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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Colloquio di lavoro: come gestire il linguaggio del corpo

Impara ad osservarti con attenzione e cerca di correggere i difetti più vistosi. Ma non rinunciare alla tua naturalezza che, abbinata al giusto autocontrollo, può aiutarti a fare centro

Ma perché farsi ossessionare dal pensiero che ogni singolo gesto possa essere interpretato in maniera malevola? Il colloquio di lavoro è un evento di per sé stressante, che comporta un elevato dispendio di energie. Se ogni volta che ci sediamo di fronte ad un selezionatore, ci lasciamo vincere dal timore di guardarlo in modo inappropriato o di gesticolare troppo, il rischio di andare fuori di testa potrebbe farsi concreto. E allora? Meglio pensare soltanto alle risposte da dargli e fregarsene di tutto il resto? Ovviamente no. La via che può condurre al successo (che, in questo caso, equivale all'assunzione) passa dalla capacità di trovare la giusta misura. E di equilibrare ed armonizzare i linguaggi che si utilizzano. Cosa significa esattamente? Che per quanto tu possa essere scettico e dubbioso, dovrai imparare a gestire al meglio anche il linguaggio del tuo corpo sfruttando le peculiarità che possono procurarti consensi e gratificazioni. Senza ammiccare o sbottonarti più del dovuto perché ciò che il selezionatore cerca non è un poliedrico intrattenitore, ma una risorsa capace e laboriosa. Che sa comunicare al meglio tutto quello che ha da dire.

Alcuni consigli per comunicare correttamente col corpo

Non farti scoraggiare dalle indicazioni di certi esperti che suggeriscono di calibrare ogni singolo movimento: l'attenzione che devi destinare al linguaggio del tuo corpo non deve diventare un'ossessione o rischierai di apparire innaturale ed artefatto. Il segreto non sta nel mostrarsi sempre impeccabili, ma nell'essere consapevolmente responsabili dei codici che si utilizzano, che servono a veicolare messaggi coerenti al contesto e alle situazioni che si stanno vivendo. Come si fa? Basta non sbugiardare con gli occhi, le mani o con i piedi ciò che stai raccontando con le parole. Scopriamo insieme come riuscirci.

Occhio a come lo guardi

Avrai sicuramente sentito dire che stabilire (e mantenere) il giusto contatto visivo con la persona che si ha di fronte è di nodale importanza. Già, ma cosa vuol dire esattamente? Che quando stai parlando con qualcuno, devi fare attenzione a quello che comunicano i tuoi occhi. Che, com'è proverbialmente noto, possono rivelare tanto. Ricorda innanzitutto di guardare negli occhi il tuo interlocutore perché, evitare il suo sguardo, equivarrebbe a dirgli che sei intimorito o, peggio ancora, disinteressato. Ma evita anche di fissarlo troppo perché potresti passare per un maniaco e risultare oltremodo molesto. Non sbattere troppo le ciglia e non guardarlo con gli occhi semichiusi (viene di solito interpretato come un segnale di ostilità), sforzati di essere naturale e di non perdere d'occhio - è proprio il caso di dirlo - l'obiettivo principale, la ragione che ti ha portato a sederti di fronte a lui. Non devi sedurlo né tanto meno radiografarlo, ma conquistare la sua attenzione con garbo e misura, comunicando con gli occhi l'entusiasmo che potrebbe procurarti il desiderato ingaggio.

Controlla i movimenti dei piedi e delle mani

Una caratteristica di noi italiani è quella di enfatizzare coi gesti ciò che stiamo dicendo. Farlo in sede di colloquio di lavoro potrebbe non rivelarsi una brillante idea quindi sforzati di controllarti e di utilizzare correttamente gli arti di cui sei dotato. Partiamo dalle mani: non nasconderle ma non mostrarle neanche in maniera plateale, non tenerle ferme (sulle gambe o sul tavolo) e non muoverle eccessivamente. Chi si tocca ripetutamente il viso, i capelli o la barba o giocherella con gli anelli o le cravatte che indossa non fa solitamente una buona impressione ai selezionatori. Che si convincono di avere a che fare con candidati nervosi ed incontinenti, che trasmettono ansia al solo guardarli. Lo stesso discorso può essere applicato agli arti inferiori che possono tradirti quando meno te lo aspetti. Non agitarti troppo sulla sedia e cerca di piantare i piedi per terra: l'immagine a cui devi pensare è quella di un albero con radici ben salde, che comunica solidità ed affidabilità. Mantieni il tronco leggermente proteso verso il tuo interlocutore e cerca di non risultare troppo ingessato. Muoversi di tanto in tanto va bene (se non lo facessi, il reclutatore potrebbe pensare che tu sia stato colto da una momentanea paralisi), ma evita di trasmettere disagio ed agitazione cambiando continuamente posizione. Soprattutto se hai appena finito di dire che sei in grado di gestire qualsiasi tipo di situazione. Dai prova del tuo autocontrollo ed aiuta il selezionatore a valutarti positivamente.

Studia l'entrata e l'uscita di scena

A voler forzare un po' il ragionamento, potremmo pensare al colloquio di lavoro come ad un piccolo spettacolo teatrale nel corso del quale il candidato interpreta il ruolo dell'attore protagonista che deve dimostrare al pubblico (il selezionatore) di saper stare in scena. Presta la dovuta attenzione al modo in cui entri nella stanza e saluti il reclutatore: cerca di non affrettarti troppo e sfodera un garbato sorriso. Stringigli la mano in maniera ferma, ma senza stritolargliela, e dagli del lei anche se pensi che abbia spento meno candeline di te. La tua entrata in scena non può certo fare miracoli, ma potrebbe aiutarti a predisporre positivamente il tuo intervistatore. Che potrebbe rimanere colpito dai tuoi modi di fare. Non tentare di conquistarlo con effetti speciali o con battute spiritose con cui speri di stemperare l'imbarazzo iniziale (non lo conosci ancora e non sai se gradisce la leggerezza e l'informalità) e limitati a mostrarti educato ed autentico. Anche quando arriva il momento di andare via, ringrazia il selezionatore ed auguragli una buona giornata: il congedo migliore è quello caratterizzato dalla sobrietà e dal garbo che solo i veri mattatori sanno regalare al loro pubblico.

Fai pratica ed osservati con attenzione

Imparare a gestire il linguaggio del corpo, in preparazione del colloquio di lavoro, non è impossibile. Prendi l'abitudine di guardarti allo specchio e fai attenzione alla mimica ed ai gesti con cui sei solito “condire” i discorsi che fai. Potresti scoprire che quando parli di argomenti che ti appassionano tendi a fare smorfie indecifrabili o ad imbastire acrobazie con le mani. Individua i tuoi difetti più vistosi e sforzati di correggere la tua “grammatica corporea” senza rinnegarla del tutto. I selezionatori che, per lavoro, devono osservare ogni dettaglio potrebbero rimanere rapiti dal tuo sorriso sornione o dal modo in cui increspi leggermente la fronte quando sei concentrato. Non trasformarti in un anonimo manichino o in un'inespressiva statua di cera: gli ambienti di lavoro sono già pieni di persone che fingono di essere quello che non sono. La tua naturalezza - abbinata al giusto autocontrollo - potrebbe procurarti il successo che speri di agguantare. Ma non dimenticare di prepararti come si deve perché la concorrenza è spietata e il tuo riconosciuto savoir faire potrebbe non bastare.

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