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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Imu e Tasi, che botta per le imprese: oggi avere un capannone è "un incubo"

Se con l'abolizione della Tasi sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato, sugli immobili strumentali il passaggio dall'Ici all'Imu ha visto raddoppiare il prelievo fiscale. L'ufficio studi della Cgia: "Accanirsi fiscalmente su questi immobili continua a non avere alcun senso"

Una cifra "monstre". Dal 2012 famiglie e imprese hanno versato quasi 156 miliardi di euro di Imu e Tasi. In pratica una patrimoniale a tutti gli effetti che, da un lato, ha alleggerito pesantemente i portafogli dei proprietari di immobili e, dall'altro, ha deprezzato pesantemente il valore economico di abitazioni, negozi e capannoni. Rispetto al 2008, anno in cui è scoppiata la bolla, in molti casi gli immobili hanno perso fino al 40 per cento del proprio valore. A segnalarlo è l'Ufficio studi della Cgia che ha messo in linea il gettito di Imu e Tasi registrato nel 2012, anno in cui l'allora Governo Monti reintrodusse l'imposta sulla prima casa, e quello degli anni successivi, fino ad arrivare al 2018 (ultimo dato disponibile).

Imu, Tasi e Tari: un incubo per chi un capannone

''Fino a qualche anno fa - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - l'acquisto di una abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, in particolar modo chi possiede una seconda casa o un capannone, sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari, ad esempio, questi edifici sono sottoposti ad un carico fiscale da far tremare i polsi''.

Se con l'abolizione della Tasi sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato 3,5 miliardi di euro all'anno, sugli immobili strumentali, invece, il passaggio dall'Ici all'Imu ha visto raddoppiare il prelievo fiscale. Tra il 2011, ultimo anno in cui è stata applicata l'Ici, e il 2018 il gettito è passato da 4,9 a 10,2 miliardi di euro. Va comunque sottolineato che da qualche anno il prelievo sulle attività produttive è diminuito grazie all'eliminazione dell'Imu sugli imbullonati e, solo da quest'anno, a seguito della deducibilità dell'imposta che è salita dal 20 al 40 per cento.

''Il 2019 sarà un anno difficile e di sfida, ma l'Italia può farcela se applicherà la ricetta per la crescita, ovvero meno spesa pubblica e meno tasse'', commenta il segretario della Cgia, Renato Mason. ''Per ammortizzare la frenata del Pil - prosegue - bisogna assolutamente evitare l'aumento dell'Iva. Cittadini e imprese non possono più pagare il conto dell'incapacità della politica di affrontare con decisione una volta per tutte il tema della razionalizzazione delle uscite totali''.

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Rispetto al 2011, ultimo anno in cui è stata applicata l'Ici, la variazione di gettito prelevato su tutti gli immobili presenti nel Paese è aumentata, in termini assoluti, del 114 per cento. Se 8 anni fa i Comuni hanno incassato 9,8 miliardi di euro, tra Imu e Tasi l'anno scorso hanno riscosso 21 miliardi. In termini percentuali, le regioni con l'incremento del valore assoluto più importante registrato tra il 2011 e il 2018 sono state il Trentino Alto Adige (+185 per cento), il Molise (+161 per cento) e la Valle d'Aosta (+155 per cento). In termini pro-capite, invece, sempre il Trentino Alto Adige (+175 per cento), il Molise (+165 per cento) e la Valle d'Aosta (+156 per cento).

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