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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia Italia

Latte, qual è il prezzo giusto? Ecco l'accordo con i pastori

Il crollo del prezzo del latte ovicaprino si va estendendo oltre alla Sardegna anche a gran parte del Centro Sud Italia. Ma non è solo il mercato a dettare regola: dietro la crisi odierna c'è anche la mancata tutela del made in Italy

Quanto costa un litro di latte? E quanto dovrebbe costare? C'è il primo accordo nelle trattative sul prezzo del latte che vedono coinvolti Governo, Regione Sardegna, industriali, banche e pastori. 

Secondo gli ultimi sviluppi della trattativa ci sarebbe una bozza di accordo su cui ragionare: controlli più stringenti e 72 cent come acconto minimo sul versamento del latte per febbraio, marzo e aprile a cui seguirà una verifica a maggio con il calcolo del valore medio negli ultimi 12 mesi, mentre a novembre il calcolo del prezzo medio con il saldo per tutta l'annata. Inserita nella trattativa anche l'accordo per i caseifici di non vendere a meno di 6 euro. I pastori hanno chiesto tempo per presentare la proposta a tutti.

Oggi il "pecorino day"

"Serve inserire una clausola che garantisca di raggiungere l'obiettivo di un euro per il prezzo del latte pagato ai pastori da parte degli industriali che sono i diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione". Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che "è necessario ora che sulla bozza di accordo sul prezzo del latte ovino in Sardegna si pronuncino i pastori".

"In gioco c`è il futuro di migliaia di famiglie, di un settore economico strategico per il Made in italy"

Oggi intanto la Coldiretti ha decretato il primo ''pecorino day'' per sostenere i pastori ed il loro lavoro in un momento di grande difficoltà. Appuntamenti speciali sono previsti nei mercati degli agricoltori e degli allevatori di Campagna Amica in tutta Italia.

"Sostenere con i propri acquisti la produzione nazionale di pecorino significa - afferma la Coldiretti - aiutare il proprio territorio e contrastare anche l'abbandono delle aree piu' difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio.

Secondo una recente indagine Doxa più di un italiano su dieci inserisce il pecorino nella lista dei formaggi preferiti ed è immancabile in molti primi piatti storici, dal cacio e pepe alla carbonara, dalla gricia al pesto alla genovese fino alla pasta alla pecorara. Ma arricchisce anche secondi piatti soprattutto in frittate e polpette e non manca neanche nei dolci come ad esempio nelle pizze salate di Pasqua, senza dimenticare l'irrinunciabile abbinamento fave e pecorino tradizionale per la festa dei lavoratori.

"Il pecorino - ricorda la Coldiretti - è uno dei formaggi italiani più antichi: veniva prodotto già nella Roma imperiale e faceva parte delle derrate dei legionari, ma è probabile che le sue origini siano ancora più lontane, vista la diffusione delle pecore sul nostro territorio".

Latte, cosa prevede l'accordo con i pastori

I provvedimenti che hanno avuto l'ok dalle parti coinvolte, prevedono l'avvio del tavolo di filiera, la costituzione della Cun, la rappresentanza dei pastori sardi all'interno dei consorzi, la proroga della scadenza dell'atto programmatorio per quanto concerne il Pecorino Romano Dop, un registro telematico del latte ovi caprino, moratoria dei mutui, monitoraggio al fine di assicurare il rispetto delle quote. Poi, di intesa con l'Ice, prevedere iniziative per l'internazionalizzazione del prodotto. Per quanto riguarda i rapporti tra i produttori e l'industria, saranno previsti degli specifici accordi contrattuali e l'impegno dei trasformatori a non vendere sotto i sei euro.

Prezzo al litro di € 0,72 iva inclusa come acconto

Per quanto riguarda le condizioni economiche si è trovata la quadra sui 0,72 centesimi, ma come acconte per i mesi di febbraio, marzo e aprile. Poi, a fine maggio, sulla base del mercuriale della Camera di Commercio di Milano, relativo al periodo giugno 2018 - maggio 2019, si verificherà il valore medio che costituirà il prezzo base per i mesi successivi (2° prezzo in acconto). Infine, è prevista un ulteriore verifica del prezzo medio relativo al periodo novembre 2018 – ottobre 2019 sulla base del quale sarà determinato il conguaglio da corrispondere a saldo. I prezzi finali saranno naturalmente determinati secondo le normali logiche del mercato.

Latte, obiettivo un euro al litro

Come spiega il ministro Centinaio l'obiettivo è quello di far tornare il prezzo del latte a "un euro al litro" ma la strada appare lunga e occorrono riforme per l'intero settore: "A medio termine si arriverà all'obiettivo". Ma qual è il vero prezzo del latte? Dobbiamo fare un po di passi indietro per capire da dove nasce la protesta dei pastori sardi.

Inanzitutto la "lotta del latte" se non fosse stata per le proteste inscenate con il latte buttato in strada, sarebbe rimasta invisibile. Quando andiamo al supermercato a comprare il Pecorino Romano Dop oppure il Pecorino Sardo Dop o il Fior Fiore Sardo, i prezzi oscillano da 14 ai 16 €/kg: ovvero i listini non sono certo scesi.

Come ricorda ilfattoalimentare per fare un chilo di pecorino servono sei litri di latte di pecora, che nei momenti migliori veniva pagato ai pastori anche un euro al litro, ma dall’anno scorso il prezzo è sceso prima a 85 centesimi e adesso a 60: troppo poco per permettere all'economia di restare in piedi. 

All'orgine del crollo la semplice regola del mercato: una sovrapproduzione di latte di circa il 30% ha portato a un incremento notevole della quantità di formaggio, un eccesso che si è scontrato con un calo delle esportazioni. Così il mercato è crollato per eccesso di offerta.

Sul caso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un’istruttoria sulla base della normativa relativa alle pratiche commerciali sleali nella filiera.

L’Antitrust vuole verificare se gli operatori abbiano imposto agli allevatori un prezzo di cessione del latte al di sotto dei costi medi di produzione, in violazione dell’art. 62 del D.L. 1/2012. Questo tipo di operazione potrebbe inquadrarsi in una situazione di squilibrio contrattuale tra i caseifici e i pastori che si devono considerare la parte debole del rapporto in ragione della natura altamente deperibile del latte e delle caratteristiche dimensionali e organizzative delle imprese di allevamento.

Ma il crollo del prezzo è solo colpa dell'Italia? Come mette in evidenza il Sole24ore l'ago della bilancia della crisi del settore è arrivata dal crollo delle esportazioni verso gli Stati Uniti (-46%) che ora si approvvigionano di pecorino da grattugia da paesi come Bulgaria (+36,4%), Romania (+7%), Francia (+45%) e Spagna (+12%) dove vengono prodotti formaggi dai nomi italianissimi, ma senza latte made in Italy.

Latte, verso una crisi di sistema

Il crollo del prezzo del latte ovicaprino coinvolge oltre la Sardegna anche gran parte del Centro Sud Italia: a manifestare versando latte in strada in segno di protesta adesso anche i pastori in Toscana, Marche, Lazio, Calabria e Sicilia. L’emergenza latte sta infatti avendo forti ripercussioni nelle altre regioni dove il calo del prezzo ha raggiunto punte del 25%.

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