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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Pensioni, il governo vuole estendere la quattordicesima: "Così non aiuta i pensionati poveri"

Tutti i dubbi del presidente dell'Inps Tito Boeri sul progetto del governo: "In sette casi su dieci va a persone che povere non sono"

L’accelerazione impressa dal governo al progetto di estendere la platea dei pensionati che hanno diritto alla quattordicesima ripropone la riserva espressa dal presidente dell’Inps Tito Boeri: "Sarebbe un regalo agli evasori o comunque a chi non fa parte della fascia meno fortunata che ha necessità di un sostegno ulteriore".

In sostanza, “va in sette casi su dieci a persone che povere non sono”. Questa obiezione - si legge sul Gazzettino - è sostanzialmente basata sul fatto che ai fini dell’erogazione della quattordicesima viene considerato il reddito complessivo degli interessati, ma su base individuale e non familiare. Quindi la somma aggiuntiva può essere erogata anche a chi ha un coniuge relativamente benestante. La situazione è descritta più dettagliatamente in una tabella inclusa nello studio presentato lo scorso anno dallo stesso Boeri e intitolato “Non per cassa ma per equità”. 

La quattordicesima, ovvero la somma aggiuntiva erogata ogni anno - nel mese di luglio - a 2,2 milioni di persone, dovrebbe essere lo strumento sul quale il governo intende intervenire per migliorare la condizione di una quota di pensionati italiani. Non quelli "poveri", però, dice Boeri in un’intervista al Sole 24 Ore:

Se si vogliono aiutare i pensionati poveri è bene guardare al reddito familiare, non al solo reddito pensionistico individuale, come fa la quattordicesima che, proprio per questo, in 7 casi su 10 va a persone che povere non sono. Meglio aumentare le maggiorazioni sociali, che guardano all’insieme dei redditi familiari, o, ancora meglio, selezionare i beneficiari con l’Isee, coerentemente con quanto ci si propone di fare nel disegno di legge delega sul contrasto alla povertà. Sarebbe un altro tassello verso la costruzione del Sia o reddito minimo.

In merito all’anticipo pensionistico, “penso sia giusto consentire a lavoratori una certa libertà di scelta, se non grava sulle generazioni future, ciò non fa aumentare il debito pensionistico. Purtroppo la stessa Ape, con i bonus fiscali previsti per cancellare ad alcune categorie di lavoratori le rate di ammortamento, finirà per creare debito aggiuntivo”, osserva Boeri, secondo cui “è bene che le categorie cui concedere il bonus siano circoscritte e scelte con cura”.

“Se il bonus venisse concesso solo a chi ha redditi familiari bassi – esemplifica Boeri – l’Ape diventerebbe una specie di reddito minimo per quella fascia critica di lavoratori che faticano a rimanere sul mercato del lavoro e sono a rischio di povertà. Il bonus sarebbe quindi un primo tassello di quel Sostegno di inclusione attiva (Sia) universale che il governo ha dichiarato di voler costruire”.


 

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