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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Italia

Mps torna in Borsa a prezzo di saldo: non è una buona notizia per il Tesoro e i contribuenti

La crisi di Rocca Salimbeni è finita? Il via libera della Consob riporta dopo 10 mesi il titolo del Monte dei Paschi a Piazza Affari. Alla prova del mercato andrà anche il piano industriale messo a punto dall'Ad Marco Morelli: 5.500 esuberi e chiusura di 600 filiali

Cosa fare per chi ha ricevuto le azione Mps?

Il  25 ottobre gli strumenti emessi e/o garantiti da Banca Mps torneranno ad essere negoziati dopo dieci mesi di sospensione. Le azioni, in particolare, vedranno i primi prezzi dopo l'intervento dello Stato sotto forma di ricapitalizzazione precauzionale con conseguente conversione delle obbligazioni subordinate in capitale sociale. Le stime, basate sull'asta dei dei credit default swap (una specie di assicurazione sul fallimento) sui bond subordinati del mese scorso vedono un prezzo di 4,5-5,0 euro per azione. Un valore che sostanzialmente dimezza il prezzo di 8,65 cui sono state assegnate le azioni dei bond subordinati. Ci perde anche lo Stato che si è visto assegnare le azioni sottoscritte a 6,49.

I portatori di obbligazioni subordinate sanno da tempo di trovarsi a - 50% o giù di lì, ma adesso arriva l'assai poco simpatico momento in cui lo vedranno materialmente. 

L'associazione dei consumatori Aduc che ha seguito con un servizio di assistenza specifico per gli azionisti e gli obbligazionisti Mps, suggerisce al comune risparmiatore che si è visto assegnare le azioni in cambio dei bond subordinati è quello di vendere.

I motivi sono diversi

- I portatori dei bond subordinati quasi sempre comuni risparmiatori, spessissimo clienti del Mps, i quali credevano di detenere normali obbligazioni della banca. Non hanno le capacità, tecniche e personali, per maneggiare azioni. Se si è comuni risparmiatori, e ci si trova per le mani uno strumento che non si conosce, occorre liberarsene immediatamente. Ciò al di là di qualsiasi altra considerazione.

- I bondholder stanno soffrendo da molto tempo, e vendere le azioni rappresenta un primo passo -seppur doloroso- verso la soluzione del problema.

- Nel caso in cui le azioni scendessero ancora di prezzo in futuro, l'ulteriore perdita di valore non sarebbe riconosciuta in giudizio perché la scelta di mantenerle in portafoglio è stata del risparmiatore, e non è conseguenza diretta della conversione del bond in capitale.

- Ancora, nel caso in cui le azioni scendessero ancora, persone non abituate a maneggiarle e incapaci di venderle a - 50% circa non le venderebbero mai più.

- Ma ecco che arriva la domandina: e se poi risalgono? A parte il fatto che per compensare una perdita del 50% occorre un rialzo del 100%, il comune risparmiatore non è in grado di sopportare perdite come quelle di cui stiamo parlando, per importo e per tipologia. Si corre pertanto il serio rischio di vendere al primo rialzo che porta il titolo "in verde".

- Infine, ma non meno importante: la strada per rifarsi passa per quasi tutti per i ricorsi all'Acf Consob ed eventualmente per le cause vere e proprie. Da quando è esploso il caso abbiamo analizzato un'enorme quantità di documenti sottopostici da numerosissimi clienti, e possiamo affermare che nella stragrande maggioranza dei casi ci sono i presupposti per ricorrere.

Cosa accade alle azioni derivanti dalla conversione del bond cosiddetto "Antonveneta"?

Le azioni concambiate dal bond Antonveneta hanno codice IT0005276776 si possono liberamente vendere. In tal caso assumono automaticamente il codice  IT0005218752 delle normali azioni Mps. La vendita può interessare coloro i quali non posseggono i requisiti per aderire all'offerta.

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