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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pensioni, nel Def confermata la Quota 100: cosa cambia

Le ipotesi sul tavolo sono tre, ma sul sistema previdenziale grava l'incognita dei costi. Le cose da sapere

La riforma delle pensioni si farà. Raggiunto l'accordo sul Def cade anche l'ultimo ostacolo alla revisione della legge Fornero che dunque tra qualche mese subirà modifiche sostanziali. Per quanto riguarda i dettagli però c'è ancora molta incertezza: per la Quota 100 verrà stanziata una cifra che potrebbe aggirarsi tra i 6 e gli 8 miliardi di euro che secondo Salvini dovrebbe consentire ad una platea di circa 400mila persone di rititarsi prima dal lavoro. 

L'ipotesi che va per la maggiore è quella di fissare la soglia di età a 62 anni, con 38 anni di contributi versati. Ma restano aperte altre due possibilità: 63 anni e 37 di contributi o 64 + 36. Certo è che con i soldi in cassa di cui il governo dispone in questo momento non si potrà fare tutto. A meno di non voler aggiungere altre risorse in sede di approvazione del bilancio aumentando ulteriormente il deficit. 

Pensioni, ultime notizie: come sarà la Quota 100

Ricordiamo che secondo l'Inps il superamento della riforma Fornero attraverso quota 100 tra età e contributi o con 41 anni di contributi a qualunque età avrebbe un costo immediato di 15 miliardi e poi un costo a regime di 20 miliardi. La riforma proposta da Lega e M5s, che non prevede Quota 41, dovrebbe però avere un costo inferiore. 

Le ipotesi allo studio per contenere i costi della riforma

Per abbassare i costi l’introduzione della Quota 100 potrebbe essere accompagnata ad un ricalcolo contributivo o ad una penalizzazione dell'1-1,5% per ogni anno di anticipo. I pensionati avranno però la possibilità di scegliere se andare in pensione prima ma con un assegno più basso, oppure rimanere al lavoro ancora per qualche anno.

Al via le pensioni di cittadinanza, incognita sui costi

Quanto alle pensioni di cittadinanza, Itinerari Previdenziali ha stimato in circa 16 miliardi il costo della misura, mentre per ora né l'esecutivo né i 5 Stelle hanno fornito cifre in merito. E' lecito però immaginare che le stime del Tesoro siano molto più basse. Ricordiamo che la misura consiste nell'allineamento graduale dell'assegno dei pensionati indigenti (in totale 4,5 milioni) a quota 780 euro mensili, valore che l'Istat considera come soglia di povertà. Al momento non è previsto nessun aumento per quei pensionati che pur avendo versato i contributi hanno un assegno previdenziale di poco superiore alla soglia dei 780 euro. Inutile dire che non è una riforma che farà felici tutti. 

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