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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

E se i pensionati facessero ripartire la crescita? Occhi puntati sulla "silver economy"

In Europa il 39% della popolazione ha più di cinquant'anni: se la Silver Economy fosse uno Stato sovrano, la sua economia potrebbe rivaleggiare con Stati Uniti e Cina. Ma molte opportunità rimangono inesplorate

La pensione per alcuni potrebbe rappresentare una seconda giovinezza, ma per gli economisti la Silver Economy può essere uno dei temi-chiave del futuro, se non già del presente. Per capire di che si tratta occorre partire dall'analizzare uno scenario: il 1 gennaio 2019 in Italia sono stati registrati 13,8 milioni di persone che hanno più di 65 anni, ossia il 22,8% del totale della popolazione. Di questi 2,2 milioni sono ultra ottantenni. Allargando l'orizzonte all'Europa la situazione è simile: secondo l'ufficio statistico europeo il 39% della popolazione ha più di cinquant'anni

In futuro, peraltro, il trend si accentuerà e la Commissione Europea ha già fornito alcuni dati di analisi di quella che viene definita Silver Economy ovvero la "somma delle attività economiche che rispondono ai bisogni delle persone con più di 50 anni di età, inclusi anche i prodotti e servizi di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera".

Se la Silver Economy fosse uno Stato sovrano, la sua economia si posizionerebbe, per dimensioni, alle spalle solo di Stati Uniti e Cina. In totale, infatti, questi individui nel 2015 hanno consumato 3,7mila miliardi di euro in beni e servizi, contribuendo per 4,2mila miliardi di euro al PIL europeo e sostenendo 78 milioni di posti di lavoro in tutta l’Unione. Numeri che conoscono un’inesorabile crescita, stimata in un 5% annuo.

È passata ormai la definizione di "terza età" per distinguere gli anziani che per motivi fisici o psicologici rientrano nel ragionamento della non-autosufficienza, dell’assistenza domiciliare e del mondo sanitario. Mentre si parla di "seconda giovinezza" per coloro che riescono a sfruttare l’opportunità di usufruire del tempo libero successivo al pensionamento.

Nello specifico, la Commissione Europea parla di 140 milioni di turisti over 60 attesi in Europa nel 2030, il quadruplo di quelli del 2010; la maggior parte arriverà da Asia, poi altri paesi europei, Nord e Sud America. E la Commissione Europea sta lavorando a una roadmap sul Silver Tourism che aiuti le aziende nell’agguantare l’opportunità di crescita.

Al tempo stesso una prassi che sarà via via più diffusa sarà quella di incentivare il lavoro successivo alla maturazione dei requisiti per andare in pensione. Cruciale in tal senso una ri-educazione che possa tenere aggiornati i profili senior. In questo senso si stanno  sviluppando sempre più le cosiddette "Università della Terza Età". Studi dimostrano che le start-up avviate da ultra 50enni hanno ottimi risultati vuoi per l'esperienza, la maggiore disponibilità di capitali e di tempo. Come rileva il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nel Regno Unito la proporzione degli over 55 che ha avviato una propria attività è cresciuta del 140%.

Pensioni, cosa cambia con la rivalutazione (e perché molti resteranno delusi) 

D'altro canto le prospettive previdenziali sono tutt'altro che rosse come dimostrano le novità in arrivo con la nuova manovra. Se la legge di bilancio 2020 mantiene per i prossimi due anni gli scaglioni di uscita dal mercato del lavoro di Quota 100, solo una mancetta arriva da chi aspettava una rivalutazione del proprio assegno pensionistico. Sono state infatti decise 6 differenti aliquote, che partiranno dal 100% per i redditi fino a 4 volte il trattamento minimo (pari a 513 euro), cioè per coloro che che arrivano a prendere un assegno di 2.052 euro. La rivalutazione sarà pari al 77% per i trattamenti fino a 5 volte il trattamento minimo, al 52% fino a 6 volte, 47% fino a 8 volte, 45% fino a 9 volte e 40% per i trattamenti superiori a 9 volte. 

In media tre euro in più all'anno, 25 centesimi al mese.

Poi a partire dal 2022 gli scaglioni diventeranno tre: rivalutazione piena fino a 2.029 euro, del 90% tra 2.029 e 2.538 euro, del 75% sopra quella cifra.

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