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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pensioni, assegni più ricchi nel 2017: ecco tutte le novità

Secondo i dati forniti dall'Inps, la media è passata dai 970 euro mensili del 2016 ai 1.039 euro del 2017, con un incremento del 7,1%. Ecco cosa cambia quest'anno

Pensioni più ricche nel 2017. Secondo i dati pubblicati dall'Inps, rispetto a quelle del 2016, le pensioni liquidate lo scorso anno erano in media pari a 1.039 euro, con un aumento del 7,1% rispetto all'anno precedente, in cui si parlava di 970 euro. Sempre secondo l'Istituto di Previdenza, a percepire le pensioni più alte sono i dipendenti con 1.293 euro, davanti agli artigiani con 1.009 euro mensili. La più bassa spetta invece ai subordinati, la cui pensione media è di 221 euro al mese.

Aumentano le pensioni sopra i 3mila euro

Mentre diminuiscono le pensioni sotto i 500 euro, sono aumentate invece quelle con cifre superiori ai 3mila euro. Il totale delle pensioni per i lavoratori dipendenti sono 282mila contro le 276mila nel 2016, e quelle dei lavoratori che percepiscono più di 3mila euro sono passate da 16mila nel 2016 a 20mila nel 2017. Gli importi bassi, ossia fino a 500 euro, sono scese invece da 110mila a 107mila.

Pensioni, cosa cambia nel 2018

Più assegni sociali

Il 2017 ha fatto segnare una grande crescita degli assegni sociali, le prestazioni erogate dall'Inps alle persone con oltre 65 anni e sette mesi in situazione di bisogno economico. Secondo l'Inps, nel 2017 sono stati liquidati  43.249 assegni, con una crescita del 17,7% rispetto al 2016. Questo tipo di trattamento può essere richiesto  da cittadini italiani o stranieri con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia senza reddito o con un reddito inferiore ai 5.824,91 euro l'anno.

Gli altri aumenti

L’incremento è determinato dalle pensioni di vecchiaia che sono ammontate a 155mila rispetto alle 125mila dell’anno precedente e a quelle di anzianità con 140mila (120mila nel 2016). In deciso calo le nuove pensioni di invalidità, 41mila rispetto a 51mila del 2016 e in flessione anche quelle superstiti (da 188mila a 179mila). Crescono anche le nuove pensioni: nel 2017 sono state 516 mila contro le 486mila del 2016.

Pensioni, trattenuta per i primi mesi del 2018

Una  circolare diramata dall'Inps ha annunciato che nei mesi di gennaio e febbraio 2018 sulle pensioni verrà applicata una trattenuta come recupero del conguaglio di perequazione per l'anno 2015.Si tratta della circolare numero 186 nel 2017, che ha per oggetto il "rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2018" e nella quale vengono descritti " i criteri e le modalità applicative della rivalutazione delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e l’impostazione dei relativi pagamenti, nonché le modalità gestionali delle prestazioni di accompagnamento a pensione per l’anno 2018". 

Pensioni, trattenuta per il 2015

L'Inps spiega quindi che non ci sarà nessun conguaglio per quanto corrisposto nel 2017, mentre la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione sulle pensioni per l'anno prossimo sarà pari a, 1,1% dal 1 gennaio 2018, salvo conguaglio. Tutto questo avviene perché, ricorda la circolare, la rivalutazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2014 era stata fissato a partire dal 1 gennaio 2015 "nella misura definita pari a +0,2%, a fronte di una misura provvisoria dello 0,3%". Quindi la rivalutazione fu più alta.

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Trattenuta sulle pensioni, come funziona

E' stato deciso di recuperare in sede di conguaglio il differenziale di perequazione per l'anno 2018 secondo precise modalità, spiegate nella circolare: 

  • in unica soluzione sulla mensilità di gennaio per gli importi fino a 6 euro;
  • in due rate di pari importo sulle mensilità di gennaio e febbraio per i conguagli di importo superiore a 6 euro.

Pensioni 2018, il calendario pagamenti 

Nel 2018 le pensioni verranno pagati il primo giorno utile di ogni mese, ecco il calendario aggiornato consultabile anche sul sito dell'Inps:

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Pensioni, perché gli aumenti promessi sono una chimera

Pensioni , gli importi che aumentano nel 2018

Dall’1 gennaio 2018 l’importo delle pensioni sale dell’1,1% grazie allo sblocco della perequazione automatica, ossia la rivalutazione degli assegni di pensione assegnati dagli enti previdenziali (sono escluse dalla rivalutazione le pensioni superiori ai 3.012 euro lordi). In concreto gli aumenti saranno di:

  • 373,32 euro mensili per la pensione sociale;
  • 453 euro mensili per l’assegno sociale;
  • 507,41 euro per il trattamento minimo;
  • 11 euro per pensioni da 1.000 euro lordi al mese;
  • 16,72 euro per pensioni da 1.600 euro lordi;
  • 17,33 euro per pensioni da 2.100 euro lordi;
  • 71 euro  l’anno per pensioni minime;
  • dai 200 ai 260 euro lordi per pensioni comprese tra 1.500 e 3.000 euro mensili.

Le categorie per cui non verrà alzata l'età pensionabili

Per 15 categorie di lavoratori l’età pensionabile non sarà alzata a 67 anni a partire dal 2019. L’innalzamento è stato escluso per: insegnanti di asilo nido e scuola materna, infermieri e ostetriche con lavoro organizzato in turni, macchinisti, conduttori di gru, camion e mezzi pesanti, operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici, facchini, badanti che assistono persone non autosufficienti, addetti alle pulizie, operatori ecologici e conciatori di pelli, braccianti, marittimi, pesatori e siderurgici. Per il 2019 si stima che saranno esonerati dall'aumento dell'età pensionabile circa 14.600 lavoratori impegnati in attività gravose con un costo di 100 milioni che nel triennio fino al 2021 arriverà fino a quasi 385 milioni. Nel 2027 invece, lo stop riguarderà 20.900 lavoratori per 166,2 milioni di euro.

Sconto contributivo per i ogni figlio

Sale a un anno per ogni figlio lo 'sconto contributivo' riconosciuto alle donne per accedere all'Ape sociale. Viene quindi ampliata da 6 mesi a un anno, sempre nel limite massimo di due anni, la riduzione dei requisiti contributivi previsti per le donne per accedere all'anticipo pensionistico. Un apposito 'fondo ape sociale', è stato istituito per coprire la misura.

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