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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia Roma

"Schiavi mai", la protesta: sottopagati per un contratto che consenta loro di stare in Italia

Contratti "grigi", stipendi in ritardo da mesi, cooperative fantasma. Così si vive sotto "il ricatto del permesso di soggiorno". Questione di pochi, sfortunati migranti? Per il sindacato Usb questa situazione ha effetti anche sul lavoro "italiano"

È poco prima di mezzanotte quando inizia il loro turno: lavoreranno fino alle 8 del mattino per poi riprendere i mezzi pubblici e tornare a casa. In pochi hanno il tempo di salutare i propri figli prima che entrino a scuola. A loro non hanno il coraggio di dire che anche questo mese non sono stati pagati, come succede da dicembre scorso. A guidare la vita di decine di persone è la speranza di un futuro migliore, di un contratto giusto, una vita normale, ma ora non è così. 

Questa è la storia di decine di lavoratori che hanno animato una protesta andata in scena a Roma, protesta che la Questura ha voluto lontana dai salotti buoni del centro storico, ma sfilata nel cuore di Torpignattara, popolare borgata romana, dove la maggior parte di questi lavoratori vive con le proprie famiglie.

Ogni notte puliscono i ristoranti McDonald's di Roma. Sono arrabbiati perché se già devono sopportare contratti a meno ore di quelle che realmente fanno, sentono il ricatto di non poter protestare senza mettere a repentaglio un posto di lavoro che vuole dire anche la possibilità di restare regolarmente in Italia con il permesso di soggiorno.

"Lavoro grigio" come spiega Guido Lutrario, sindacalista della federazione dei sindacati di Base che supporta la protesta dei lavoratori della Angel Service, una cooperativa uscita di scena ad Aprile lasciando posto a nuove ditte, naturalmente non responsabili degli ammanchi nelle buste paga del passato.

Più di 30 lavoratori si sono ritrovati in balia di un cambio appalto senza nessuna garanzia. Niente stipendi da Dicembre, né TFR.

"Schiavi mai": dal presidio di largo della Marranella, i lavoratori si spostano in corteo al vicino ristorante Mc Donald’s chiedendo il rispetto del diritto al lavoro ma anche della propria dignità.

protesta mc donald roma

"Abbiamo contratti a 30 ore settimanali ma ne facciamo almeno 48 -dice un giovane ragazzo del Bangladesh- guadagno 800 euro al mese ed ora nemmeno quelli da cinque mesi. Abbiamo spese, affitto della casa".

"Il titolare ci dice ogni giorno che ci pagerà, ma poi non lo fa. Siamo stanchi".

"Abbiamo intercettato già una trentina di lavoratori impiegati nel pulimento di 16 ristoranti Mc Donald's di Roma - spiega ancora Guido Lutrario, sindacalista Usb- non percepiscono lo stipendio, neanche quello pattuito "al grigio". Non c'è solo il lavoro povero ma il ricatto continuo visto il loro status giuridico che non permette loro di manifestare senza mettere a rischio la loro possibilità di permanenza in Italia. Stretta è la connessione tra il lavoro e il permesso di soggiorno, Le aziende lo sanno e se ne approfittano. Il decreto sicurezza ha complicato il lavoro di molte persone che cercano di garantire la sopravvivenza a se stessi e alla propria famiglia".

Guai tuttavia a pensare che sia una questione di pochi, sfortunati migranti. Come spiega ancora il sindacato Usb questa situazione ha effetti sul lavoro italiano: "Permette infatti di avere una forza lavoro a basso costo per non dire zero costo".

Non avendo avuto riscontri da McDonald’s Italia la protesta -che ha coinvolto anche i lavoratori della logistica in solidarietà con i colleghi- si è spostata alla sede di Casal Bertone dell’Ispettorato del Lavoro, dove sono stati ricevuti dalla funzionaria a capo dell’ufficio ispettivo. 

Quest’ultima ha dovuto ammettere che il caso di aziende che spariscono senza pagare mensilità di stipendi e tfr a Roma è molto frequente, e si è impegnata con USB a convocare le aziende interessate per venerdì 7 giugno.

protesta mc donald roma

Senza stipendio da mesi, la protesta degli addetti alle pulizie dei ristoranti Mc Donald’s

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