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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Aumenta il numero degli ex dipendenti pubblici sui conti Inps e cala il peso delle pensioni

Nel 2017 è salito il numero di dipendenti pubblici in pensione rispetto all'anno precedente, secondo i dati diffusi dall'Osservatorio sulle pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici

Cresce il peso degli (ex) dipendenti pubblici sulla previdenza, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio sulle pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) relativi al 2017.

Nel 2017 i dipendenti pubblici andati in pensione sono saliti dell’8,4% rispetto all’anno precedente: ne sono state infatti liquidate 124.464.

All’1 gennaio risultano 2.864.050 pensioni a ex dipendenti pubblici erogate dall’Inps, in aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente (2.843.256). L’importo complessivo annuo delle pensioni è di 69.328,8 milioni di euro, con incremento del 2,6% rispetto al 2017 (67.577,3 milioni di euro).

L'importo medio delle pensioni liquidate nel 2017 è stato di 2.069 euro al mese, mentre quello di tutte le pensioni vigenti dei dipendenti pubblici a inizio 2018 è di 1.862 euro. Il 55,4% delle pensioni è erogato a favore di ex statali ed è in carico alla Cassa Trattamenti Pensionistici Statali (CTPS), cui fa capo una spesa pari al 56,5% del totale; il 39,8% delle pensioni (pari al 33% dell’esborso) fa capo alla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL); il resto è a carico di casse specifiche per particolari categorie di ex dipendenti pubblici.

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Il 56,8% delle pensioni erogate nel 2018 sono di anzianità o anticipate, con importi annui pari a 43.573,4 milioni di euro; il 13,4% sono pensioni di vecchiaia per un importo di 11.244,4 milioni di euro; le pensioni di inabilità sono il 7,9% e il restante 21,8% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato. Il 58,6% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne. Per quanto riguarda, invece, le pensioni liquidate nel 2017, la categoria delle pensioni di anzianità/anticipate è stata la più numerosa con il 51,6% del totale e importi complessivi annui di 2.201,6 milioni di euro (65,8% del totale); le pensioni ai superstiti hanno rappresentato il 30,5% del totale a volume e il 16% a valore; le pensioni di vecchiaia e di inabilità sono state rispettivamente circa il 12% e il 6% sia nel numero sia nell’importo.

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Il maggior numero di prestazioni si concentra al Nord (40,9% del totale), seguito dal Sud (36%) e dal Centro (23%), le pensioni erogate all’estero sono lo 0,1% del totale. Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono Lombardia e Lazio (erogano rispettivamente l’11,8% e l’11,6% del totale), seguite da Campania (9,2%) e  Sicilia (8,3%). Le regioni che erogano il minor numero di pensioni sono Valle d’Aosta (0,2%), Molise (0,6%) e Basilicata (1%).

Il 49,8% delle pensioni pubbliche oscilla tra 1.000 e 1.999,99 euro al mese, il 24,5% tra 2.000 e 2.999,99; il 17% è inferiore ai 1.000 euro e l’8,8%, parte dai 3.000 euro mensili lordi in su. L’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di 73,6 anni sia per gli uomini che per le donne; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre tre anni tra i due sessi (70,8 per gli uomini e 73,9 per le donne); infine l’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari 71,3 anni per gli uomini e a 78,6 anni per le donne.

Dal blog "Asso di denari" di Carlo Sala

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