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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

In pensione a 63 o 64 anni: l'ipotesi prende corpo, che cosa cambierebbe

Oggi è il giorno del confronto tra governo e parti sociali. La proposta "più razionale" secondo Damiano (Pd) sarebbe quella di fare riferimento all'età per l'Ape sociale, ossia 63 anni, con due "strade" distinte: corsia preferenziale per chi svolge lavori usuranti e gravosi

Pensioni, oggi è il giorno del confronto tra le parti. O almeno, dell'inizio delle interlocuzioni. La soluzione non è a portata di mano e una riforma del sistema pensionistico vera e propria (inevitabile a lunga scadenza) richiederà sforzi e concessioni importanti a tutte le parti "in causa". Unica certezza: Quota 100 resterà in vigore fino alla fine del 2021. Dal 1 gennaio 2022 tornerebbe in vigore la Fornero, ma è pressoché certo che prima di allora si sarà trovata l'intesa sulla riforma delle pensioni. 

Pensioni, la proposta dei sindacati (uscita a 62 anni) costa "troppo"

I sindacati hanno da settimane lanciato, compatti, la proposta di un'uscita dal lavoro intorno ai 62 anni (per la Cgil con 20 anni di contributi) o 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Il costo viene considerato insostenibile da molti osservatori ed esperti del settore. Il governo per ora nicchia, non si espone: non c'è una bozza di proposta da cui iniziare la discussione con le parti sociali. vUn punto di partenza potrebbe forse essere un sistema che preveda flessibilità in uscita a 64-65 anni con ricalcolo contributivo. Meno sfumata l'idea della sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi: in pensione a 64 anni con 35 di contributi, senza alcun ricalcolo né penalizzazioni. Scenari considerati fino a oggi troppo gravosi per i lavoratori da parte dei sindacati. 

Quando inizierà la trattativa vera e propria, è facile ipotizzare che un punto d'intesa potrebbe essere trovata con l'uscita anticipata a 63 o 64 anni (invece dei 67 richiesti per la vecchiaia), ma con il calcolo dell’assegno interamente o parzialmente su base contributiva. Fare calcoli validi per tutti i lavoratori non è possibile, troppe le variabili a seconda delle singole carriere, ma generalizzando un ricalcolo su base contributiva potrebbe tagliare del 10 per cento circa la pensione di coloro che sceglierebbero l'uscita anticipata. Solo ipotesi, come detto. 

Il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ribadisce la necessità di avviare la flessibilità previdenziale a partire dai 62 anni, perché a partire da questa età i lavoratori “devono essere liberi di scegliere, sapendo che se si va in pensione più tardi aumenta l’accumulo del montante e il coefficiente di trasformazione”. 

Pensioni, perché l'ipotesi 63 anni esiste davvero

"Nell'individuare una soluzione strutturale da introdurre nel sistema pensionistico, il criterio della flessibilità non può trasformarsi nel gioco del lotto". Lo dichiara in una nota Cesare Damiano, dirigente del Partito democratico ed ex ministro del lavoro, in vista del tavoto tra governo e parti sociali, previsto per domani, per superare le rigidità della legge Fornero e rivedere quota 100. Di fronte alla "girandola di proposte", spiega Damiano "bisognerebbe mettere un po' d'ordine, ricercando una architettura di sistema che duri nel tempo. Il punto da cui partire, è il superamento della legge Monti-Fornero e per farlo bisogna fare i conti con le coperture finanziarie e con le risorse disponibili, che non sono mai molte".

Secondo Damiano la proposta "più razionale" è quella di fare riferimento all'età per l'Ape sociale, ossia 63 anni. Quanto agli anni di contributi, l'ex ministro suggerisce di "suddividere la platea dei lavoratori in due parti: la prima, quella di chi svolge lavori usuranti e gravosi. In questo caso dovrebbero bastare, accanto ai 63 anni, i 35 di contributi (Quota 98). Per gli altri lavoratori si potrebbe immaginare un meccanismo di vere Quote: 63 anni e 37 di contributi o 64 con 36 di contributi". Infine, per i lavoratori precoci, conclude Damiano "si dovrebbe fissare il limite dei 41 anni di contributi per andare in pensione, indipendentemente dall'età anagrafica".

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