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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia Italia

Quota 100 e reddito di cittadinanza, via libera del Governo

Il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di bilancio e il decreto fiscale collegato alla Manovra 2019. Il ministro Tria: "Ora dialogo con l'Europa". Confermati gli impegni del Def che avevano provocato la minaccia di una procedura di infrazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge fiscale con le "disposizioni in materia fiscale, di semplificazione amministrativa e per esigenze indifferibili" e il disegno di legge di bilancio per il 2019. Nel vertice arrivato al termine di una giornata carica di tensioni la maggioranza ha dato il via libera alla riforma delle pensioni con la revisione della legge Fornero, e all'introduzione del reddito di cittadinanza che, nelle intenzioni del governo, potrà essere corrisposto nel primo trimestre del 2019.

Proprio a mezzanotte scadeva il termine per inviare a Bruxelles la prima manovra targata Lega - 5stelle, e tanti sono ancora i nodi da sciogliere con la commissione Ue, prima tra tutti lo sforamento degli impegni di bilancio per il rientro del debito pubblico che lo Stato italiano aveva preso nella passata legislatura.

"Ho parlato con Moscovici, lo incontrerò il 18 a Roma" spiega il ministro dell'Economia Giovanni Tria.

"Ci sono delle procedure, quando un Paese non segue le raccomandazioni si apre un dialogo con la Commissione c'è una tempistica, ci sono delle lettere, ci saranno delle osservazioni e immagino ci sarà una lettera di risposta".

La misura sicuramente più attesa tra quelle annunciate dal vicepremier Salvini è l'introduzione di Quota 100 nella sua forma che consta di 38 anni minimi di contributi. Il leader della Lega principale sponsor della cancellazione della Legge Fornero, ha spiegato che l'intenzione del Governo resta - nei 5 anni - arrivare all'introduzione di Quota 41.

Quota 100 da Febbraio, il Governo approva: cosa cambia ora

L'introduzione della quota 100, partirà da febbraio: nessun limite a livello di platea, né penalizzazioni per aderire allo schema che modifica la Fornero consentendo di anticipare l'età pensionabile.

Manovra 2019: 7 miliardi per la Quota 100

Alla modifica della riforma Fornero con lo schema quota 100 saranno destinati "7 miliardi nel primo anno" spiega il vicepremier Matteo Salvini che spiega come la misura coinvolgerà 400mila italiani. 

"L'obiettivo finale è azzerare tout court la legge Fornero. La soglia di questo primo anno è lo schema 62 e 38 con l'obiettivo di arrivare a quota 41 pura".

Dal taglio alle pensioni d'oro sopra i 4.500 euro netti al mese il governo conta di ricavare un miliardo in tre anni da mettere a copertura nella legge di bilancio. Sempre in tema previdenziale il vicepremier Luigi Di Maio ha confermato che sono stati stanziati i fondi anche per confermare la cosidetta Opzione Donna.

Confermata la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva per il 2019 (per il 2020 e 2021 restano invece in vigore).

Il reddito di cittadinanza? Su base geografica e solo per gli italiani

Il "disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019" è stato pensato dal governo per introdurre - come si legge nel testo diffuso dal Governo - una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia".

Il decreto prevede inoltre una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei Centri per l’impiego (1 miliardo di euro).

Ecco dunque che nel disegno di legge di bilancio trova spazio anche l'annunciato reddito di cittadinanza con la riforma dei centri per l'impiego, e l'adeguamento delle pensioni minime alla pensione di cittadinanza. Ma anche tagli agli sprechi e più tasse sul gioco d'azzardo.

Per quanto riguarda la pace fiscale, potrà essere fatta solo da chi ha presentato la dichiarazione dei redditi. I contribuenti che sono alle prese con il fisco, nei tribunali, potranno sanare la loro posizione pagando il 20% del non dichiarato in 5 anni, in caso di vittoria al secondo grado, senza sanzioni e interessi.

Pace fiscale: come sarà il nuovo condono

Le tensioni fra le due anime del Governo si erano consumate nei giorni scorsi soprattutto sulle misure condonistiche caldeggiate dalla Lega, e il ravvedimento operoso, voluto dai Cinque Stelle. La soluzione individuata prevede un limite di un terzo sull'imponibile dichiarato, con un tetto massimo di 100mila euro. Una raffica di sanatorie che i rappresentanti del governo hanno negato si tratti di condono. "Lei lo chiami come vuole, sono scelte lessicali, noi la chiamiamo definizione agevolata", ha risposto il presidente del Consiglio.

Saranno inasprite le sanzioni per gli evasori. Via libera quindi al saldo e stralcio per le cartelle anteriori al 2010 di importo inferiore a mille euro. La misura, secondo quanto si apprende, interessa dieci milioni di contribuenti e coinvolge il 25% del magazzino dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Lo stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro è ''una semplice ripulitura'' ha spiegato il premier Conte.

''Ce lo ha chiesto il ministero e gli organi competenti perché per loro le cartelle fino a 1.000 euro che risalgono a periodi datati hanno maggiori costi per tenerle nel sistema informatico rispetto a quanto si potrebbe incassare."

Per le altre cartelle via libera alla rottamazione, in cinque anni e 20 rate trimestrali: "Prima di tutto ci siamo accordati sul fatto che per gli evasori ci sarà la galera. Ci sarà la pace fiscale per aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia, ma non ci sarà nessun salvacondotto per chi evade", spiega Di Maio su Facebook.

Nel decreto fiscale sarebbe dovuto rientrare un pacchetto di misure sulle semplificazioni alle piccole imprese tra cui la cosiddetta misura Bramini (dal nome dell’imprenditore brianzolo fallito per un credito inevaso dallo Stato) per rendere impignorabile la prima casa. La novità è l’arrivo di un secondo decreto, Disposizioni urgenti per la deburocratizzazione che scorpora dal dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il dl rinominato "taglia scartoffie e leggi inutili" cancella oltre 100 adempimenti per le imprese” e ingloba misure per garantire una Rc auto più equa e non più su base geografica, ma anche norme anche per chiudere il pregresso sulle sigarette elettroniche che negli obiettivi consentirebbe di salvaguardare migliaia di posti di lavoro nel settore.

E la flat tax?

Una delle misure più sacrificate sugli altari dei conti pubblici è la cosiddetta Flat tax, la tassa piatta o aliquota unica che era originariamente contenuta nel programma di Centrodestra. Nella disegno di legge di bilancio 2019 trova infatti spazio solo l'estensione delle soglie minime del regime forfettario fino a 65 mila euro che prevede appunto un’aliquota piatta al 15%. Una misura che vale solo per aziende e partite iva. 

Sempre in campo fiscale la nuova Manovra taglia dal 24% al 15% l’Ires sugli utili reinvestiti per ricerca e sviluppo, macchinari e per garantire assunzioni stabili, incentivando gli investimenti e l’occupazione stabile.

Arriva anche la cosiddetta cedolare secca sui nuovi contratti di affitto: una "Flat tax" al 21% che si applica anche ai locali commerciali come i capannoni.

Inoltre sono previsti incentivi fiscali per le imprese che riducono l’inquinamento, usando tecniche di produzione con minori emissioni (Cd. Iris verde).

Nel nuovo bilancio dello Stato trova spazio anche l'ampliamento del fondo per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie che viene ampliato fino a 1,5 miliardi.

Nuove tasse su banche e assicurazioni

Stretta fiscale in arrivo per banche e assicurazioni. Via libera al taglio ai fondi destinati ai migranti, pari a 1,3 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, di cui 500 milioni già il prossimo anno.

Stanziati inoltre 100 milioni di euro in favore delle politiche per la famiglia, mentre sono previste più risorse per la sanità pubblica, con un aumento della spesa sanitaria. Stretta in manovra, riferiscono ancora le fonti, contro i medici 'furbetti' che allungano le lista di attesa del servizio pubblico per convincere i pazienti a ricorrere alla cosiddetta intramoenia, ovvero visite private all'interno della struttura ospedaliera pagando la parcella per intero ai camici bianchi. 

Stop alla pratica dei governatori di Regione con doppio ruolo di commissari della sanità. Sempre in campo sanitario vengono stanziati 50 milioni per le Regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa. 

Stanziati inoltre 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle Regioni per le spese farmaceutiche.

Per sopperire alla mancanza di medici è stato inoltre abolito il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.

Confermato anche l’azzeramento graduale del fondo pubblico per l’editoria e il raddoppio del fondo per le micro e piccole imprese con 735 milioni di euro per il 2018.

Il piano di investimenti pubblici

Il disegno di legge stanzia 15 miliardi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.

Altri 500 milioni di euro sono destinati a un piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e personale amministrativo.

Torna la spending review con una Task force per la qualità della spesa pubblica: il team nelle intenzioni del governo dovra analizzere nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte. L'obiettivo è di recuperare 2 miliardi di euro grazie alla riorganizzazione della spesa, prevedendo l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquistare beni e servizi tramite Consip.

Decreto fiscale: tutto quello che sappiamo fino ad ora

Oltre alla disegno di legge bilancio è stato approvato il decreto fiscale e un ulteriore decreto sulla deburocratizzazione

La "pace fiscale" rappresenta uno dei serbatoi principali della manovra. Nella bozza del Decreto fiscale sono confermate la rottamazione ter e il condono sulle mini-cartelle fino a mille euro con alcune modifiche rispetto alle versioni precedenti che puntano ad allargare le maglie.

Il mini-condono dei debiti fino a mille euro riguarderebbe quelli iscritti a ruolo dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 e comprenderebbe multe e bollo auto con una perdita di gettito di poco più di 500 milioni di euro.

Tra le misure "ritoccate" rispetto alla precedente bozza quella che riguarda la definizione agevolata delle liti fiscali per cui si stimano entrate pari a 500 milioni di euro di euro nel prossimo quinquennio (considerando la possibilità di 20 rate trimestrali) e per le quali si prevede il pagamento della metà del valore della controversia nel caso in cui si è perso in primo grado e di un quinto del valore della controversia se il contribuente ha perso nel secondo grado di giudizio (nella bozza precedente si ipotizzava il versamento di un terzo).

Entra nell'ultima bozza del decreto fiscale l'incompatibilità tra la figura dei commissari ad acta per l'attuazione dei piani di rientro dai disavanzi del settore sanitario ed ogni altro incarico istituzionale ricoperto presso la regione interessata. "Il principio dell'incompatibilità - si legge - si applica anche ai "commissariamenti in corso" e che il governo "è chiamato a riattivare i propri poteri di nomina in tutte le Regioni nelle quali i commissari versino in tale stato d'incompatibilità".

Nell'ultima bozza salta poi la proroga per le posizioni create ad hoc nelle Agenzie fiscali per far fronte alla carenza di dirigenti, in scadenza il 31 dicembre, vengono prorogate al 30 giugno 2019.

Dl fiscale: più soldi per le missioni di pace

Nel decreto fiscale è previsto uno extra stanziamento per le missioni internazionali di pace. Nell'ultima bozza all'esame del governo si legge come "il fondo è incrementato di 130 milioni per il 2018". Attualmente nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, sono stati appostati per il 2018 fondi pari a 995 milioni di euro.

L'Italia è attualmente impegnata in molteplici scenari tra cui: la Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia; la Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger; la Missione NATO di supporto in Tunisia; la missione Onu nel Sahara Ovest; la missione europea nella repubblica Centrafricana. 

Vediamo ora le misure nel dettaglio: il decreto fiscale prevede:

  1. per chi aveva già beneficiato della rottamazione bis e ha versato almeno una rata, la possibilità di ridefinire il proprio debito con il fisco (relativo al periodo tra il 2000 e il 2017) a condizioni agevolate, tra cui l’esclusione dal pagamento delle sanzioni e degli interessi di mora, la possibilità di rateizzare il pagamento (massimo 10 rate consecutive di pari importo) in 5 anni pagando un interesse ridotto del 2% l’anno e quella di compensare i debiti con il fisco con i crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
  2. la cancellazione automatica di tutti i debiti con il fisco relativi al periodo che va dal 2000 al 2010 di importo residuo fino a 1000 euro.
  3. varie ipotesi di definizione agevolata delle controversie tra i contribuenti e il fisco. In particolare, si prevede la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell’Unione europea; delle controversie tributarie nei confronti dell’Agenzia delle entrate; degli atti del procedimento di accertamento; degli atti dei procedimenti verbali di contestazione; delle imposte di consumo.
  4. Si mantiene l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica dal primo gennaio 2019, riducendo per i primi sei mesi le sanzioni previste per chi non riuscirà ad adeguare i propri sistemi informatici.
  5. Si dà la possibilità di emettere fatture entro 10 giorni dalla operazione alla quale si riferiscono. Inoltre, si prevede che le fatture debbano essere annotate nel registro entro il giorno 15 del mese successivo alla loro emissione. Sempre nell’ottica della semplificazione viene abrogato l’obbligo di registrazione progressiva degli acquisti.
  6. Si prevede che il pagamento dell’Iva slitti al momento in cui la fattura viene incassata.
  7. TRASMISSIONE TELEMATICA DEI CORRISPETTIVI – Oltre all’obbligo di fatturazione elettronica, si introduce l’obbligo generalizzato di memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi. Questo consentirà di eliminare alcuni adempimenti contabili come l’obbligo di tenuta dei registri e conservazione delle fatture e degli scontrini e un controllo maggiore e meno invasivo dell’Agenzia delle entrate. L’obbligo parte per chi ha un volume d’affari superiore a 400 mila euro dal primo luglio 2019. Per gli altri dal primo gennaio 2020.

Il decreto legge sulla deburocratizzazione invece contiene disposizioni in cui

  1. si consente la proroga degli ammortizzatori sociali per il 2018 e 2019 per le imprese con più di 100 dipendenti, che abbiano problemi occupazionali. La cassa integrazione può essere concessa per 12 mesi per riorganizzazione aziendale e sei mesi per il caso di crisi;
  2. il trattamento di mobilità in deroga è concesso per 12 mesi a favore di quei lavoratori che hanno cessato o cessano la mobilità ordinaria o in deroga dal 22 novembre 2017 al 31 dicembre 2018 a condizione che a questi lavoratori siano applicate misure di politica attiva. La stessa misura si applica ai i lavoratori dell’area di Termini Imerese e Gela che godono di tale trattamento dal 2016.
  3. riforma della governance dell’Agenzia nazionale per il lavoro (Anpal);
  4. abolisce il libro unico del lavoro;

In tal senso prevede norme per la semplificazione del rapporto biennale del personale, così come delle imprese dello spettacolo; del deposito dei contratti collettivi; degli appalti; della gestione separata; norme semplificate per le imprese agro-alimentari; riduzione oneri per le start-up, le piccole e medie imprese innovative e gli incubatori; riduzione di oneri informativi e obblighi delle imprese; snellimento delle procedure per la costituzione di società di capitali;

Nei prossimi giorni ne sapremo di più e ve ne daremo conto.

Tra le misure che più faranno parlare è la cosidetta RC auto equa sul territorio con l'eliminazione dei vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro.

Altre misure prevedono il calcolo contributivo dei vitalizi derivanti da mandato elettivo regionale e il blocco del trasferimento dei fondi per i vitalizi alle regioni che non ne prevedano l’abolizione.

Per Genova sono stanziati ulteriori fondi per la ristrutturazione dell’Autotrasporto (10 milioni di euro per il 2018) e 15 milioni per l’adeguamento dei porti.

Legge di bilancio: che cosa ci sarà nella Manovra

Come abbiamo visto la scorsa settimana sia il Senato che la Camera hanno approvato la risoluzione di maggioranza che autorizza il governo allo scostamento del deficit programmato come previsto dalla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. In attesa di leggere la bozza della legge di bilancio 2019, Movimento 5 stelle e Lega hanno già preparato i primi aggiustamenti che danno il senso della direzione in cui si stanno muovendo le forze di Governo.

Le due forze che compongono la maggioranza hanno infatti presentato in Parlamento una risoluzione congiunta che impegna il governo ha licenziare la maggior parte delle promesse elettorali che, come abbiamo visto, trovano ampio respiro già nella prima manovra finanziaria dell'esecutivo legastellato. Vediamo punto per punto le proposte a firma dei capigruppo di 5 stelle e Lega.

Spending review

Lega-M5S impegnano il governo ad attuare una cabina di regia unica presso il ministero dell'economia - in coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei ministri - per procedere ad una "rapida e concreta attuazione del processo di revisione, razionalizzazione e riduzione della spesa".

Quota 100 e reddito di cittadinanza

Nella risoluzione che confluirà poi nella bozza della manovra ovviamente spazio sia l'introduzione della cosiddetta "quota 100 quale somma di età anagrafica e anzianità contributiva nell'ambito di un superamento delle vigenti rigidità di accesso al pensionamento imposte dall'articolo 24 della Riforma Fornero" di cui abbiamo ampiamente parlato

Così come Lega e M5S impegnano ancora l'esecutivo all'avvio del reddito di cittadinanza (al contestuale rafforzamento dei centri per l'impiego) e della pensione di cittadinanza

Flat tax

La maggioranza chiede ancora che sia confermato l'impegno per una flat tax al 15% per professionisti, artigiani e ditte individuali, "più riduzione del carico fiscale per le Pmi che resterebbero fuori dal nuovo regime forfettario".

Il testo impegna il governo "ad ampliare la platea dei contribuenti a cui è concessa l'opzione del regime forfettario, mediante la previsione di una aliquota flat al 15% a cui anche i liberi professionisti, gli artigiani e le ditte individuali possano aderire in sostituzione del regime ordinario e, al contempo, a prevedere una riduzione del carico fiscale per quelle piccole e medie imprese che non potranno optare per il nuovo regime forfettario ampliato".

Taglio Ires

Sempre in tema fiscale la risoluzione di maggioranza chiede al Governo di introdurre misure per stabilire un taglio di 9 punti dell'Ires sugli utili reinvestiti ed un regime speciale per le startup degli under 35.  

Nel testo si chiede "la sostanziale riduzione dell'aliquota Ires di 9 punti percentuali (dall'attuale 24% al 15%) sugli utili reinvestiti in acquisto di macchinari e attrezzature innovative e nuove assunzioni".

Con la riduzione dell'Ires di nove punti, dal 24 al 15 per cento "passiamo dalla fascia più alta d'Europa di tassazione del reddito d'impresa a quella più bassa: un cambiamento radicale". Lo ha detto il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia.

"In cambio cosa chiediamo alle imprese, di investire e assumere, ossia di fare quello che serve per lo sviluppo del Paese"

Basta culle vuote

La maggioranza giallo-verde impegna il governo anche ad intraprendere "azioni di contrasto al calo demografico e al fenomeno delle cosiddette 'culle vuote' anche mediante misure incentivanti per l'istruzione scolastica e la formazione universitaria". 

Taglio spese militari 

La maggioranza chiede al governo anche una revisione del modello di difesa con un taglio delle spese militari, tutelando tuttavia l'occupazione.

Il testo impegna il governo a "una revisione dell'attuale modello di difesa riducendo le spese militari, razionalizzando i sistemi di difesa, ad esclusione dei settori di ricerca ad alto contenuto tecnologico e di utilizzo duale, anche per scopi civili, salvaguardando i livelli occupazionali".

Cedolare secca per affitti negozi

Prevista anche l'estensione della cedolare secca agli affitti dei locali commerciali "a partire dai cosiddetti 'esercizi di vicinato'".

Fondo di garanzia per le Pmi

Sul piatto anche il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. La risoluzione chiede che siano varati "incentivi per lo sviluppo di nuovi progetti impenditoriali sia in forma singola che aggregata, nonché ad individuare politiche industriali volte alla migliore valorizzazione del made in Italy". Nei piani del governo Italia.it sarà trasformato in sito per la promozione del made in Italy.

Riqualificazione Taranto

Nella risoluzione si chieda che il governo si impegni ad attuare "disposizioni per la riqualificazione economica, industriale e ambientale della città di Taranto e delle zone limitrofe".

Graduale azzeramento fondo editoria

Ultima in ordine di elenco ma che non farà meno discutere, il documento di maggioranza impegna il governo ad azzerare il fondo per l'editoria. "A  partire dal 2019 dovrà essere progressivamente azzerato il fondo per l'editoria in essere presso Palazzo Chigi"

La maggioranza, si legge nella risoluzione, impegna il governo ad "un graduale azzeramento a partire dal 2019 del contributo del Fondo per il pluralismo - quota del Dipartimento informazione editoria assicurando il pluralismo dell'informazione e la libertà di espressione".

Perché il Documento di economia e finanza sta facendo così discutere?

Il problema sta tutto in alcuni numeri, quelli relativi al rapporto tra il debito pubblico e il Pil ovvero la capacità del nostro Paese di fare crescere la propria economia. Il documento approvato oggi infatti autorizza il governo a spendere più di quanto lo Stato incassi, finanziando cioè le politiche di spesa ricorrendo a finanziamenti, ovvero vendendo sul mercato titoli di Stato. 

Le bocciature delle cifre del governo arrivati da parte della Banca d’Italia e dall’Ufficio parlamentare di bilancio si basano su una previsione di crescita giudicata troppo ottimista rispetto allo stesso quadro economico presentato nel documento. E se l'economia dell'Italia non tornerà a correre (e lo Stato ad incassare risorse dalle tasse) il debito non scenderà ma finirà col pesare come un macigno sulle prossime generazioni.

Secondo il Governo i soldi per uscire dalla crisi ci sono e... sono i nostri

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