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Giovedì, 18 Aprile 2024
Pensioni

Pensioni 2018, dagli aumenti alle soglie di accesso: ecco tutte le novità

Nel 2018 cambia l'importo dell'assegno (anche se di poco) ma spunta una trattenuta Inps nei mesi di gennaio e febbraio. Le cose da sapere

Sarà un 2018 pieno di novità sul fronte delle pensioni. Iniziamo con le brutte notizie: com’è ormai noto, nel nuovo anno cambierà la soglia di accesso alla pensione per le lavoratrici autonome e le donne che lavorano nel settore privato. La nuova soglia è fissata a 66 anni e 7 mesi come previsto dalla legge Fornero. Ma sono molte altre le novità: dagli aumenti previsti per il tasso di rivalutazione, alla trattenuta dell’Inps sugli assegni di gennaio e febbraio (vedremo più tardi il motivo). Ecco allora cosa cambierà nel 2018.

Pensioni 2018, le nuove soglie di accesso

Come accennato poco fa dal 2018 anche le donne andranno in pensione a 66 anni e 7 mesi: si arriverà così alla piena equiparazione tra i sessi. Ad oggi, infatti, la soglia di 66 anni e 7 mesi vale solo per i lavoratori uomini e dipendenti della Pubblica Amministrazione (anche se ci sono delle eccezioni per alcune particolari categorie). Dall'1 gennaio 2018 tale requisito sarà il medesimo per uomini e donne, dipendenti ed autonomi, lavoratori del settore pubblico e privato. Tutti in pensione a 66 anni e 7 mesi.

Gli aumenti sull’assegno

La buona notizia è che nel 2018 i pensionati vedranno lievitare, anche se di poco, l’importo del proprio assegno per effetto della rivalutazione. Secondo quanto riportato dall'Inps, le pensioni aumenteranno nel modo seguente:

  • Tasso di rivalutazione pari all’1,1% per le pensioni fino a 3 volte il minimo, cioè fino a 1.522,23 euro mensili.
  • Tasso di rivalutazione pari all’1,045% per le pensioni di importo da 3 a 4 volte il minimo, cioè fino a 2.029,64 euro mensili.
  • Tasso di rivalutazione pari allo 0,825% per le pensioni di importo da 4 a 5 volte il minimo, cioè fino a 2.537,05 euro mensili.
  • Tasso di rivalutazione pari allo 0,55% per le pensioni di importo da 5 a 6 volte il minimo, cioè fino a 3.044,46 euro mensili.
  • Tasso di rivalutazione pari allo 0,485% per le pensioni di importo oltre 6 volte il minimo, cioè oltre 3.44,46 euro mensili.

Si parla comunque di cifre piuttosto esigue:  per gli assegni da 1.000 euro lordi al mese l'incremento sarà ad esempio di circa 11 euro. 

Pensioni, gli altri aumenti previsti nel 2018

Aumenti anche per gli assegni di invalidità e reversibilità: l'incremento dell'importo, per effetto della rivalutazione, avverrà nel medesimo modo delle altre pensioni. Per quanto riguarda le pensioni di invalidità si passerà dai  282,54 euro attuali si passerà a 279,47 euro mensili. Buone notizie anche per chi percepisce un assegno sociale, il cui importo nel 2018 passerà da  448,07 euro mensili a 453 euro mensili per chi ha diritto alla liquidazione in misura piena, ma potrà essere ottenuto a 66 anni e 7 mesi d'età.

Anche l'importo delle pensioni minime torna a salire, anche se in misura molto lieve: dal 2018 passerà da 501,89 euro mensili a 507,41 euro.

In arrivo trattenuta nei primi mesi del 2018

Nei giorni scorsi una circolare dell’Inps ha però annunciato che sulle pensioni di gennaio e febbraio verrà applicata una trattenuta come recupero del conguaglio di perequazione per l'anno 2015. L'istituto di previdenza ha fatto sapere che la percentuale di variazione sarà pari all'1,1%, salvo conguaglio.

Due le possibili modalità di recupero dell'importo: 

  • in unica soluzione sulla mensilità di gennaio per gli importi fino a 6 euro;
  • in due rate di pari importo sulle mensilità di gennaio e febbraio per i conguagli di importo superiore a 6 euro.

Pensioni, il calendario del 2018

Dal 2018 il pagamento delle pensioni avverrà il primo giorno del mese o, nel caso sia festivo o non bancabile, il primo giorno successivo. E' quanto prevede un emendamento alla manovra approvato dalla Commissione bilancio della Camera.A questo link potete trovare il calendario completo.

Cambia la soglia dell'assegno sociale

Da gennaio 2018 ci vorrà un anno in più per avere diritto all'assegno sociale. L'età anagrafica verrà infatti innalzata a 66 anni, rispetto ai 65 previsti in questo momento. A questa va aggiunto l'adeguamento all'incremento della speranza di vita, per cui la concessione di queste prestazioni avviene al compimento di 66 anni e 7 mesi.

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