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Martedì, 23 Aprile 2024
LAVORO

Licenziare, più facile in Italia che in Germania

Il Cnel interviene, involontariamente, sulla discussione sul Jobs Act e in qualche modo sbugiarda l'assunto per cui in Italia è impossibile licenziare. Ed è la "troppa flessibilità" la prima causa della disoccupazione giovanile

In Italia è più facile licenziare che in Germania, ma anche in Francia e Olanda il grado di protezione del lavoro è superiore al nostro. E' quanto emerge dal rapporto del Cnel sul mercato del lavoro 2013-2014 nel quale si illustra l'evoluzione della normativa sul lavoro negli ultimi 20 anni.

IL MERCATO DEL LAVORO - Alla fine degli anni Novanta l'economia italiana si caratterizzava per una regolamentazione più rigida dei rapporti di lavoro anche rispetto ai principali paesi europei. "Da allora però la situazione del mercato del lavoro italiano è cambiata - scrive il Cnel - e il nostro Paese ha guadagnato un certo grado di flessibilità. Nei ranking dell'Ocse il grado di protezione dei rapporti di lavoro in Italia nel 2013 risultava inferiore a quello francese, e prossimo ai livelli riscontrati in Germania e Spagna.

BASSO GRADO DI PROTEZIONE - "Considerando congiuntamente il grado di protezione fornito nel caso dei licenziamenti individuali e collettivi, attualmente l'Italia risulta essere addirittura più flessibile della Germania, al cui modello la riforma Fornero si era all'epoca ispirata; anzi, il sistema tedesco risulta ora in cima alla classifica dell'Ocse seguito da Belgio, Olanda, Francia e poi dall'Italia.

DATI SULLA DISOCCUPAZIONE - E' il cuore della ricerca, ma al tempo stesso ne è conseguenza, non principio motore. Tutta "colpa" della discussione sul Jobs act in corso nel paese. Secondo la stima preliminare dell'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ad agosto, è schizzato al 44,2% in crescita di 1 punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti su base annua: si tratta del dato più alto da 37 anni, ossia dal 1977 (anno d'inizio delle serie storiche trimestrali) e dal gennaio 2004 se si considerano le serie mensili. Complessivamente, però, la disoccupazione è calata al 12,3%.

AGOSTO MESE RECORD - Il dato di agosto si spiega sostanzialmente - hanno rilevato i tecnici dell'Istituto - con il calo degli under 25 occupati: risultano occupati, infatti, 895.000 giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9% su base annua (-88.000). Il numero di giovani disoccupati, invece, resta sostanzialmente stabile, pari a 710.000, aumenta dello 0,3% nell'ultimo mese (+2.000) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37.000).

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