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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Italia d'azzardo: 18 milioni di giocatori, è allarme minori

Secondo un'indagine realizzata dall'Istituto Superiore di Sanità in accordo con  l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2017 sono 18 milioni gli italiani che hanno giocato almeno una volta. Di questi, 1,5 milioni sono da considerarsi problematici

Italiani, popolo di santi, poeti e giocatori d'azzardo. Tra slot machine, lotterie e quant'altro offre il mercato, nel 2017 un adulto su tre ha giocato almeno una volta, per un totale di 18 milioni di giocatori. Di questi, circa un milione e mezzo è da considerarsi 'problematico', mentre quasi 700mila sono minorenni. Sono i dati allarmanti contenuti nella prima indagine epidemiologica sul gioco d'azzardo, realizzata dall'Istituto Superiore di Sanità nell'ambito dell'accordo scientifico con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Uno studio che mostra ancora una volta come il gioco d'azzardo sia una vera e propria piaga per l'Italia: non a caso siamo il Paese europeo che incassa di più di tutti tra giochi e scommesse.

L'indagine

Lo studio, presentato oggi, giovedì 18 ottobre, a Roma, ha coinvolto un campione di 12.007 adulti, rappresentativo della popolazione residente in Italia. Secondo il report si gioca d'azzardo soprattutto tra i 40 e i 64 anni. Si inizia a giocare tra i 18 e i 25 anni (51,8%) e tra i 26 e i 35 (18,4%), più raramente si comincia dopo i 46 anni (7,4%). La passione per l'azzardo coinvolge più gli uomini (uno su 2) che le donne (uno su 3).

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Allarme giovani

Uno dei fattori più preoccupanti che emerge dall'indagine dell'Iss è quello che riguarda i minorenni: nel 2017 sono quasi 700mila quelli che hanno giocato almeno una volta. Nel 35% dei casi si tratta di 17enni, con un divario di genere molto marcato e prevalente nei maschi: 4 su 10. I giovani giocatori problematici invece sono invece 70 mila, praticano sopratutto scommesse sportive (79,6%) e lotterie istantanee (70,1%). E' quanto emerge dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d'azzardo, realizzata dall'Istituto superiore di sanità nell'ambito dell'accordo scientifico con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

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Lo studio dell'Iss ha previsto anche un focus anche sui minorenni, coinvolgendo 15.602 studenti tra i 14 e i 17 anni provenienti da 201 scuole (187 pubbliche e 14 private parificate), per i quali la normativa vigente vieta la pratica del gioco d'azzardo. A giocare di più nello Stivale sono i ragazzi del Sud, a seguire quelli residente nelle Isole e poi chi vive al Centro. Gli studenti giocano sopratutto dai tabaccai (46,7%) e nelle sale scommesse (41,1%); seguono i bar (28,8%).

Più rischio per i maschi 

Secondo gli esperti dell'Iss, "gli studenti maschi hanno circa 3 volte in più la possibilità di sviluppare comportamenti di giochi a rischio rispetto alle ragazze, così come chi vive nelle Isole o nel Nord Est e ha 17 anni, mentre sembra che queste probabilità diminuiscano fortemente se si hanno 14 anni, si vive nel Nord Ovest e si frequentano scuole assimilabili ai licei".

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Sempre la ricerca ha evidenziato come "gli studenti che assumono superalcolici o cocktail, birra, energy drink o vino più di 2 volte a settimana, fumano 10 o più sigarette al giorno, consumano smart drug, praticano il bingo dribbling, consumano cannabis, si espongono circa il doppio al rischio di sviluppare un comportamento di gioco problematici rispetto a chi consuma queste sostanze con frequenti minori".

Il lavoro dell'Iss ha analizzato anche il ruolo della pubblicità sui ragazzi. "Il 10,8% degli intervistati che ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi ha scelto di giocare in base alla pubblicità vista o sentita - sottolinea il report - Se si analizza tale informazione all'interno della popolazione dei giocatori problematici, si riscontra una percentuale molto vicina a quella degli adulti giocatori problematici (33,9%), mentre nella popolazione dei giocatori sociali solamente il 6,4% sceglie di giocare sulla base della pubblicità vista o sentita".

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Il numero verde

Già da un anno è attivo all'Iss il Centro nazionale dipendenze e doping, con il numero verde 800.558822 per aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d'azzardo e i loro familiari. "Dall'indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d'azzardo almeno una volta nell'ultimo anno - ha sottolineato Roberta Pacifici, direttore del Centro dipendenze e doping - 13 milioni giocano in modo 'sociale', 2 milioni presentano un profilo a basso rischio e un milione e 400 mila persone presentano un rischio moderato. Un milione e mezzo sono giocatori problematici - ha precisato l'esperta - cioè coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari".

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"Tanto tempo dedicato al gioco, indebitati per scommettere e con stili di vita insalubri come l'alcol, il fumo e le droghe". Sono le caratteristiche del giocatore d'azzardo secondo Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell'Istituto superiore di sanità, che oggi ha presentato a Roma la prima indagine epidemiologica su tema.

"C'è sempre un tratto comune nel giocatore problematico - spiega l'esperta all'AdnKronos Salute - Alla fine si indebita perché finisce per spendere più di quello che può: poco se non ha un grande reddito, tantissimo se ha invece disponibilità economica. E' un giocatore compulsivo, indipendente dalla soddisfazione economica che ne ricava. Tanto è vero che i tratti di personalità dimostrano che alla fine non è la ricerca della vincita a guidarlo, ma l'eccitazione provocata. Infatti, se vincono rispendono tutto subito. Poi come tutte le dipendenze crea tolleranza, quindi l'eccitazione deve essere garantita aumentando il ritmo, la puntata è così via".

Dalla ricerca dell'Iss emerge che, rispetto ai giocatori 'sociali', quelli problematici praticano più le slot e le video lotterie. Il rapporto ha indagato anche l'aspetto economico del gioco problematico: il 5,8% ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7% dei non giocatori; il 27,7% ha ottenuto prestiti da società finanziarie rispetto al 4% dei non giocatori; il 14,2% ha chiesto prestito a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori.

Anche il luogo del gioco caratterizza il giocatore problematico rispetto a quello sociale: i dati dello studio hanno evidenziato che "il primo predilige i luoghi lontani da casa e dal lavoro, quelli che garantiscono la maggio privacy. I sociali invece scelgono i luoghi vicino casa o al posto di lavoro".

L'indagine Iss ha riscontrato inoltre "l'associazione positiva tra comportamento problematico e stili di vita eccessivi, che suggerisce la vulnerabilità di alcuni individui. Infatti - evidenzia la ricerca - tra i giocatori d'azzardo problematici rispetto ai sociali è maggiore la percentuale di chi fuma". E "sono maggiori le percentuali del consumo di alcolici 4 o più volte a settimana''.

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