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Giovedì, 28 Marzo 2024
CASO FIAT

Fiat non esiste più: nasce Fca, lontano dall'Italia

L'assemblea del Lingotto, riunita per l'ultima volta a Torino, ha approvato la fusione con Chrysler: nasce Fca. Sede legale in Olanda, domicilio fiscale nel Regno Unito. Ma, giura Elkann, "non abbandoniamo l'Italia"

ROMA - L'ultima volta a Torino. L'ultima volta in Italia. Mancava un anno al nuovo secolo - era l'11 luglio 1899 - quando Giovanni Agnelli metteva la firma sul primo documento ufficiale marchiato Fiat, fabbrica italiana automobili Torino. Oggi, 1 agosto 2014 - 115 anni e qualche giorno dopo - quel marchio non c'è più. Il nome della città della Mole non c'è più. 

L'assemblea degli azionisti del Lingotto oggi ha approvato a maggioranza, con oltre l'80% del capitale, la fusione con Chrysler. Con 501 milioni di azioni che hanno votato a favore, 100 milioni contrarie e 3 milioni di astenuti, è passata l'operazione che porta la Fiat al di fuori dai confini italiani. Nasce così Fca, Fiat Chrysler automobiles, la nuova società da 4,7 milioni di auto nata dall'integrazione tra Torino e Detroit. Svelati anche i nomi dei consiglieri: toccherà a John Elkann, Sergio Marchionne, Andrea Agnelli, Tiberto Brandolino D'Adda, Glenn Earle, Valerie A. Mars, Ruth J. Simmons, Ronald L. Thompson, Patience Wheatcroft, Stephen M. Wolf, Ermenegildo Zegna.

Fiat, fa notare "La Repubblica" centra così l'ultima data utile per poter giungere in ottobre alla quotazione a Wall Street, vero obiettivo del trasferimento della sede legale in Olanda e del domicilio fiscale nel Regno Unito. Di Italia, insomma, resta ben poco. 

Ma il presidente John Elkann, in apertura dell'assemblea straordinaria, ha chiarito che il cuore della Fiat - gli stabilimenti produttivi già esistenti in primis - non lascerà mai il Belpaese. "Abbiamo dato la possibilità a due società, Fiat e Chrysler, ognuna con un grande passato - ha spiegato Elkann - di unirsi per sempre, per dare vita a un protagonista mondiale come Fca. Ma essere nel mondo - ha sottolineato il numero uno del Lingotto - non significa diventare indifferenti ai contesti locali, cioè ai diversi luoghi dove Fca opera. In Italia, dove la nostra storia è iniziata e dove vogliamo continuare ad essere protagonisti attivi, e anche nel mondo".

"Ho letto in questi giorni su alcuni giornali che la mia famiglia sarebbe stanca e che vedrebbe di buon occhio un disimpegno per dedicarsi ad altre attività meno faticose o meno rischiose. Voglio confermare qui oggi l'impegno mio personale e della mia famiglia per continuare a sostenere Fca, a maggior ragione ora che si profilano all'orizzonte grandi opportunità", ha aggiunto.

Più "sincero" Sergio Marchionne, ad del gruppo, che ha spiegato i perché della "fuga". "Di fronte alle grandi trasformazioni in atto nel mercato non possiamo - ha confessato il conclusione dell'assemblea - permetterci il lusso di guardare alle nostre attività riducendo la prospettiva ai confini storici o ai domicili legali". 

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