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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Negozi chiusi la domenica, 26 aperture l'anno più i festivi: cosa c'è nella proposta di legge

E' stato depositato nella commissione Attività produttive della Camera il testo gialloverde sulle aperture domenicali. Diverse le novità: dalle deroghe alle Regioni fino alle località turistiche. Duro Iavocone dei Cobas: “Proposta pessima”

Negozi e supermercati aperti 26 domeniche l'anno, praticamente una su due, con le Regioni che avranno la deroga per quattro festività, multe salatissime per chi non rispetta la chiusura e libertà totale per gli esercizi dei centri storici e i negozi “di vicinato”, fatta eccezione per le festività. Novità anche per le località turistiche: in mare, al lago o in montagna le aperture domenicali potranno essere concentrate nel periodo di alta stagione.

Queste sono in sintesi le novità contenute nella proposta di legge 'partorita', dopo mesi di confronti, da Lega e Movimento 5 Stelle. Il testo di cui è relatore il leghista Andrea Dara è stato depositato nella commissione Attività produttive della Camera, dove verrà esaminato, prima di iniziare il suo iter che lo porterà prima nell'Aula di Montecitorio e poi al Senato. Una proposta di legge molto lontana dalle idee paventate in campagna elettorale, in cui era stata promessa una riduzione, nonostante non fosse un punto presente nel contratto di Governo.

Il testo attuale è invece il frutto della fusione tra le 'ricette' di Lega e M5s: Salvini proponeva un tetto massimo di 8 aperture l'anno tra domeniche e festivi, mentre Di Maio intendeva tenere aperti il 25% degli esercizi commerciali. La mediazione è certamente servita, anche se il testo attuale potrebbe lasciare scontenti soprattutto i sindacati, che da tempo si battono per ottenere le chiusure domenicali e invece si ritrovano sì con le aperture dimezzate (26 su 52), ma con molte deroghe per le Regioni, le località turistiche e i centri storici. 

Negozi chiusi domenica, le nuove regole

Ma cosa contiene nel dettaglio la proposta di legge firmata dal leghista Dara? Come è possibile leggere nel testo integrale, l'accordo gialloverde prevede di concedere le aperture agli esercizi commerciali per metà delle domeniche, 26 sulle 52 totale. Inoltre ci saranno deroghe e per altri giorni di serrande alzate nelle festività nazionali, quattro su 12 tra laiche e religiose, arrivando quindi ad un totale di 30 aperture 'extra' all'anno.

La proposta di legge sui negozi chiusi la domenica: il testo integrale

Le deroghe alle Regioni, le località turistiche e i centri storici

A decidere quali saranno le giornate in cui aprire le serrande saranno le Regioni, in accordo con le associazioni di categoria e sindacati. Saranno sempre le amministrazioni regionali a scegliere le festività in cui i negozi potranno aprire. Nel testo del leghista Dara rimane una particolare attenzione per le località turistiche. I negozi in zone di mare, montagna o lago avranno il potere di concentrare le aperture nei periodi di alta stagione, così da beneficiare del maggiore afflusso di turismo. Ad esempio, nelle località sciistiche gli esercizi potranno condensare le domeniche di apertura tra dicembre e marzo, mentre per quelle estive il periodo migliore sarà quello tra aprile e settembre, e così via. Nessun vincolo invece per le attività commerciali situate nei centri storici delle grandi città, che potranno rimanere aperti ogni domenica, ad eccezione delle festività. Inoltre, nei comuni fino a 10.000 abitanti saranno aperti i negozi fino a 150 metri quadri. Nei comuni con più di 10.000 abitanti saranno aperti i negozi fino a 250 metri quadri.

Le categorie di negozi che potranno restare sempre aperti

Esistono poi alcune categorie di esercizi commerciali che potranno rimanere sempre aperti. Si tratta dei negozi che si occupano di vendita di generi di monopolio, gli alberghi i villaggi e i campeggi, oltre ai rivenditori presenti sulle autostrade, negli aeroporti, nei porti e nelle stazioni. Saranno liberi di aprire anche gastronomie, rosticcerie, pasticcerie, gelaterie, giornalai, fiorai, librerie, negozi di mobili e antiquariato, negozi di dischi, souvenir e artigianato locale. Il testo prevede la libera apertura anche per i cinema, e i negozi presenti negli stadi, nei centri sportivi e nei parchi di divertimento. I commercianti che non rispetteranno gli obblighi rischiano delle multe molto salate: si va dai 10mila ai 60mila euro di sanzione, con la cifra che raddoppia in caso di recidiva. I proventi di queste sanzioni verranno investite per contribuire al decoro urbano e combattere l'abusivismo.

Negozi chiusi la domenica, le reazioni

Tra i più critici nei confronti del testo presentato in commissione Attività produttive della Camera c'è senza dubbio Francesco Iacovone, del Cobas nazionale, che definisce 'pessima' la proposta di legge: “Mario Monti ha fatto un decreto in quattro e quattr'otto che ha portato un intero settore all'inferno e il Governo del cambiamento ha partorito una proposta in commissione alla Camera che di fatto protegge lo strapotere delle multinazionali del commercio che stanno mettendo sul piatto tutto il loro peso specifico”.

Negozi chiusi domenica? Ecco perché potrebbe essere un errore

Iacovone chiede delucidazioni proprio al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, che si era mosso in prima persona per accontentare le richieste dei sindacati riguardo la legge sulla regolarizzazione delle aperture domenicali: “Luigi di Maio faccia una dichiarazione sulle sue vere intenzioni perché le sue promesse me le ha fatte viso a viso e le hanno ascoltate milioni di lavoratori del settore, che si ritrovano a dover lavorare di sicuro le 26 domeniche già previste dal contratto nazionale e saranno sottoposti all’arbitrarietà delle Regioni e dei Comuni che faranno la corsa a dichiararsi di interesse turistico”.

“La proposta ora dovrà passare tutto l’iter Parlamentare – conclude Iacovone -e non ho dubbi sul fatto che sarà ancora modificata in pejus. Insomma, l’ennesima promessa mancata di un Governo che di promesse ne ha già tradite troppe”.

Diversa la posizione di Confesercenti, che ha accolto di buon grado la proposta di legge, come è possibile leggere in una nota ufficiale: “Segna un passo avanti rispetto ai dl che erano stati presentati fino ad ora e per i quali eravamo stati ascoltati. Ora però è necessario un confronto, più ampio possibile, con i rappresentanti della distribuzione per una soluzione condivisa da tutti”.

Negozi chiusi domenica, come funziona in Europa

La regolarizzazione delle aperture domenicali in Italia è diventato in breve tempo un tema molto dibattuto, tra chi vorrebbe i negozi sempre aperti e chi chiede di lasciare i lavoratori liberi di stare con le loro famiglie nei weekend e nei festivi. Ma nel resto d'Europa come funziona? Partiamo dal presupposto che non esiste un Paese in cui il lavoro domenicale sia totalmente proibito. Le maggiori limitazioni le incontriamo in Grecia, Germania e Francia, anche se nelle rispettive leggi sono presenti molte eccezioni. Altre nazioni, come Malta, Ungheria, Finlandia e Danimarca hanno prima introdotto e poi abolito le restrizioni sul lavoro domenicale. Nella maggior parte dei Paesi in cui esistono delle limitazioni, sono presenti anche moltissime deroghe e eccezioni, soprattutto riguardo alcune tipologie di negozi come gli alimentari, i giornalai, le stazioni di servizio o le panetterie.  

Negozi chiusi domenica, il governo va avanti ma l'Italia si spacca

Esistono poi delle particolarità presenti soltanto in alcuni Stati. In Francia, ad esempio, esiste l'obbligo di riposo domenicale per i dipendenti, motivo per cui soltanto i negozi detenuti dai proprietari possono rimanere aperti liberamente. Fanno eccezione gli alimentari, per cui il riposo domenicale è concesso a partire dalle 13, mentre per i dipendenti di negozi più grandi di 400 metri quadrati è prevista una remunerazione maggiorata del 30%. Per i negozi che non si occupano della vendita di generi alimentari la possibilità di aprire la domenica viene decisa dal sindaco, con i dipendenti che, in caso di apertura, vengono pagati il doppio.

In Germania restano chiusi la domenica tutti i negozi tranne panetterie, fiorai, giornalai, negozi per la casa, musei, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio. In Spagna, invece, sono le singole Comunità autonome a stabilire il numero totale di domeniche in cui rimanere aperti.

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