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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Inflazione, stangata sulle famiglie: senza taglio delle accise sarà un autunno bollente

Conti pubblici fuori controllo, sale anche l'inflazione. Mentre il Governo promette una manovra con politiche espansive (a tutto deficit) Bankitalia intona il de profundis: il debito pubblico sale di 18,4 miliardi in un mese

Prezzi impazziti e stangata in arrivo per gli italiani: il 2018 non va affatto bene per chi vorrebbe mettere da parte qualche risparmio e invece si trova a far fatica ad arrivare a fine mese, e - purtroppo - la tendenza non è affatto incoraggiante. 

Ad Agosto l'Istat stima un aumento del 0,4% dell'indice nazionale dei prezzi al consumo, senza contare i tabacchi, rispetto a Luglio. Ritoccata anche la stima della tendenza annuale che passa dall'1,5% all'1,6%.

Per l'inflazione è la quarta accelerazione consecutiva: ad avere un impatto preponderante sul portafoglio degli italiani sono i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (il cui tendenziale passa da +1,7% di luglio a +2,8%). Rallenta la crescita dei prezzi dei beni energetici ma si tratta sempre di rialzi pari al 7,9%.

Continuano inoltre le tensioni sui beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,2% di luglio a +2,1%) e quelli ad alta frequenza d'acquisto (da +2,8% a +2,7%): un vero e proprio shock psicologico perché aumenta la percezioni dei rialzi.

Codacons: "493 euro di extra spese per gli italiani"

Secondo i calcoli del Codacons l'aumento dell'inflazione avrà cospicue ripercussioni sulle tasche dei consumatori: per spostamenti e trasporti una famiglia con due figli spende oggi 223 euro in più su base annua e in generale il rialzo dell'inflazione all'1,6% determina una maggiore spesa pari a +493 euro su base annua per la famiglia 'tipo', cifra che sale a +625 euro annui se si considera una famiglia con due figli.

E non è finita. Si prevede infatti un autunno 'bollente' sul fronte dei prezzi e delle tariffe, con listini in aumento e rincari a catena a danno delle famiglie, in particolare nel comparto scuola, alimentari ed energia. "Sulle tasche dei consumatori - spiega il presidente dell'associazione di consumatori Rienzi - pende poi la spada di Damocle del possibile aumento Iva, mentre si attende l'annunciato taglio alle accise sui carburanti che consentirebbe di spegnere la fiammata dell'inflazione".

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E proprio passando dai conti della serva e quelli dello Stato l'atmosfera si incupisce sempre di più. La Banca d'Italia ha infatti reso noto il nuovo dato sul debito pubblico che, ricordiamo, oltre a rappresentare un fattore di rischio per il Paese, è un vero e proprio macigno che blocca ogni investimento incardinato nel noto meccanismo europeo del 3%. In poche parole, sottostando alle regole dei trattati europei, l'Italia per dar vita alle politiche espansive promesse dal Governo Conte (riduzione delle tasse, abbassamento dell'età pensionabile, reddito di cittadinanza, investimenti pubblici e assunzioni di nuovi Statali) o riesce a ridurre il debito pubblico, o rimette in moto l'economia e dunque il Pil per bilanciare le maggiori spese in deficit di bilancio. 

Conti pubblici fuori controllo: debito sale di 18,4 in un mese

Ma torniamo ai conti. Come accertato dalla Banca d'Italia a Luglio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 18,4 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.341,7 miliardi. A pesare sul debito sono i conti delle Amministrazioni centrali che segnano un rosso pari a 20,4 miliardi mentre prosegue il calo dei debiti delle Amministrazioni locali, ulteriormente in diminuzione di 2 miliardi. Una nota positiva viene invece dal debito degli Enti di previdenza rimasto pressoché invariato e indice della tenuta del sistema previdenziale come incardinato dalla Legge Fornero.

Un altro sorriso (per lo Stato) viene dalle entrate tributarie. Più italiani hanno infatti le tasse almeno secondo le stime di Bankitalia che vedono la dinamica delle entrate "più favorevole". Gli italiani infatti hanno pagato solo a Luglio 49,4 miliardi di tasse, un dato in aumento del 4,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2017.

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Ma tutto ciò cosa cambia nelle scelte del Governo? Per Lega e Movimento 5 stelle impegnati in una difficile trattativa sulle misure da inserire nella prossima legge di Bilancio gli ultimi dati rappresentano una ulteriore riduzione della coperta di fondi disponibile per attuare le riforme promesse anche alla luce dell'annunciato termine del sostengo della Banca Centrale Europea nell'acquisto dei titoli di debito pubblico: per il Governo l'annunciata fine del Quantitative Easing rappresenta un ulteriore campanello d'allarme per trovare sul mercato finanziario i soldi da destinare alle spese correnti.

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