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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Lavoro, Landini fa il duro: "Pronti a occupare le fabbriche"

Il leader della Fiom attacca Renzi: "La precarietà non si combatte facilitando i licenziamenti". Corteo di protesta a Milano contro il vertice europeo sul lavoro

ROMA - Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, dichiara guerra a Renzi. Alla partenza del corteo contro il vertice Ue sul lavoro a Milano e nel giorno del voto di fiducia sul Jobs Act al Senato, ha dichiarato senza mezzi termini: "Siamo pronti ad occupare le fabbriche". Alla manifestazione partecipano sigle sindacali, lavoratori e centri sociali.

"La precarietà non si combatte rendendo più facile il licenziamento, ma con il tempo indeterminato e garantendo i diritti a tutti", ha aggiunto Landini. "Siamo pronti ad occupare le fabbriche perché ci chiedono di abbassare i salari. Se Renzi pensa di fare il figo dandoci ottanta euro e se pensa che noi siamo i coglioni che accettano di firmare la riduzione, si sbaglia di grosso".

CORTEO A MILANO - E nel giorno del vertice europeo sul lavoro che si tiene in città, a Milano oggi si sono dati appuntamento migliaia di lavoratori per la manifestazione indetta dalla Fiom. Un gruppetto di antagonisti ha effettuato un blitz nella sede dell'ufficio del lavoro di via Mauro Macchi srotolando uno striscione e accendendo un paio di fumogeni. La notizia è stata data da manifestanti dal camion che apre il corteo della Fiom partito intorno alle 10 da piazzale Lotto, e poi confermata dalle forze dell'ordine. Il blitz ha creato solo un po' di confusione ma non è di fatto successo nulla: dopo l'azione dimostrativa i giovani si sono dileguati. Nella notte, invece, a Roma manifestazione lampo al ministero del Lavoro degli studenti della Rete della conoscenza contro l'approvazione al Senato del "Jobs Act": un gruppo di ragazzi ha srotolato uno striscione con la scritta "#Non servi. La precarietà è il problema. Il Jobs Act non è la soluzione".

A Milano ad aprire il corteo ci sono il segretario generale Maurizio Landini e il segretario della Camera del lavoro di Milano Graziano Gorla. Dietro di loro decine di lavoratori delle principali aziende metalmeccaniche della Lombardia e alcune delegazioni provenienti anche da altre regioni del centro-nord. Le parole d'ordine scandite dai manifestanti sono quelle sentite in questi giorni contro il Jobs act e cioè per la riduzione dei diritti e dei salari, contro la precarietà, la libertà di licenziare e la delocalizzazione e sul versante internazionale la condanna dei trattati sul libero scambio "che consegnano alle multinazionali poteri superiori a quelli degli Stati". Il corteo, che si sta svolgendo in maniera pacifica, è chiuso dallo spezzone dei centri sociali. Secondo il programma il corteo dovrebbe arrivare in piazza Firenze dopo un giro lungo le strade del quartiere Fiera.

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