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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Il made in Italy perde un altro pezzo: ceduta la Magneti Marelli

Per la cifra di 6,2 miliardi di euro la Fiat Chrysler Automobiles ha venduto l'azienda fondata a Sesto San Giovanni nel 1919 alla Calsonic Kansei Corporation. L'ennesima eccellenza italiana che se ne va, ma i lavoratori dovrebbero essere al sicuro

Se ne va un altro pezzo di storia italiana. La Magneti Marelli, l'azienda che in quasi un secolo di attività ha fornito prodotti e sistemi ad alta tecnologia per l'industria automobilistica è stata ceduta dalla Fiat Chrysler Automobiles per 6,2 miliardi di euro a CK Holdings, holding di Calsonic Kansei Corporation, uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli. Quando la vendita verrà ultimata la CK Holdings sarà rinominata come Magneti Marelli CK Holdings.

Fondata nel 1919 a Sesto San Giovanni, nel milanese, da una joint venture tra Fiat ed Ercole Marelli, nell'ultimo secolo l'azienda è cresciuta in maniera esponenziale, portando le sue sedi anche fuori dall'Italia e dall'Europa, e annoverando tra i suoi clienti i più rinomati brand automobilistici. Una società tutt'ora in salute, che ha chiuso il 2017 con un fatturato di 8,2 miliardi di euro, e può contare su circa 43mila dipendenti, di cui 10mila soltanto in Italia, e 85 unità produttive disseminate in 20 Paesi diversi. Un fiore all'occhiello tricolore che adesso passa sotto la bandiera nipponica: l'unione tra Calsonic Kansei e Magneti Marelli darà 'vita' al settimo gruppo indipendente più grande al mondo per fatturato nella componentistica per autoveicoli, con circa 200 impianti e centri di ricerca e sviluppo tra Europa, Giappone, America e Asia-Pacifico. 

Opportunità unica

Come si legge nella nota ufficiale pubblicata dalla Fca, “l'operazione rappresenta un'opportunità unica di combinare due business di successo per creare uno dei principali fornitori mondiali indipendenti di componenti automobilistici, con un fatturato complessivo di 15,2 miliardi di euro”.

Fca ha inoltre sottoscritto un contratto di fornitura pluriennale che rafforzerà ulteriormente una relazione di mutuo beneficio sia per le gamme di offerta in crescita di Magneti Marelli che di Fca e che sosterrà le operation di Magneti Marelli in Italia, ben posizionandole per una continua crescita e successo nel futuro. L'azienda combinata sarà guidata da Beda Bolzenius, attuale Ceo di Calsonic Kansei, basato in Giappone. Ermanno Ferrari, Ceo di Magneti Marelli, entrerà a far parte del board di Magneti Marelli CK Holdings. 

Cosa fa Magneti Marelli

Come detto in precedenza, la Magneti Marelli è un fornitore a livello internazionale di componenti di alta tecnologia utilizzati nel mondo dell'automotive. I suoi stabilimenti si trovano in Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Turchia, Usa, Messico, Brasile, Argentina, Cina, Giappone, India e Malesia, con otto differenti aree business che vanno dalla telematica ai sistemi per controllare i carburanti, fino agli ammortizzatori, ai sistemi di controllo dinamico e quelli elettronici ed elettromeccanici. A dimostrare la qualità di questi prodotti sono anche i nomi altisonanti che figurano tra i clienti. La Magneti Marelli ha realizzato componenti anche per la Formula 1 e per la MotoGp

I big della moda italiana passati all'estero

A chi è stata venduta?

Per capire meglio la portata di questa operazione, che potrà considerarsi conclusa effettivamente soltanto nel 2019, va conosciuto anche l'acquirente. Calsonic Kanser è produttore globale di componenti automotive specializzato in sistemi per il controllo termico, sistemi di scarico, interni ed elettronica, con sede a Saitama in Giappone. L'azienda è anche più 'giovane' della Marelli: nata nel 1938 ha poi realizzato una 'scalata' al mercato mondiale, arrivando nel 2017 ad un fatturato di 7,6 miliardi di euro con 22.678 dipendenti e sedi in 15 Paesi.

Quanto Made in Italy che se ne va

La Magneti Marelli è soltanto l'ultima di una lunga serie di società italiane che nel corso degli anni hanno abbandonato il Belpaese per trasferirsi altrove. Soltanto qualche settimana fa era stata la volta di Versace, con la cessione a Michael Kors. Proprio la moda è tra i settori più in fuga, visto che l'elenco delle aziende volate all'estero annovera nomi del calibro di Valentino, Gucci e Bulgari. Ma non c'è soltanto l'abbigliamento, a lasciare la Penisola ci hanno pensato anche il Brunello di Montalcino e la birra Peronin, i giochi Risiko e Scarabeo, il gelato Grom e dulcis in fundo colossi come Ilva e Telecom.

Cosa rischiano i lavoratori

Al di là del dispiacere che si può provare nel vedere l'ennesima azienda italiana prendere il largo, c'è un'altra questione che preoccupa i sindacati: cosa succederà ai lavoratori della Magneti Marelli? Un quesito sollevato da tutte le principali sigle di settore, ma che dovrebbe incontrare risposte positive, come assicura Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: “La cessione di Magneti Marelli non provocherà effetti diretti e immediati sui rapporti di lavoro, poiché avverrà tramite passaggio azionario e fusione con la società acquirente. Soprattutto accogliamo positivamente le dichiarazioni ufficiali aziendali che ribadiscono che non ci saranno ricadute occupazionali negative per gli stabilimenti italiani, che l'headquarters resterà a Corbetta e che la divisione plastica, non interessata dal trasferimento, resterà in Fca. Si creano quindi le condizioni per la creazione di un grande gruppo globale con forti competenze tecnologiche di cui Marelli dovrebbe beneficiare, nondimeno sorgerà la ineludibile esigenza di confrontarsi con la nuova proprietà, per conoscere le strategie industriali di lungo periodo”.

Un'idea condivisa anche dalla segretaria Fiom-Cgil, Francesca Re David, che però chiede anche un incontro con vecchia e nuova proprietà: “Ora è necessario un incontro con il management di Fca e Calsonic Kansei per garantire il futuro occupazionale e produttivo per i lavoratori. Questa è un'occasione affinché anche i lavoratori della Magneti Marelli abbiano il Contratto Collettivo Nazionale dei Metalmeccanici. Domani faremo volantinaggi davanti ai cancelli degli stabilimenti Magneti Marelli per informare le lavoratrici e i lavoratori su quanto sta accadendo”.

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