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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

"Per rinnovarmi il contratto di lavoro (di un mese) mi hanno chiesto il test di gravidanza"

La denuncia di una lavoratrice di un centro commerciale rilanciata da Francesco Iacovone, ex dirigente nazionale dell'Usb oggi nell'esecutivo nazionale dei Cobas: "Ma oggi sono a casa con la mia famiglia, con mia figlia e mio marito. E nonostante tutto non potrei essere più felice"

Lavora in un centro commerciale, contratti di tre mesi in tre mesi, tutti i weekend. "Tutte le feste dentro quel mostro di cemento", racconta. Poi, a fine novembre, le chiedono un test di gravidanza "per farmi eventualmente un ulteriore mese di contratto". Perché sospettano che lei sia incinta "e quindi mi rimpiazzano". E' la storia di una lavoratrice rilanciata sul blog di Francesco Iacovone, ex dirigente nazionale dell'Usb oggi nell'esecutivo nazionale dei Cobas.

La donna racconta: "Lavoravo in un negozio del centro, a tempo indeterminato finché non sono rimasta incinta. Una volta tornata dalla maternità facoltativa la mia vita è diventata un inferno: non avevo più riposi né giorni liberi, le turnazioni erano infernali perché “io avevo già fatto molti giorni a casa”, quindi neanche le ferie. L’allattamento era a discrezione della mia azienda e non la necessità del mio bambino, le mie 2 ore giornaliere erano organizzate da messaggi alle 7 del mattino con scritto “oggi arriva un’ora dopo” oppure un messaggio alle 14 con scritto “vieni alle 15.30 anziché alle 15. Ho resistito quasi 3 mesi, poi ho dato le dimissioni!".

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Dopo un periodo trascorso a casa, la donna ricomincia a lavorare in un centro commerciale: "Contratti di 3 mesi in 3 mesi, tutti i weekend, tutte le feste dentro quel mostro di cemento. Finché a maggio ho visto la luce, o almeno credevo. La store manager di un negozio mi conosce bene,  mi cerca, mi vuole, un sacco di promesse. Quindi accetto. Dopo pochi mesi mi accorgo che l’ambiente non è sano, pretendono ore di straordinario gratis, orari assurdi, ad agosto mi sposo e non mi danno neanche le ferie matrimoniali, mi danno qualche giorno e basta. Ma solo dalla busta paga, il mese seguente, ho scoperto che le ferie erano le mie, non quelle che spettano per il matrimonio".

"Ma adesso viene il bello - continua la lavoratrice - il secondo rinnovo va dal 31 agosto al 30 novembre: ad ottobre mio padre viene ricoverato e deve subire un’operazione complessa, quando non lavoro sono in ospedale da lui, di notte non dormo per la preoccupazione, mangio male, al lavoro sono stanca e prendo un po’ di peso... Il 29 novembre mi dicono che non hanno il mio rinnovo pronto, che sospettano che io sia incinta e quindi mi rimpiazzano. Mi chiedono un test di gravidanza per farmi eventualmente un ulteriore mese di contratto. Ti lascio immaginare com’è finita… Ma oggi, domenica 2 dicembre, sono a casa con la mia famiglia, con mia figlia e mio marito. E nonostante tutto non potrei essere più felice".

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