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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia Italia

Calano le assunzioni 'stabili', Camusso: "Da Governo bugie sul Jobs Act"

"Sempre più precari": i nuovi dati Inps scomunicano il Governo che promette un milione di assunzioni in tre anni grazie agli sgravi fiscali e altri 700 stabilizzazioni tra il personale scolastico, ma fa discutere la tassa sui concorsi dei docenti

Mentre il Governo appronta gli ultimi ritocchi alla Manovra 2018 che venerdì approderà all'esame del Parlamento, gli ultimi dati pubblicati dall'osservatorio Inps sul precariato dipingono un'immagine in chiaroscuro del mercato del lavoro in Italia. 

L'Inps rivela come ci sia una ripresa occupazione ma tuttavia siano in calo le assunzioni "stabili". Secondo l'osservatorio sul precariato infatti nei primi otto mesi del 2017 nel settore privato si registra una crescita delle assunzioni: il maggior contributo è dato dai contratti a tempo determinato (+26,3% rispetto al 2016) e dall'apprendistato (+25,9%) mentre sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-3,5%).

L'istituto di previdenza spiega come questo calo rispetto all'anno precedente sia interamente imputabile alle assunzioni a part time.  Dati incoraggianti tuttavia per l'occupazione se si guarda al saldo tra assunzioni e cessazioni lavorative, che si presenta con un segno positivo di 944mila unità, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+704.000) che del 2015 (+805.000).

Tutte le tipologie contrattuali sono in crescita su base annua ma i contratti a tempo indeterminato sono minoritari: il segno postivo infatti si assesta a 17mila contro i + 53mila per i contratti di apprendistato e 45mila per i contratti stagionali e, soprattutto, rispetto al mezzo milione di nuovi contratti a tempo determinato.

Camusso: "Più contratti a termine, su Jobs act tante bugie"

La crescita del lavoro a tempo determinato è il "problema" del Jobs act, che "dimostra che si sono raccontate tante bugie". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso commentando l'osservatorio sul precariato dell'Inps.

"Continuare a difendere il Jobs act significa difendere la progressiva precarizzazione e frantumazione del marcato del lavoro". 

Governo: "Sgravi per assumere un milione di giovani in 3 anni"

Con gli sgravi sulle assunzioni dei giovani si stimano quasi un milione di nuovi giovani assunti in tre anni, dal 2018 al 2020. E' quanto si legge nella bozza relazione tecnica della Manovra 2018. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato per giovani under 35 stimate per il prossimo anno sono 380mila (con un onere di 355 milioni), nel 2019 si passa a 680mila giovani assunti under 30 (con un onere di 1,1 miliardi), per arrivare a 980mila a fine triennio (con un onere di oltre 1,8 miliardi).

Nella valutazione, viene spiegato, sono comprese le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori intermittenti stimati in 15.600 soggetti nel 2018 e 14.300 dal 2019 con un costo pari a 10,5 milioni nel 2018, crescenti fino ad arrivare nel periodo di regime a 75 milioni. Viene inoltre fatto presente che, in via prudenziale, nelle valutazioni non si è tenuto conto delle agevolazioni già esistenti per i giovani lavoratori assunti a tempo indeterminato.

Bando per 700 co.co.co. scuola, ma arriva la tassa per i concorsi docenti

Il governo pensa anche ad un bando di selezione rivolto a circa 700 co.co.co. degli istituti scolastici, in servizio ininterrotto dal 2001 a oggi e impegnati in compiti di carattere amministrativo o tecnico nelle scuole.  

"L'obiettivo è di stabilizzare i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, facenti funzioni di assistente amministrativo - tecnico presso le istituzioni scolastiche".

Tuttavia è allo studio l'introduzione di una "tassa" per i concorsi scolastici: un versamento di 10 euro di diritti di segreteria per la partecipazione ai concorsi che ogni docente dovrà versare. La misura presente nella bozza della legge di bilancio è ancora in attesa di verifica da parte della Ragioneria dello Stato. 

Codacons: "Vergognosa la tassa sui concorsi"

La misura ha suscitato l'ira dell'associazione dei consumatori Codacons che bolla il provvedimento come immorale, teso a far cassa speculando sul diritto al lavoro. 

"Si tratta di un balzello vergognoso – spiega il presidente Carlo Rienzi – Già oggi chi affronta un concorso nel settore della pubblica istruzione è costretto a sostenere costi ingenti tra testi di preparazione, trasporti, trasferimenti, alloggi in albergo, ecc. A ciò il Governo vorrebbe aggiungere una ulteriore tassa da 10 euro a candidato, di cui non si capisce francamente il senso né cosa la giustifichi. Al contrario sembra un mero espediente per permettere allo Stato di fare cassa, con l’aggravante di pesare su un diritto fondamentale dei cittadini: quello al lavoro”.

Confimprenditori: "Manovra elettorale, nessuna misura strutturale"

"Nella Legge di Bilancio e nei suoi collegati entra la replica del bonus Sud oltre un fondo per favorire l'intervento pubblico di garanzia sul credito delle Pmi italiane. Si tratta di misure tampone che forniscono qualche boccata d`ossigeno ma che mostrano come il metodo del governo sia la navigazione a vista". E' quanto ha detto Stefano Ruvolo, presidente di Confimprenditori in una nota.

"Lo sgravio contributivo al 50% per l`assunzione degli under 35 come i fondi per l`aumento agli statali (due miliardi di euro) proseguono la filosofia cui ci ha abituato il Jobs act, quella dei bonus e degli incentivi. Il meridione d'Italia invece ha necessità di interventi strutturali che non ci sono. Non ci sono per esempio investimenti adeguati sulla retroportualità né sulla modernizzazione del trasporto ferroviario che versa in condizioni drammatiche. Basti pensare che in questi anni si è assistito alla chiusura di oltre 1120 km di linee ferroviarie, che oltre 400km di rete ordinaria risultano sospesi per inagibilità dell`infrastruttura, che ci sono 1500 km di linee ferroviarie dove non esiste alcun servizio passeggeri. Per non parlare della banda larga la cui diffusione è del tutto inadeguata rispetto all'annunciata rivoluzione dell`industria 4.0. Bonus e incentivi - ha concluso - servono dunque a poco quando al sud esiste un deficit strutturale di possibilità di movimento per persone, merci e dati".

L'allarme: in Italia mancano le competenze

Le aziende italiane sono pronte a incrementare il loro potenziale digitale ma nel nostro Paese, rispetto alla media europea, il livello di competenza informatica dei cittadini è molto più basso della media europea. Secondo un report dell’Istituto per la Competitività, I-Com, “Energia digitale. Infrastrutture, tecnologie abilitanti e ruolo del consumatore”, l'Italia è agli ultimi posti della classifica europea delle competenze digitali. Continua a leggere su Europa Today

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