Lavoro, l'Italia va a passo di gambero: persi 60mila posti in tre mesi
Dopo la buona performance del primo semestre, a settembre l'ISTAT registra una nuova flessione dell'occupazione. Salgono i disoccupati e diminuiscono gli inattivi: primi effetti del reddito di cittadinanza?
In flessione a settembre il numero degli occupati. Nell’ultimo mese l’ISTAT stima un calo dello 0,1% rispetto ad agosto (pari a -32 mila unità), "sintesi dell’aumento dei lavoratori a termine e di una flessione di permanenti e più marcatamente degli indipendenti, contestualmente ad una crescita della disoccupazione e una diminuzione dell’inattività".
Analizzando i dati dell’istituto di statistica si scopre che diminuiscono di 18mila gli occupati con un contratto stabile, mentre aumentano i lavoratori che hanno un contratto a tempo determinato o comunque a termine (+30mila). In netto calo anche il numero dei lavoratori autonomi (-44mila).
Il decreto dignità sta iniziando a mostrare la corda? Di certo i dati ISTAT rappresentano un campanello d’allarme: "Dopo la crescita dell’occupazione registrata nel primo semestre dell’anno e il picco raggiunto a giugno - spiega in una nota l’istituto di statistica -, a partire da luglio i livelli occupazionali risultano in lieve ma costante calo, con la perdita di 60 mila occupati tra luglio e settembre".
Sale la disoccupazione, in calo gli inattivi
A crescere è invece il tasso di disoccupazione che sale al 9,9% (+ 0,3 punti percentuali). Le persone in cerca di occupazione sono in aumento 73 mila unità nell’ultimo mese). La crescita della disoccupazione riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge tutte le classi d’età tranne i 25-34enni.
La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, cioè di coloro che e che non fanno parte delle forze di lavoro e di persone classificate come occupate o disoccupate, è invece in calo di 77 mila unità (-0,6%).
Primi effetti del reddito di cittadinanza?
In poche parole: diminiscono gli occupati e sale il numero dei disoccupati, ovvero delle persone tra i 15 e i 74 anni che hanno "effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento" o "inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento". Scende invece il numero degli inattivi. Come leggere questi dati? E quale valore attribuirgli? La prudenza è d’obbligo, ma forse qualche indicazione di massima si può già trarre.
Secondo Francesco Seghezzi, giornalista e presidente della fonazione Adapt, la crescita della disoccupazione e il calo degli inattivi, potrebbe essere in parte "il primo effetto del reddito di cittadinanza che fa crescere le persone che cercano lavoro" e in parte conseguenza "del calo degli occupati". In ogni caso "c’è più di una cosa che non va".
4) Aumentano di 73mila i disoccupati e diminuiscono di 77mila gli inattivi. In parte potrebbe essere il primo effetto del reddito di cittadinanza che fa crescere le persone che cercano lavoro, in parte le conseguenze del calo degli occupati. #Istat pic.twitter.com/Czq6cWAlyE
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) October 31, 2019
Su base annua l’occupazione risulta comunque in crescita (+0,5%, pari a +111 mila unità). L’espansione riguarda sia donne sia uomini e tutte le classi d’età fatta eccezione per i 35-49enni. La crescita nell’anno è trainata dai dipendenti (+226 mila unità nel complesso) e in particolare da quelli a tempo indeterminato (+214 mila), mentre calano gli indipendenti (-115 mila). Come abbiamo visto però nell’ultimo mese il trend sembra essersi invertito: a crescere sono solo i contratti a termine, mentre il tasso di occupazione resta stabile al 59,1%.