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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pensioni, quota 100 e quota 41: battaglia sulle coperture, ecco i costi per gli italiani

Quanto costa la riforma delle pensioni promessa dal governo M5s-Lega? Cinque miliardi, secondo quanto scritto nel "contratto per il cambiamento". Altri esperti parlano di 15 o addirittura 20 miliardi di euro a regime: facciamo il punto

La riforma delle pensioni che Movimento 5 Stelle e Lega hanno intenzione di attuare potrebbe costare molto più del previsto. E' già battaglia sui costi che queste misure potrebbero avere per i cittadini. Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono le ipotesi sul tavolo. Opzione donna e cancellazione dell'Ape Social potrebbero essere i provvedimenti apripista per il superamento della Legge Fornero e l'avvio di un cambiamento in materia di pensioni. Un cambiamento atteso e promesso nel contratto di governo.

Pensioni, quota 100 e opzione donna: i tempi 

Un provvedimento su "quota 100" (somma tra età anagrafica e anni di contributi con un'età minima di 64 anni) potrebbe vedere la luce non prima dell'autunno o forse del 2019 slittando alla prossima legge finanziaria, insieme alla misura per permettere l'uscita con 41 anni e mezzo di contributi, a prescindere dall'età anagrafica. Sono due, invece, i provvedimenti che potrebbero vedere la luce già in estate: lo stop all'Ape Social (che rimane tuttavia un nodo da sciogliere) e il rilancio di opzione donna (qui per approfondire). Quest'ultima è la possibilità di uscire con 57-58 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi, vedendo però calcolato l'assegno interamente con il metodo contributivo. Una misura già inserita nelle leggi di bilancio 2016 e 2017 ma non prorogata dall'ultima manovra. Il costo per le casse dello Stato in questo caso non sarebbe proibitivo: dall'inizio del 2016 sono state erogate con i requisiti di opzione donna poco meno di 28mila pensioni per un onere complessivo di poco superiore ai 118 milioni.

"Smonteremo la Fornero pezzetto per pezzetto". Ma sulle pensioni la beffa è dietro l'angolo

Non è ancora chiaro, invece, se per finanziare la riforma verrà abolita l'Ape Social, ovvero la possibilità per determinate categorie di lavoratori (tra cui i disoccupati e chi svolge attività usuranti) di andare in pensione a 63 anni di età. Se così fosse queste categorie di lavoratori potrebbero essere penalizzate dalla nuova riforma (per approfondire: Pensioni, lavori usuranti e requisiti: tutti i dubbi sulla "Quota 100").

"Attenzione alla quota 100 con sistema contributivo: la pensione sarà bassina"

Torniamo alla domanda di partenza: quanto costerebbero interventi del genere sulle pensioni? Per il governo M5s-Lega, il superamento della legge Fornero con quota 100 e quota 41 dovrebbe costare cinque miliardi di euro (ed è scritto nel "contratto per il cambiamento"), mentre secondo altri studi i costi delle misure potrebbero lievitare fino a nove miliardi. Tito Boeri, presidente Inps, è più "drastico": "Il superamento della riforma Fornero attraverso quota 100 tra età e contributi o con 41 anni di contributi a qualunque età avrebbe un costo immediato di 15 miliardi e poi un costo a regime di 20 miliardi". Elsa Fornero, l'ex ministro del Lavoro autrice della riforma della previdenza messa ora in discussione, ha parlato di "costi economici e sociali proibitivi".

Quale cambiamento aspettarsi ora dal governo 5 stelle-Lega

Governo Conte: tutti i ministri (FOTO ANSA)

Alberto Brambilla, esperto di previdenza e estensore della proposta leghista, ha spiegato all'Ansa che "le nostre misure costano anche meno di cinque miliardi. Pensiamo a una quota 100 con 64 anni almeno di età e l'utilizzo al massimo di due anni di contributi figurativi. Saranno considerate la maternità e l'anno di militare ma penso che per quanto riguarda la cassa integrazione, la disoccupazione, la malattia, i permessi e le altre questioni vadano considerati al massimo due anni di contribuzione figurativa. Al momento dell'accesso anticipato - ha concluso - anche nel caso che il pensionando sia nel sistema retributivo (abbia quindi cominciato a lavorare prima del 1978) l'assegno andrà ricalcolato per la parte tra il 1996 e il 2012 con il contributivo". Ricordiamo che oggi si può andare in pensione a 66 anni e sette mesi, a 67 dal prossimo anno.

Sempre sul "problema" costi, di tutt'altro avviso rispetto a Brambilla è Stefano Patriarca, esperto di previdenza, a lungo consulente di Palazzo Chigi nella passata legislatura. Accedere alla pensione con quota 100 e un'età minima di 64 anni insieme alla possibilità di andare a riposo con 41 anni e mezzo di contributi, "potrebbe costare 12 miliardi l'anno e la cifra potrebbe scendere di circa due-tre miliardi se si introducessero anche il ricalcolo contributivo e le limitazioni ai contributi figurativi". L'esperto spiega all'Ansa:

"Oltre a introdurre elementi di iniquità rispetto ad oggi, perché il parziale ritocco della Fornero favorirebbe sostanzialmente le posizioni migliori del mercato del lavoro, il ricalcolo contributivo sull'importo di chi esce con quota 100 fatto sugli anni dal 1996 al 2012 e la limitazione del calcolo dei contributi figurativi porterebbe ad un minor numero di uscite con una minore spesa intorno a 500-800 milioni, mentre la limitazione dei contributi figurativi per chi esce con 41 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall'età potrebbe a una riduzione del costo aggiuntivo complessivo attorno a 1,5-2 miliardi. In pratica per fare le modifiche promesse alla riforma Fornero, peraltro solo per le posizioni migliori del mercato del lavoro, sarebbero comunque necessari 9-10 miliardi già dal primo anno".

Quello delle pensioni rimane un cantiere aperto. E i prossimi mesi serviranno anche a far chiarezza sul tipo di interventi e sui costi delle misure. 

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