimostrano che una decisione in questa direzione si trasformerebbe in un vero e proprio boomerang" per i due partiti di maggioranza. Questo almeno è quanto hanno rivelato all’agenzia di stampa fonti autorevoli vicini all’esecutivo. 

Va ricordato, inoltre, che il Vaticano paga già l'Imu sugli immobili con finalità commerciali: l’esenzione vale infatti solo per le attività solidali ed educative. Ma si tratta di un’agevolazione di cui godono anche altri enti e organizzazioni che operano nel sociale, non solo la Chiesa Cattolica. Insomma, anche dal punto di vista normativo le cose non sono così semplici. Intervenire con l’accetta vorrebbe dire mettere in pericolo anche tante realtà che aiutano gli ultimi o gli emarginati.

La Chiesa paga già l'Imu (ma ci sono delle esenzioni)

Cosa potrebbe fare allora il governo? Il vero problema della legge attuale, è che la Chiesa paga sì l’Imu per le attività commerciali, ma la normativa prevede un’esenzione per le pertinenze destinate esclusivamente “all’esercizio del culto e alla cura per le anime, alla formazione del clero e dei religiosi a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana”. 

Il governo potrebbe intervenire proprio su questo punto. L'idea non è quella di cambiare le regole, ma di limitare gli abusi. "Non serve una nuova norma – raccontano fonti del governo all’agenzia di stampa -, ma fare in modo che si applichi quella esistente evitando scorciatoie ed escamotage". Per ora però è tutto fermo. Salvo colpi di scena se ne riparlerà dopo Natale. 
 

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