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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Italia

Manovra 2018, cambiano Ape e Rita (ma resta l'incubo pensioni a 67 anni)

L'idea del Governo: bloccare l’aumento dell'età pensionabile solo per alcune categorie, le stesse previste per l'Ape Social. Ecco cosa cambia con le misure inserite nella legge di Bilancio 2018 in discussione in Senato

La legge di Bilancio 2018 prevede uno sconto di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni, alle donne lavoratrici per accedere all’Ape social

Sarà invece prorogata per tutto il 2019 la sperimentazione dell’Ape volontario.

La manovra prevede inoltre di semplificare e rendere stabile RITA, la “Rendita integrativa temporanea anticipata”: potrà usufruirne chi, iscritto a una forma complementare, ha perso lavoro ed è a 5 anni dalla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi, e chi, disoccupato da 24 mesi, non lavora da 10 anni, con 20 anni di contributi.

Sul Reddito di inclusione sono previsti l’aumento del numero di famiglie destinatarie e dei fondi a disposizione. In aumento anche l’assegno per le famiglie con più di 5 componenti.

Manovra 2018, in pensione a 67 anni

Sulle misure pende però la mannaia dell'Europa che ha ravvisato un buco nei conti pubblici pari a 1,7 miliardi di euro. Il governo italiano è convinto che il buco non ci sia ma è vero anche che nella manovra in arrivo in Parlamento, e già esaminata in bozza a Bruxelles, gli effetti della pensione a 67 anni sono già previsti per il 2019 e il 2020.  Non prendere una decisione entro dicembre significherebbe dover accantonare il costo per le casse pubbliche del mancato aumento dell’età pensionabile, circa 2,5 miliardi di euro tra il 2019 e il 2020.

Bloccare l’aumento dell'età pensionabile solo per alcune categorie ha invece un costo recuperabile tra le pieghe del Bilancio. E si dovrebbe utilizzare uno schema già pronto, le 11 categorie dei lavori gravosi già utilizzate per l’Ape social: maestre di asilo nido e di scuola materna, infermieri che fanno i turni di notte, macchinisti, camionisti, gruisti, muratori, facchini, badanti di persone non autosufficienti, oltre agli addetti alle pulizie, alla raccolta dei rifiuti e alla concia delle pelli.

Il tempo stringe. Il decreto del ministero del Lavoro che adegua automaticamente l’età della pensione alla speranza di vita calcolata a 65 anni va emenato per legge entro la fine dell’anno. Le tabelle appena pubblicate dall’Istat dicono che, tra il 2013 e il 2016, la speranza di vita è aumentata di cinque mesi. Per questo il decreto del ministero dovrebbe far salire proprio di cinque mesi l’età della pensione. Nelle settimane scorse il governo sembrava deciso a rimandare la scelta a dopo le elezioni, per evitare ricadute sul voto di primavera.

Leggi anche: abbiamo i lavoratori più anziani d'Europa

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