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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Obbligazioni subordinate, come valutarne il rischio

Il punto dopo il triste e famoso caso di Banca Etruria: tutto quello che c'è da sapere sulle obbligazioni subordinate. Più alto è il "rischio", più alti sono i rendimenti futuri. Sempre che intanto non siano rimaste solo le briciole

Divenute tristemente famose per le vicende di Banca Etruria ed altre banche, le obbligazioni subordinate sono titoli emessi da una banca che per un predeterminato periodo di tempo (dopo il quale saranno rimborsate) garantiscono un rendimento periodico (cedola) più alto in cambio di una maggior assunzione di rischio rappresentato dal fatto che, in caso di fallimento della banca che le ha emesse, le obbligazioni subordinate verranno risarcite a chi le ha acquistate solo dopo che si sarà provveduto a risarcire i titolari di obbligazioni ordinarie e, prima ancora, i dipendenti della banca e i correntisti. 

Il rischio è, insomma, di arrivare a essere presi in considerazione, per il risarcimento, quando ormai non c’è più nulla o ci sono solo briciole.

Volumi circolanti e in scadenza. Le obbligazioni subordinate emesse da banche italiane ammontano a 60,1 miliardi, 22,8 dei quali si calcola siano in mano a investitori privati, cioè al tipico risparmiatore che non opera professionalmente nella finanza e che ha individuato nell’acquisto di tali titoli un modo redditizio di mettere a frutto i propri risparmi. Le emissioni di titoli ancora non scaduti ammontano a 368 in totale e di queste 200 sono state emissioni in cui venivano posti in vendita lotti minimi di non più di 50mila euro (quindi più facilmente accessibili al piccolo risparmiatore). 

In scadenza. Al netto di quelle emesse da Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti (azzerate per legge), tra quest’anno e il prossimo andranno in scadenza, cioè dovranno essere rimborsate e cesseranno di produrre cedole, obbligazioni subordinate per un valore di oltre 10 miliardi, così ripartiti (in ordine decrescente, per banca emittente):

-    Unicredit 4.308,400 milioni,
-    Banca Monte dei Paschi, 1.020,800,
-    Banco Popolare 630,452,
-    Intesa San Paolo 628,374,
-    Banca Popolare Emilia-Romagna 620,959,
-    Carige 471,607,
-    Banca Popolare Vicenza 457,716,
-    Ubi 393,234,
-    Mps 250,000,
-    Credito Valtellinese 239,000,
-    Veneto Banca 150,000,
-    Banca Popolare Sondrio 140,000.

Calcolare il rischio. La "rischiosità" delle obbligazioni subordinate viene misurata su una scala da 1 a 100, "Common Equity Tier 1" anche definito "CET1 Ratio", secondo la quale il rischio è tanto più alto quanto più il valore è prossimo allo 0. La Banca centrale europea provvede poi a fornire una propria valutazione (Srep) sul grado di copertura del rischio, segnalando quale debba essere il valore minimo del CET1 Ratio (tanto più il valore del CET1 Ratio è maggiore di quello dello Srep, tanto meglio dunque).

La classifica. Questala classifica delle banche col miglior CET1 Ratio al 30 settembre scorso (tra parentesi lo Srep richiesto dalla Bce):

-    Intesa San Paolo 13,4 (9,5),
-    Ubi 13 (9,25),
-    Banco Popolare 12,77 (9,55),
-    Carige 12,22 (11,25)
-    MPS 12 (10,75)
-    Credito Valtellinese 11,7 (9,8),
-    Banca Popolare Emilia Romagna 11,62 (9),
-    Banca Popolare Milano 11,44 (9),
-    Unicredit 10,53 (9,5)
-    Banca Popolare Sondrio 10,14 (9,25).
 

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