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Venerdì, 29 Marzo 2024
quale crisi?

Economia criminale, i numeri sono spaventosi: "170 miliardi all'anno, come il Pil del Lazio"

L'economia criminale nel nostro Paese vale 170 miliardi di euro all'anno, l'equivalente del Pil di una regione come il Lazio. Traffico d'armi, smaltimento illegale di rifiuti, gioco d'azzardo, ricettazione, prostituzione e traffico di stupefacenti. Cgia: "In 5 anni si è registrato un incremento del 212 per cento"

Numeri che fanno paura. L'economia criminale nel nostro Paese vale 170 miliardi di euro all'anno. Una cifra mostruosa che, oltre a derivare da attività illegali, spesso viene riversata sul mercato finendo per inquinarlo e stravolgerlo. È quel che emerge dall'elaborazione della Cgia, secondo cui in 5 anni si è registrato un incremento del 212%.

"La stima del valore economico prodotto dalle attività criminali - dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - è il frutto di una nostra elaborazione realizzata su dati della Banca d'Italia. Va ricordato, in base alle definizioni stabilite dall'Ocse, che i dati prodotti dall'Istituto di via Nazionale non includono i reati violenti come furti, rapine, usura ed estorsioni, ma solo le transazioni illecite concordate tra il venditore e l'acquirente, come ad esempio contrabbando, traffico di armi, smaltimento illegale di rifiuti, gioco d'azzardo, ricettazione, prostituzione e traffico di stupefacenti. Detto ciò, queste attività criminali fatturano 170 miliardi all'anno, l'equivalente del Pil di una regione come il Lazio".

La conferma dell'escalation del giro d'affari in capo alle organizzazioni criminali emerge anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia. Stiamo parlando delle operazioni sospette 'denunciate' alla Uif da parte di intermediari finanziari (per l'80% banche, ma anche uffici postali, società finanziarie o assicurazioni). Tra il 2009 ed il 2013 sono aumentate di quasi il 212 per cento. Se nel 2009 erano 20.660, nel 2013 hanno raggiunto quota 64.415, anche se va detto che il livello record è stato toccato nel 2012, con 66.855 segnalazioni. La Cgia ricorda che una volta ricevuti questi 'avvisì, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell'analisi finanziaria, al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza (Nspv) e alla Direzione investigativa antimafia (Dia). Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia.

Il sistema è purtroppo rodato. "Ovviamente - prosegue Bortolussi - le organizzazioni criminali hanno la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività illecite nell'economia legale. E il boom di denunce avvenute tra il 2009 e il 2013 è un segnale molto preoccupante. Pur non conoscendo il numero delle segnalazioni archiviate dalla Uif e nemmeno la dimensione economica di quelle che sono state successivamente prese in esame dalla DIA e dalla Polizia Valutaria, abbiamo il forte sospetto che l'aumento delle segnalazioni registrato in questi ultimi anni ci dimostri che questa parte dell'economia nazionale è l'unica che non ha risentito della crisi".

L'analisi condotta dall'ufficio studi della Cgia ha mappato il numero delle segnalazioni di riciclaggio avvenute nel 2013 anche a livello regionale. Le Regioni più colpite sono state la Lombardia (11.575), il Lazio (9.188), la Campania (7.174), il Veneto (4.959) e l'Emilia Romagna (4.947). Quasi il 60 per cento delle segnalazioni registrate a livello nazionale è concentrato in queste cinque Regioni. In riferimento ai dati regionali, fa sapere l'Ufficio studi della CGIA, oltre alle segnalazioni di riciclaggio sono incluse anche quelle relative al finanziamento del terrorismo e dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa. Va segnalato che il numero riferito a queste ultime due aree è statisticamente molto contenuto: nel 2013 è stato pari a 186.

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