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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Morti sul lavoro in aumento: "E' una vera e propria strage"

Secondo i dati dell'Inail, nel 2019 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono arrivate a quota 482, il 2,8% in più del primo semestre 2018. Calano le denunce ma aumentano le malattie professionali, Capone (Ugl): ''Serve una cultura della sicurezza''

Una strage silenziosa, quella di chi perde la vita mentre si trova sul posto di lavoro. Secondo i dati diffusi dall'Inail, nel mese di giugno sono aumentate le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale: sono state 482, 13 in più rispetto al primo semestre del 2018 (+2,8%). A livello nazionale, i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano sette denunce in più per i casi mortali avvenuti in occasione di lavoro (da 331 a 338) e sei in più per quelli occorsi in itinere (da 138 a 144). A livello gestionale, l'agricoltura ha registrato un aumento di 22 denunce (da 43 a 65) e il conto Stato di una (da 7 a 8), a fronte di 10 casi in meno nell'industria e servizi (da 419 a 409).

Morti sul lavoro soprattutto al Centrosud

Dall'analisi territoriale emerge un aumento dei casi mortali solo nell'Italia centrale e meridionale: 13 in più al Centro (da 91 a 104), 15 in più al Sud (da 87 a 102) e 14 in più nelle Isole (da 34 a 48). Nel Settentrione si rileva, invece, una diminuzione di un caso nel Nord-Ovest (da 124 a 123) e di 28 nel Nord-Est (da 133 a 105). A livello regionale, spiccano i 16 casi mortali in più denunciati in Sicilia e i 20 in meno in Veneto. L'analisi di genere mostra, nel confronto tra i primi sei mesi del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 23 casi mortali in più per gli uomini (da 418 a 441) e 10 in meno per le donne (da 51 a 41). In aumento le denunce di infortunio con esito mortale per i lavoratori comunitari (da 24 a 33) ed extracomunitari (da 54 a 58), mentre si conferma il dato per gli italiani, con 391 casi mortali denunciati in entrambi i periodi.

Dall'analisi per classi di età emergono incrementi nella fascia 45-54 anni (+41 casi) e in quella 20-34 anni (+22), a fronte di 12 decessi in meno per i lavoratori tra i 35-44 anni e di 30 in meno per quelli tra i 55 e i 64 anni. Nel primo semestre 2019 tra gli under 20 si registra una denuncia di infortunio con esito mortale, rispetto ai nove casi denunciati nel 2018 tra gennaio e giugno. In entrambi i primi semestri sono avvenuti nove incidenti 'plurimi', espressione che indica gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, con 23 vittime tra gennaio e giugno dell'anno scorso e 18 nei primi sei mesi del 2019, queste ultime tutte in ambito stradale.

Crescono le malattie professionali

Le denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail nei primi sei mesi di quest'anno sono state 32.575, 354 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1,1%). Le patologie denunciate sono aumentate solo nella gestione industria e servizi, da 25.161 a 25.767 (+2,4%), mentre sono diminuite in agricoltura, da 6.675 a 6.462 (-3,2%), e nel conto Stato, da 385 a 346 (-10,1%). A livello territoriale, l'aumento ha riguardato il Centro (+1,9%), il Sud (+0,3%), le Isole (+3,6%) e il Nord-Est (+0,4%). Il Nord-Ovest si distingue, invece, per un calo dello 0,6%. In ottica di genere si rilevano 221 denunce di malattia professionale in più per le lavoratrici, da 8.644 a 8.865 (+2,6%), e 133 in più per i lavoratori, da 23.577 a 23.710 (+0,6%). In aumento sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 30.170 a 30.306 (+0,5%), sia quelle dei comunitari, da 674 a 766 (+13,6%), e dei lavoratori extracomunitari, da 1.377 a 1.503 (+9,2%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (19.019 casi), del sistema nervoso (3.314, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell'orecchio (2.187) continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio (1.327) e dai tumori (1.226). Oltre 200 le denunce di malattie legate ai disturbi psichici e comportamentali e di quelle della cute e del tessuto sottocutaneo, mentre i casi di patologie del sistema circolatorio sono 131.

In calo le denunce

Le denunce di infortunio presentate all'Inail entro lo scorso mese di giugno sono state 323.831, 577 in meno rispetto alle 324.408 dei primi sei mesi del 2018 (-0,2%). I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 277.690 a 276.043 (-0,6%), e un incremento del 2,3%, da 46.718 a 47.788, di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro. A giugno 2019 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è diminuito dello 0,8% nella gestione Industria e servizi (dai 245.439 casi del 2018 ai 243.591 del 2019), mentre è aumentato dell'1,3% in Agricoltura (da 15.490 a 15.694) e dell'1,7% nel Conto Stato (da 63.479 a 64.546).

L'analisi a livello territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest e nel Nord-Est (-0,3% per entrambe), al Sud (-0,9%) e nelle Isole (-0,2%). Il Centro, in controtendenza, presenta un aumento dello 0,7%. Tra le regioni che hanno fatto registrare i decrementi percentuali maggiori spiccano il Molise (-5,7%) e la Valle d'Aosta (-3,2%), mentre gli incrementi più consistenti riguardano la Sardegna (+3,3%) e l'Umbria (+3,1%). Il lieve calo che emerge dal confronto dei primi sei mesi del 2018 e del 2019 è legato esclusivamente alla componente maschile, che registra un -0,4% (da 206.893 a 206.010 denunce), a differenza di quella femminile, in aumento dello 0,3% (da 117.515 a 117.821).

Per i lavoratori extracomunitari si registra un incremento degli infortuni denunciati del 3,7% (da 38.340 a 39.745), mentre le denunce dei lavoratori italiani sono in calo dello 0,6% (da 273.646 a 271.887) e quelle dei comunitari dell'1,8% (da 12.421 a 12.194). Dall'analisi per classi di età emergono aumenti tra gli under 30 (+2,2%) e tra i 55 e i 69 anni (+2,8%). In diminuzione del 2,5%, invece, le denunce della fascia di lavoratori tra i 30 e i 54 anni, nella quale rientra oltre la metà dei casi registrati.

Capone (Ugl): "Una vera e propria strage"

''I dati Inail confermano che anche nei primi sei mesi del 2019 è in atto una vera e propria strage sul lavoro con 482 morti, 13 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, facendo segnare un +2,8%. Colpiscono, in particolare, i dati relativi all'Italia centrale e meridionale, in cui troviamo 13 casi in più al Centro, da 91 a 104, e 15 in più al Sud, da 87 a 102''.

Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl. ''Non è possibile continuare a morire sul posto di lavoro con una 'costanza' agghiacciante. Per questo, è necessario promuovere una maggiore cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e una formazione dei dipendenti più adeguata, in particolare nei settori dove il rischio di infortuni è più alto. L'Ugl è in tour con 'Lavorare per vivere' per mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sul triste fenomeno e per dire basta alle morti sul lavoro''.

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