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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Pensioni, se potessi avere mille euro al mese

L'Osservatorio sulle pensioni pubblicato sull'Inps ha messo in evidenza come, delle 17,88 milioni di prestazioni erogate da inizio anno, il 70,8% è sotto i 1.000 euro. Una percentuale che sale all'86,6% se si prendono in considerazione soltanto le donne

Che fatica arrivare a fine mese, soprattutto se si percepisce una pensione inferiore a mille euro. Un problema comune nel 70% delle pensioni private erogate dall'Inps nel 2018. Secondo i dati resi noti dall'Istituto di Previdenza, su 17,88 milioni di pensioni erogate da inizio anno, 12,8 milioni (il 70,8%), sono sotto la soglia dei mille euro. Una percentuale che diventa ancora più alta (86,6%) se si osservano soltanto gli assegni delle donne. Con precisione, le pensioni vigenti dal primo gennaio 2018 sono 17.886.623, un numero inferiore di 143mila unità rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma, come ricorda anche l'Inps nell'Osservatorio sulle pensioni, da questi dati sono state escluse le pensioni pubbliche, che hanno una media più alta, e quelle del mondo dello spettacolo. Inoltre il dato fa riferimento alla singola prestazione e non all'importo totale di cui potrebbe godere una persona a cui spettano più trattamenti previdenziali. 

L'Osservatorio sulle pensioni

Di questi 17,88 milioni, 13,97 milioni sono di natura previdenziale, ossia hanno avuto origine dal versamento di contributi, mentre 3,9 milioni sono prestazioni assistenziali. Moltiplicando il valore mensile di gennaio per 13 mensilità si ottiene la spesa annua, pari a circa 200,5 miliardi di euro, in aumento sul 2017 del 1,57%.

“Oltre la metà delle pensioni – si legge nel documento dell'Inps - è in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (95,6%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 48,2% del complesso delle pensioni erogate e il 61,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi elargiscono il 27,5% delle pensioni per un importo in pagamento del 23,9% mentre le gestioni assistenziali erogano il 21,8% delle prestazioni con un importo in pagamento di poco superiore al 10,4% del totale”.

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Le categorie

Secondo i dati dell'Inps, il 66,6% delle prestazioni di tipo previdenziale sono pensioni di vecchiaia, di cui il 56% erogato a uomini.  Le restanti 'fette' sono così suddivise: 6,8% da pensioni della categoria Invalidità previdenziale e 26,6% da pensioni della categoria Superstiti. Se si osservano le sottocategorie, si osserva che “circa il 77,5% delle pensioni di anzianità/anticipate sono erogate a soggetti di sesso maschile, mentre tale percentuale si abbassa al 35,3% per le pensioni della sottocategoria vecchiaia”. 

Inps, Osservatorio sulle pensioni: tutte le statistiche

Nel 2017, 1,1 milioni di pensioni

Nel 2017 le pensioni liquidate sono state 1.112.163, delle quali poco meno della metà (49,7%) di natura assistenziale. Gli importi annualizzati, stanziati per le nuove liquidate del 2017 ammontano a 10,8 miliardi di euro, che rappresenta circa il 5,4% dell’importo complessivo annuo in pagamento all'1 gennaio 2018, pari a 200,5 miliardi di euro.

Boom di pensioni anticipate

I dati dell'Istituto di Previdenza mostrano anche un aumento delle pensioni anticipate rispetto all'età di vecchiaia del 2017. I lavoratori che sono usciti con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) ammontano a 160.142, in crescita rispetto alle 127.746 del 2016 (+ 25,35%).

Pensioni, pagamento 2018: calendario aggiornato

Considerando che il totale delle pensioni erogate nel 2017, tra  vecchiaia, anticipate e prepensionamenti, equivale a 296.506, circa il 52,6%, quindi più della metà dei contribuenti, è riuscita ad andare in pensione prima dell'età prevista nel 2017: 66 anni e sette mesi per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti private, 66 anni e un mese per le autonome. Sempre nel 2017, l'età media di per le pensioni liquidate è pari a 63,5 anni, in leggero aumento rispetto alla media del 2016, che era di 63,2 anni. Si tratta del dato più alto dal 2003, quando era di 59,7 anni.

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Assegni troppo bassi

Come detto ad inizio articolo, il dato preoccupante è quello delle pensioni con importi sotto i mille euro. Come confermato anche dai dati dell'Inps, se quelle inferiori ai mille euro sono il 70,8%, quelle al di sotto dei 750 euro sono il 62,2%, percentuale che arriva a superare il 75% se si prendono in considerazione soltanto le donne. Cifre molto basse, anche se l'Inps ricorda che “delle 11.117.947 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 44,3% (4.930.423) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile”.

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Numeri che devono far riflettere, anche alla luce dell'ultima ricerca della Cgia di Mestre, che mostrava tra le principali cause dell'aumento delle persone a rischio povertà, proprio le scarse risorse dedicate al welfare e la pressione fiscale sempre più alta.  Ai tempi di Gilberto Mazzi bastavano mille lire al mese per essere felici, ma era anche il 1939. Al giorno d'oggi, come recita un riadattamento di Daniele Silvestri, mille euro bastano a malapena per arrivare a fine mese. Il problema è proprio questo. 

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