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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Moovenda pronta ad assumere i rider licenziati: perché non è soltanto una provocazione

Il Ceo dell'azienda ha risposto alle minacce dei competitor stranieri, dicendo di essere pronto ad integrare i lavoratori che potrebbero perdere il posto in caso di 'fuga' dall'Italia. Una proposta che fonda le basi su un sistema logistico diverso che mette al primo posto la tutela dei lavoratori

La sentenza sui lavoratori Foodora ha fatto esplodere la guerra dei rider. Una battaglia sulla 'pelle' dei fattorini che, tra paghe da fame e poche tutele, ha visto il coinvolgimento in prima persona del neo ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Il vicepremier ha incontrato i lavoratori e le multinazionali con l'idea di rivoluzionare il settore dei ciclofattorini, una generazione da lui stesso definita “abbandonata”.

Mentre i grandi brand della gig-economy minacciano di lasciare il mercato in caso di abbandono del pagamento a cottimo, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la provocazione di Simone Ridolfi, Ceo di Moovenda: “Apprendo che alcuni grandi player stranieri minacciano di andarsene dall’Italia se verrà, come sembra, abbandonata la strada dei pagamenti a cottimo. Bene, allora assumeremo noi tutti i fattorini che resteranno senza lavoro e, allo stesso modo, ci occuperemo di accogliere nella nostra piattaforma i tantissimi ristoranti che rimarrebbero orfani del servizio a domicilio”.

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Senza troppi giri di parole, Ridolfi ha lanciato un vero e proprio attacco ai suoi competitor, in attesa del prossimo incontro con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico previsto per il prossimo 2 luglio:  “Noi da sempre mettiamo il lavoratore in cima alla nostra scala di valori, il Ministro Di Maio ha ragione non bisogna cedere al ricatto delle multinazionali a discapito dei lavoratori, è un vuoto normativo che va colmato assolutamente, anche perché al momento chi tratta i lavoratori in modo etico come noi subisce la concorrenza sleale di chi invece si approfitta proprio di questo vuoto normativo”.

“Stiamo decidendo il futuro di migliaia di persone – ha concluso il Ceo di Moovenda - per questo ribadisco che siamo disposti ad assumere tutti i rider nel caso in cui le multinazionali abbandonino il mercato. E allo stesso modo dico a tutti i ristoranti che vogliono continuare il servizio di delivery che siamo disposti ad accoglierli nella nostra piattaforma. Il mercato italiano non ha bisogno delle multinazionali”.

Per capire la 'portata' di queste parole abbiamo sentito Gianpaolo Sacconi, responsabile delle comunicazioni di Moovenda, che ci ha spiegato il diverso sistema logistico utilizzato dall'azienda e la reale possibilità di assumere i rider che potrebbero perdere il lavoro in caso di 'fuga' delle multinazionali dall'Italia: “Noi abbiamo investito molto in un sistema logistico differente da quello adoperato dai nostri competitor. Per prima cosa i nostri dipendenti hanno tutti un regolare contratto co.co.co., sono tutelati da assicurazioni in caso di infortuni e  non vengono pagati a consegna ma a turni, fattore che elimina la competitività tra i fattorini”. 

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Un sistema innovativo che evita ai lavoratori di 'scapicollarsi' per arrivare prima del collega per prendere la consegna e di conseguenza la paga: “Ad esempio – ha aggiunto Sacconi – se in totale abbiamo 60-70 consegne e 50 fattorini, facciamo in modo che tutti ne facciano almeno una”. 

Il 'modus lavorandi' di Moovenda si discosta da quello dei suoi competitor e si avvicina molto all'idea messa sul tavolo da Di Maio: “I nostri turni sono di 3-4 ore, dal pranzo a mezzanotte. I rider prendono 25 euro a turno più le mance e possono decidere quanti turni vogliono fare e quando. In più noi versiamo i contributi Inps e Inail a tutela dei lavoratori. Invece, se non hai un contratto sei costretto a pagare tutto tu, oltre alla sconveniente necessità di dover aprire una partita Iva”. 

Il Chief Communications Officier di Moovenda si è poi soffermato sull'operato di Di Maio, che ha preso a cuore le situazioni dei lavoratori in difficoltà, in particolar modo quelle dei rider: “Secondo noi è stato molto bravo fino ad ora. Rispetto alle dichiarazioni iniziali che sembravano 'di guerra', ha voluto sentire tutti, si è seduto al tavolo con aziende e lavoratori per capire la situazione. Lo ha fatto nel Lazio anche Zingaretti, che ha presentato una proposta di legge mirata a migliorare le condizioni di tutele e sicurezza, che prevede la creazione di una piattaforma tra operatori e fattori, un pagamento orario non inferiore al minimo sindacale e lo stanziamento di due milioni di euro per tutele integrative. Una norma che spero possa essere adottata anche al livello nazionale”. Un'opinione condivisa anche dal Ceo Simone Ridolfi: "Rispetto ad altri politici che si sono limitati a dichiarazioni di sorta, Di Maio è l'unico che ha voluto ascoltare tutte le parti in gioco, capendo come il dialogo sia l'unica strada per trovare una soluzione concreta e giusta, sia per le aziende che per i lavoratori".

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Ma se la frase di Ridolfi può sembrare una provocazione in risposta a quella dei competitor stranieri, analizzando meglio la situazione si scopre come sia un'idea tutt'altro che folle: “Se le multinazionali dovessero abbandonare le città e di conseguenza i ristoranti italiani – spiega Sacconi -noi saremmo in grado di assumere i rider licenziati in quanto si creerebbero degli scenari commerciali importanti, con la possibilità di aumentare la mole di lavoro e di conseguenza la necessità di dipendenti”. 

“Inoltre – conclude Sacconi – se anche gli altri fossero costretti a passare al nostro metodo, ci metterebbe sullo stesso piano anche dal punto di vista della concorrenza. Se si dovesse andare verso il nostro modello saremmo contenti. Per quanto possa essere sconveniente il pagamento ad ore piuttosto che a cottimo, a noi sta più a cuore la tutela del lavoratore”. 

Quali saranno le prossime puntate di questa vicenda? A rispondere a questa domanda è stato direttamente il Ceo di Moovenda: "Attendiamo l'incontro del 2 luglio al Ministero del Lavoro, la nostra speranza è che si trovi al più presto una soluzione definitiva, delle regole giuste e uguali per tutti, perché questa situazione di stallo va soltanto a vantaggio delle mutlinazionali e contro i lavoratori". 

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