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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Cashback, "bonus Befana" e tasse: cosa bolle nel pentolone della manovra

Il premier Conte annuncia: ''Trovati i 23 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva'', ma cosa ci sarà nella legge di Bilancio? Incentivi ai pagamenti elettronici e taglio del cuneo fiscale: tutte le ipotesi sul tavolo

Sono giorni frenetici per il governo M5s-Pd. In attesa di conoscere il contenuto della Nota di aggiornamento del Def, il documento che farà da ossatura alla legge di Bilancio, tutta l'attenzione è sulle misure che comporranno la manovra e soprattutto sui 23 miliardi necessari per disinnescare le clausole di salvaguardia ed evitare l'aumento dell'Iva da gennaio 2020. Proprio su questo tema caldissimo è intervenuto da Palazzo Chigi il premier Conte, annunciando ai giornalisti presenti di aver trovato i soldi necessari: "La prima bella notizia è che sterilizziamo l'incremento dell'Iva, neutralizziamo le clausole di salvaguardia, dunque i 23 miliardi ci sono, li abbiamo trovati. Ora stiamo completando perché c'è ancora qualche copertura che ci manca ma siamo molto ambiziosi". 

La provenienza di questa somma non è ancora molto chiara, senza dimenticare che, come confermato dal ministro dell'Economia Gualtieri a “Mezz'ora in più” su RaiTre, serviranno almeno ulteriori 7 miliardi per arrivare ai 30 miliardi necessari anche per attuare qualche altra misura. Negli ultimi giorni sono molte le ipotesi finite sul tavolo del Mef, alcune legate ad incentivare i pagamenti online, altre volte ad abbassare le tasse. Vediamo nel dettaglio quali sono le più “quotate”.

Manovra, “Bonus Befana” e Cashback

Una delle idee principali del governo giallorosso in vista della manovra finanziaria è quella di incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici attraverso alcuni strumenti, che indirettamente servirebbero anche a far scendere il numero di pagamenti in nero e di conseguenza l'evasione fiscale. Tra le ultime ipotesi c'è il cosiddetto “bonus Befana”, menzionato da Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera. Di cosa si tratta? Non è altro che un ulteriore incentivo ad utilizzare carte di credito e bancomat: gli utenti che nel corso del 2020 effettueranno pagamenti elettronici per una soglia ancora da definire e nei settori più a rischio nero, come i ristoranti o gli idraulici, riceveranno a gennaio 2021 (da qui il nome “bonus Befana”) fino ad un massimo di 500 euro come detrazione fiscale.

Tale misura andrebbe “a braccetto” con il cashback che consiste invece nel rimborso fiscale di una percentuale del pagamento effettuato per chi decide di saldare con la carta di credito o bancomat. Il funzionamento è molto semplice, chi salda con la carta di credito o il bancomat si ritroverebbe a pagare un totale di Iva uguale a quella di chi decide di pagare in contanti. Però, nell'estratto conto del mese successivo o nello stesso mese si vedrà restituire una parte dell'Iva versata. In pratica si tratterebbe di una sorta di sconto che avviene attraverso il rimborso del denaro.

Al momento rimaniamo nel campo delle ipotesi, sembra che l'esecutivo abbia in mente un abbassamento dell'Iva per chi paga con carta fino a tre punti percentuali. Due mosse che, se entrassero in vigore con la prossima manovra, favorirebbero anche lo Stato, che con più pagamenti tracciati vedrebbe diminuire il nero e di conseguenza incasserebbe di più. Ovviamente, queste due misure dovrebbero essere accompagnate da una riduzione (o addirittura un taglio totale) delle commissioni a carico degli esercenti, così da incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici sia lato acquirente che lato venditore. 

Manovra, meno tasse su bollette e buste paga

Un altro tema chiave in vista della prossima legge di Bilancio è quello della diminuzione del cuneo fiscale, che tradotto in parole povere significa “meno tasse”. Un discorso legato anche all'Iva, come confermato dallo stesso premier Conte, che ha anche avanzato la possibilità di attuare uno “sconto” sulle bollette domestiche: ''Sull'Iva c'è un equivoco, il mio obiettivo è quello addirittura di consentire di abbassare l'Iva. Stiamo lavorando e a me piacerebbe portare le bollette, a beneficio di tutti gli italiani, dal 10 al 5%, mi piace che le famiglie meno abbienti abbiano la possibilità di comprare pasta pane, frutta fresca, latte, che adesso è al 4%, all'1. Per fare questo dobbiamo incrementare l'utilizzo di mezzi di pagamento alternativi al contante"

"Per fare questo dobbiamo fare un piano, io ho parlato di un patto con gli italiani, e per fare questo dobbiamo dare possibilità a tutti, anche chi non può permettersi una carta di crediti o un bancomat, a chi non ha un conto corrente - prosegue il presidente del Consiglio - di poter accedere a questi mezzi di pagamento, quindi a costo zero e senza provvigioni, alla portata di tutti".

"Il mio obiettivo è assolutamente dare più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti - aggiunge il presidente del Consiglio -, è giusto che in questa congiuntura economica ci sia il taglio al cuneo fiscale a favore dei lavoratori, lo abbiamo scritto nel nostro programma economico".

A chi gli domanda se ci saranno dunque aumenti selettivi dell'Iva, "stiamo lavorando a un piano per raggiungere tutti gli obiettivi che vi ho illustrato - replica Conte - lasciateci ancora qualche giorno...". Quello che vorrei chiarire è che io sono andato in Parlamento non a chiedere e ottenere che non aumentasse l'Iva e punto, io sono andato in Parlamento e ho ottenuto la fiducia per realizzare una svolta verde, per contrastare l'evasione, pere realizzare la modernizzazione del paese, per digitalizzare, per promuovere gli investimenti e far volare l'Italia, quindi non mi posso accontentare solo di neutralizzare l'Iva. Mi piace che le famiglie meno abbienti abbiano la possibilità di comprare pasta pane, frutta fresca, latte, che adesso è al 4%, all'1".

Un'idea, quella del taglio della pressione fiscale sulla busta paga, “sposata” anche dal vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, che su Twitter ha scritto: "Io credo che uno degli obiettivi fondamentali di questa manovra debba essere quello di ridurre la pressione fiscale sulla busta paga di chi non arriva in fondo al mese. Solo così si aiuta chi ha bisogno e si fanno ripartire i consumi". 

Manovra, il dilemma coperture

Conte ha detto di aver trovato i 23 miliardi di euro per evitare l'aumento dell'Iva, ma al momento resta un grande punto interrogativo sulla provenienza delle coperture per le altre misure. Infatti, se da un lato le agevolazioni per chi paga con carta di credito o bancomat potrebbero tradursi in un'entrata per le casse dello Stato attraverso la diminuzione dell'evasione, dall'altro servirebbero nell'immediato i fondi per pagare questi “sconti”. Considerando anche gli effetti dell'emersione del nero saranno senza dubbio a lungo termine, c'è la possibilità che qualche misura annunciata finisca nel cassetto o che a farne le spese sia il taglio del cuneo fiscale. Nel frattempo, il ministro della Salute Roberto Speranza ha smentito l'ipotesi di tagli alla sanità per finanziare la manovra: "Siamo stati molto chiari. Sia io che il ministro dell'Economia: è finita la stagione dei tagli alla sanità". 

 "I soldi che mettiamo per la salute dei cittadini - ha ribadito - sono un investimento e non una semplice spesa. Quindi mi batterò per aumentare in maniera significativa rispetto all'anno scorso le risorse a disposizione per il Fondo sanitario nazionale".

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