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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Pay tv pirata, batosta sui clienti. Tv confiscata, maxi multa e carcere: cosa si rischia

Per la prima volta in Italia sono stati denunciati 223 cittadini che hanno utilizzato abbonamenti non ufficiali alle pay tv per guardare in maniera illegale serie tv, film e partite di calcio. E' il cosiddetto "pezzotto". Ecco cosa prevede la legge sul diritto d'autore in caso di condanna

Guardavano serie televisive, film in prima visione, partite di calcio e altri eventi sportivi senza pagare le pay tv (Dazn, Sky e Mediaset Premium su tutte). In gergo tecnico si chiama "Iptv" - internet protocol television -, comunemente viene conosciuto come "pezzotto". Si tratta di un abbonamento pirata a servizi di trasmissione a pagamento: con pochi euro ci si assicura, illegalmente, un servizio molto più costoso. Questa tipologia di abbonamenti pirata, diffusa tra gli utenti che non vogliono corrispondere il canone mensile alle emittenti private che trasmettono eventi sportivi o film, viene per la prima volta messa sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di Finanza da un punto di vista finora inedito: quello dei fruitori del servizio pirata.

Abbonamenti pirata alle pay tv per guardare partite e film, clienti denunciati: cosa rischiano

Per la prima volta in Italia, fa sapere la Guardia di Finanza, sono stati denunciati 223 cittadini che hanno utilizzato canali illegali - il cosiddetto "pezzotto" - per accedere ai servizi. La legge sul diritto d'autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati: ai clienti, dunque, in caso di condanna verranno confiscati il televisore, computer o smartphone (vale a dire il device dove era stato installato il sistema). Rischiano inoltre la reclusione fino ad otto anni e una multa che può arrivare a 25mila euro.

I responsabili avrebbero acquistato abbonamenti pirata per accedere ai diversi canali a pagamento e si sarebbero quindi resi responsabili del reato di ricettazione. L'attività è volta allo smantellamento di una delle principali modalità di distribuzione illecita dei contenuti, ossia la cosiddetta Iptv, ultima frontiera della pirateria mediante la quale i "pirati" acquisiscono e ricodificano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento per poi distribuirli sulla rete Internet, sotto forma di un flusso di dati ricevibile, dagli utenti fruitori, con la sottoscrizione di un abbonamento illecito e con un semplice pc, smart tv, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete.

Cosa rischia (ancora) chi ha acquistato un abbonamento pay tv pirata

Le indagini della Guardia di Finanza, che hanno come obiettivo principale l'individuazione della centrale di trasmissione dei segnali illegali, delineano una complessa organizzazione composta da decine di "reseller" e centinaia di clienti che, acquistando gli abbonamenti, non solo fruiscono illegalmente della visione di eventi sportivi e altri contenuti audiovisivi, oltre ai palinsesti televisivi pay per view, ma alimentano il circuito criminale. Acquistando questa tipologia di abbonamento il fruitore si trova a condividere con vere e proprie realtà criminali i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, lasciando pertanto traccia delle attività illecite effettuate ed esponendosi allo stesso tempo a rischi, anche informatici, di vario tipo.

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